Venezia: Giugno alla mostra di Robert Indiana: Pride e Art Night

Prosegue alle Procuratie Vecchie “The Sweet Mistery”, la mostra di riscoperta di uno degli artisti contemporanei più famosi al mondo: Robert Indiana (1928-2018), evento collaterale della Biennale di Venezia. Robert Indiana è celebre soprattutto per la serie iconica LOVE ma si è distinto anche per aver affrontato rilevanti questioni sociali e politiche, inserendo nelle sue opere profondi riferimenti storici, letterari e biografici, tra cui il legame con Ellsworth Kelly, che Indiana incontra a New York nel 1956 che cambierà la traiettoria personale e professionale della sua giovane vita.

ROBERT INDIANA: THE SWEET MYSTERY
Evento collaterale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
 
Aperta sino al 24 novembre
Venezia, Procuratie Vecchie, Piazza San Marco
Presentata da Yorkshire Sculpture Park e curata da Matthew Lyons
 
Giugno alla mostra di Robert Indiana: Pride e Art Night
 
– Sconto under 30 per tutto giugno per celebrare il mese del Pride
– Art Night – 22 giugno con apertura serale prolungata e ingresso gratuito

In occasione del mese del Pride, speciale promozione per gli under 30: sarà possibile visitare la mostra con un biglietto speciale a 5 Euro.

Per tutto il popolo di Art Night, sabato 22 giugno appuntamento unico per visitare gratuitamente la mostra Robert Indiana The Sweet Mistery. L’ingresso sarà gratuito dalle 18.00 alle 22.00 per tutti/e con la possibilità di farsi accompagnare durante la visita da preparatissimi/e mediatori/trici culturali.

The Sweet Mysterydal titolo di uno dei suoi primi dipinti in cui inserisce le parole, rappresenta la più significativa esposizione dell’opera dell’artista in Italia con oltre 40 opere che ripercorrono sei decenni della carriera dell’artista americano e comprendono importanti opere giovanili, raramente esposte: dipinti e sculture, che esplorano la condizione umana e la fede in tempi tumultuosi, tra quelle principali figurano The Sweet MysteryEAT/DIELove is God e The Melville Triptych.

La mostra di Robert Indiana è allestita al secondo piano delle Procuratie Vecchie mentre al terzo piano durante la serata di Art Night, i visitatori potranno accedere liberamente alla  Casa di the Human Safety Net e alle terrazze e visitare la mostra interattiva “A World of Potential” e l’installazione “About Us” di Tracey Snelling.  Durante la serata, in connessione con la Giornata Mondiale del Rifugiato, sarà anche possibile ascoltare le storie dei “Libri viventi. Storie di rifugiati a tu per tu”, mentre dalle 22.00 alle 24.00, il Bookstore proporrà in Corte Maruzzi una maratona di lettura dell’opera di Forugh Farrokhzad, “Io parlo dai confini della notte”, in italiano e persiano, a cura di Voci di carta e Libreria la Toletta, con i rifugiati di A2030 Social Innovation Designers.

Sempre alle Procuratie Vecchie, il Negozio Olivetti in Piazza San Marco resterà straordinariamente aperto dalle 18:30 alle 21.00, con ingresso gratuito e senza prenotazione. I visitatori potranno provare a scrivere su una macchina da scrivere Olivetti, che sarà messa a disposizione per questa serata speciale. Sarà possibile visitare anche la mostra “Tony Cragg. Le forme del Vetro”, organizzata in collaborazione con Berengo Studio: in sintonia con gli spazi progettati da Carlo Scarpa, sono esposti alcuni disegni e quasi una trentina di sculture di vetro provenienti dalla collezione personale dell’artista, tra cui un’opera realizzata appositamente per il Negozio Olivetti.

Dopo un’infanzia itinerante nel Midwest americano e una formazione artistica a Chicago e in Europa, Robert Indiana giunge a New York nel 1954 utilizzando ancora il suo nome di battesimo, Robert Clark. Due anni dopo, un incontro fortuito con Ellsworth Kelly modifica il corso personale e professionale della sua giovane esistenza.  

