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Sergio Bertolami
e Rosa Manuli -
EX AQUA -
Il braccio di San Raineri
Pagine 240
Versione brossura
Formato 15,24 x 22,86
Editrice - Experiences Srl
 

Costo Brossura:
Euro 16,00

  3/4  
  LA FILOSOFIA IN ITALIANO
 
 
 

 

 

La Patristica, dal V al VIII secolo, si sviluppa nella sua ultima parte, sia sulla base del pensiero precedente, sia su nuove aggiunte e riflessioni. Di questo ultimo periodo fanno parte: Boezio, Pseudo-Dionigi l'Areopagita e l'irlandese Scoto Eriugena.

Boezio, tra gli ultimi filosofi della patristica, è ritenuto un precursore della successiva Scolastica. Egli risulta particolarmente innovativo sulla disputa sugli universali, che comprende la determinazione delle essenze ascrivibili a generi e specie, appunto, universali. Questi vengono divisi, da Boezio, in tre grandi sezioni: gli intellettibili, gli intelligibili e infine la natura. Gli intellettibili rappresentano la categoria che comprende tutti gli esseri immateriali, pensabili solo dall’intelletto, e comprendono concetti quali: Dio, gli angeli, le anime e tutto ciò che è legato alla teologia. Sostanzialmente gli intelligibili sono gli intellettibili calati nella realtà, percepibili dai sensi, ma comprensibili sempre dall’intelletto. La terza sezione è rappresentata dalla natura (che riguarda la Fisica), che, a sua volta, si divide in sette discipline, cioè i trivium e quadrivium.

Del filosofo Pseudo-Dionigi l'Areopagita è particolarmente significativa la distinzione della teologia in
teologia negativa e teologia affermativa. Al centro vi è il concetto di Dio, raggiungibile per accrescimento e innalzamento (teologia affermativa) delle qualità finite di ogni singola cosa. La teologia negativa vede invece il percorso contrario, cioè, la decrescita e diminuzione: da un livello mentale che concepisce Dio ad una realtà materiale, che, essendo Dio superiore a tutte le cose, non è più identificabile con Esso.

Il filosofo irlandese Scoto Eriugena, così come, d’altra parte,  Dionigi l'Areopagita, subiscono l’influenza del neoplatonismo agostiniano. L’irlandese, d’epoca carolingia, prende lo spunto da esso, per introdursi nel tema della relazione dualistica e complementare tra fede e ragione, che coincide in Dio. Il dualismo della realtà si risolve, quindi, in Dio, ricomponendosi in unità, essendo Dio  superiore sia all'essere che al non-essere. Scoto Eriugena rappresentò la questione con un cerchio. Traducendo l’opera di Dionigi l'Areopagita, ne confermò il pensiero, che sosteneva che le idee platoniche sono fondate nel Verbo, ma non si identificano con Esso.

   
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