Si ritrova ben presto a vivere in un loft a Coenties Slip, un’area decadente di Lower Manhattan, dove i resti di un vivace passato marittimo si confondono con il fiorente settore finanziario. Avendo scarsi mezzi per il materiale artistico, Indiana crea assemblaggi usando i residui dell’attività portuale circostante, sviluppando parallelamente un linguaggio pittorico bidimensionale, in dialogo con l’affiatata comunità di vicini, tra cui artisti d’avanguardia come Kelly, Agnes Martin, James Rosenquist, Cy Twombly e Jack Youngerman. Durante questo periodo di fervore, in un atto di reinvenzione e rinascita si ribattezza con il nome del suo stato natale, l’Indiana. All’inizio degli anni Sessanta, realizza tele audaci, caratterizzate da geometrie pure, testi e numeri in toni non modulati, in risposta alla cultura visiva di un consumismo sempre più pervasivo. Le sue opere, ricche di reminiscenze personali e dettagli biografici, esplorano interrogativi universali sulla condizione umana e sulla fede in epoche turbolente, affrontando contemporaneamente temi legati all’identità queer e al sé. La sua peculiare forma di Pop art rappresenta un’estensione del radicalismo americano, attingendo alle radici dei trascendentalisti del XIX secolo e alla sperimentazione formale dei primi modernisti. Attraverso una selezione mirata che abbraccia oltre cinquant’anni di produzione artistica, comprese molte opere giovanili raramente esposte, Robert Indiana: The Sweet Mystery presenta Indiana a un nuovo pubblico, invitandolo a riflettere su questioni metafisiche di fronte alle sfide del XXI secolo.


Fondato nel 1977, YSP è un centro internazionale unico di scultura moderna e contemporanea. È un ente benevolo e un museo, situato nella tenuta di Bretton Hall, una proprietà del XVIII secolo che si estende su oltre 200 ettari nel West e South Yorkshire. Con un programma culturale straordinario, mostre itineranti e sculture permanenti e temporanee integrate nel paesaggio, nel corso della sua storia YSP ha collaborato con più di 1.000 artisti provenienti da oltre 40 Paesi. Tra questi Ai Weiwei, Fiona Banner, Tony Cragg, Leonardo Drew, Barbara Hepworth, Damien Hirst, Robert Indiana, KAWS, Lindsey Mendick, Henry Moore, Annie Morris, David Nash, Sean Scully, Chiharu Shiota, Yinka Shonibare CBE, David Smith, James Turrell, Joana Vasconcelos, Bill Viola ed Erwin Wurm.

Fondata nel 2022, The Robert Indiana Legacy Initiative  si impegna a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per la vastità e la profondità dell’opera di Robert Indiana. Rivolta a curatori, studiosi, collezionisti, professionisti del mercato dell’arte e al grande pubblico, The Robert Indiana Legacy Initiative gestisce una collezione e un archivio delle opere dell’artista, promuove e sostiene mostre e installazioni pubbliche, assiste e promuove la ricerca accademica su Indiana e la sua carriera artistica; gestisce il sito web ww.robertindiana.com e pubblica una newsletter.

Le Procuratie Vecchie sono state aperte al pubblico per la prima volta in 500 anni di storia nel 2022, dopo un’importante opera di restauro a cura di David Chipperfield, commissionata da Generali e diretta da Generali Real Estate. Il terzo piano ospita la sede di The Human Safety Net, fondazione attiva in 26 Paesi per liberare il potenziale di chi vive in condizioni di vulnerabilità. La mostra permanente “A World of Potential” e l’Art Studio sono concepiti come un’esperienza che guida i visitatori alla scoperta della combinazione unica dei punti di forza caratteriali individuali, consentendo loro di riconoscere le migliori qualità nelle persone che li circondano.  


Art Night è la lunga Notte dell’Arte veneziana, una manifestazione ideata e organizzata dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con il Comune di Venezia nata nel 2011 e inserita nel calendario ufficiale delle Notti d’Arte europee.
 
Ingresso da Corte Maruzzi, Piazza San Marco n. 105.
ORARI: chiuso il martedì
da mercoledì a lunedì 10- 19 (sino al 31 ottobre);
10- 18 dall’1 al 24 novembre.

Website: robertindianavenice2024.com
Biglietteria online.
Per info e prenotazioni: indiana@dh-office.com

Visita della mostra
La mostra è allestita al secondo piano delle Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco n.105.

Uffici Stampa:
Polskin Arts
Megan V. Sprenger
megan.sprenger@finnpartners.com
 
Stampa Italiana
Studio ESSECI
Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net

Questa sera su La7 “Il caso Matteotti” visto da Alessandro Barbero

Mercoledì 12 giugno, su La 7 andrà in onda, a partire delle 21.15 – in prima serata quindi – la puntata di “In viaggio con Barbero” dedicata a Giacomo Matteotti. Il programma di Barbero arriva proprio nel momento culminante delle Celebrazioni che in Italia, ma anche all’estero, ricordano il Centenario del suo assassinio, avvenuto a Roma il 10 giugno del ’24.

CENTENARIO DI MATTEOTTI:
UN NUOVO ALLESTIMENTO PER LA CASA MUSEO
Fratta Polesine (Rovigo)
Dall’ 8 giugno 2024

IN VIAGGIO CON BARBERO 
IL CASO MATTEOTTI
(O I PANNI SPORCHI DEL FASCISMO)
Con Alessandro Barbero
In onda su La7 mercoledì 12 giugno alle 21.15

In questi mesi la ricorrenza è ricordata a Rovigo, in Palazzo Roncale, dalla mostra “Giacomo Matteotti. Una Storia di tutti”, mentre nella sua città natale, Fratta Polesine, è da questo fine settimana nuovamente visitabile la Casa Museo Matteotti, completamente rinnovata nel percorso allestitivo. Mostra, restauro e riallestimento della Casa Museo hanno visto la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo affiancata al Comune di Fratta Polesine, all’Accademia di Concordi e ad altre istituzioni del territorio.

La presenza del professor Barbero a Rovigo è stata resa possibile anche dal contributo della Fondazione Cariparo, che ha voluto sostenere la tappa rodigina del programma nell’ambito – appunto – delle Celebrazioni per il centenario dell’assassinio di Matteotti.

Nella puntata si vedranno alcuni stralci della conferenza che, anche in virtù di questa partnership, il professor Barbero ha tenuto a maggio al Teatro Sociale di Rovigo.

In un Teatro Sociale affollatissimo, con moltissimi giovani ad applaudirlo, lo studioso ha ricostruito infatti la vicenda del rapimento e delle successive indagini, soffermandosi sui numerosi personaggi che orbitano, in modo inquietante, intorno a questo delitto.

Il programma “Il caso Matteotti (o i panni sporchi del Fascismo” (che rientra nella serie “In viaggio con Barbero”),  è  ideato e scritto da Alessandro Barbero e Davide Savelli, per la regia di Graziano Conversano, e realizzato da Ruvido Produzioni.

Nella trasmissione, il viaggio in battello sul Delta padano diventa l’occasione per scoprire un’altra grande passione del professore: il bird watching.

Non mancano poi le riflessioni storiche sul grande fiume Po e sul rapporto con le popolazioni che per secoli hanno convissuto con la sua fertilità e con la sua minacciosa potenza. Una terra amara il Polesine, area per secoli emarginata, tra paludi bonificate e contadini poveri, ma ricca di fermenti. La terra in cui nacque e iniziò il suo impegno politico Giacomo Matteotti, prima di trasferirsi nella Capitale e andare incontro al suo tragico destino.

Il prossimo 12 giugno il racconto del delitto Matteotti farà dunque tappa a Rovigo, tenendo incollati alle poltrone gli spettatori e facendoli immergere in una “palude nera”, fatta di inganni, minacce, ricatti, memoriali, denunce e smentite, processi, condanne, amnistie. La descrizione, lucida e tagliente, dei “panni sporchi del fascismo”. Per riflettere sul passato, sul presente e sul futuro del nostro Paese.


Info: www.fondazionecariparo.it

Fondazione Cariparo
dott. Roberto Fioretto
Responsabile Ufficio Comunicazione
+39 049 8234834 – roberto.fioretto@fondazionecariparo.it
 
Ufficio Stampa: Studio ESSECI
Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Simone Raddi simone@studioesseci.net

Acquaviva delle Fonti (Bari) – Distorsioni Fest XI edizione – Annunciati i primi headliner

Torna dal 23 al 25 agosto ad Acquaviva delle Fonti (BA) l’XI edizione di Distorsioni Fest, il festival affermatosi nel corso degli anni come uno degli eventi cult a livello nazionale per la scena emo/post-punk/alt-rock, un luogo sicuro, come amano suggerire gli organizzatori, “per gli amanti di chitarre e abbracci”.

Una lineup rinnovata con act internazionali, una nuova location caratterizzata da spazi ancora più ampi e nuove funzionalità, il Centro Sportivo Tommaso Valeriano, capace di ospitare oltre mille persone al giorno, con due palchi, sei band al giorno e uno skate park che sarà allestito con una mostra fotografica.

DISTORSIONI FEST
XI edizione | 23 – 24 – 25 agosto 2024
Centro Sportivo Tommaso Valeriano – Acquaviva delle Fonti (BA)
 
Annunciati i primi headliner in lineup:
GILLA BAND (IRL) / DELTA SLEEP (UK)
SICK TAMBURO

Distorsioni Fest si conferma un’oasi di cultura e di passione, un festival “umano” capace di resistere agli urti del tempo con la stessa attitudine di sempre – non per nulla il payoff di quest’anno recita il mantra gattopardiano “cambiare tutto per non cambiare niente”, illuminato però da una luce tutt’altro diversa che da quella del conservatorismo. 

Annunciati i primi nomi nella lineup della nuova edizione del festival che, come già anticipato, apre per la prima volta il proprio palco alle band internazionali: nella giornata del 25 agosto da Dublino arrivano i Gilla Band, capeggiati dal frontman Dara Kiely, tra i protagonisti della scena irlandese degli anni ’10, dal suono solido e personalissimo, capace di muoversi tra noise, post-punk e avant-rock, i loro testi sono “fratturati e immaginifici” (The Guardian), specchio dei problemi di salute mentale che hanno afflitto il loro frontman.

Brighton, in UK, è invece il luogo d’elezione dei Delta Sleep, sul palco di Distorsioni Fest nella seconda giornata del 24 agosto, fautori di un math-rock intricato a cavallo fra Battles e At The Drive In, con una forte propensione allo screamo e al pop psichedelico, hanno pubblicato nel corso degli anni quattro album, accolti molto positivamente dalla critica internazionale, che li hanno portati a suonare in tutto il mondo e ad essere considerati band avvincente e capace di generare una vera e propria “dipendenza” nelle proprie esibizioni dal vivo.

Il terzo nome per ora annunciato, che sarà protagonista nella giornata inaugurale del 23 agosto, è invece tutto italiano, ed è quello dei Sick Tamburo di Gian Maria Accusani, il gruppo nato insieme ad Elisabetta Imelio dopo l’avventura dei Prozac+, che in oltre dieci anni di storia musicale si è imposto tra i principali riferimenti del panorama indipendente italiano, rappresentando un’espressione unica in grado di coniugare la sensibilità e la poetica della scrittura di Accusani e le sonorità incalzanti più proprie dell’alternative-rock.

Come consuetudine visivamente molto impattante è anche l’artwork che accompagna Distorsioni Fest, quest’anno legato alla leggenda orientale della carpa koi, simbolo di perseveranza e forza di volontà, longevità, ma anche affetto. “Nella leggenda una di esse riuscì a risalire il fiume e poi la cascata fino a superare la Porta del Drago. Ebbene, le divinità, impressionate da tale impresa, la trasformarono in drago, donandole l’immortalità” – spiegano gli organizzatori – “In questa storia noi ci sentiamo un po’ quella carpa che sta provando a risalire il fiume nonostante la “corrente”, non ci sentiamo assolutamente ancora drago e per questo nell’’artwork il drago diventa la strada che abbiamo deciso di percorrere. Gli dei? Beh gli dei sono il nostro pubblico, vero ago della bilancia per “trasformarci”, che con l’affetto che anno dopo anno ci sta dimostrando ci porta a puntare sempre più in alto”.

Su Dice sono acquistabili i biglietti delle single giornate del festival così come gli abbonamenti, disponibili a prezzo scontato in Early Bird fino al 28 aprile, tutte le informazioni sono presenti sul link:

Nelle prossime settimane saranno annunciate tutte le altre novità presenti, dai nuovi artisti in lineup alle iniziative collaterali. Distorsioni Fest è una co-produzione di Associazione culturale “MEH! Diamoci una mossa” e “AltreMenti APS”, supportata dal patrocinio del Comune di Acquaviva delle Fonti e dalla Regione Puglia, e con la collaborazione dei media-partner Rockit, La Gazzetta del Mezzogiorno e Lomography.


CONTATTI:
www.instagram.com/distorsionifest
www.facebook.com/distorsioni.fest
 
UFFICIO STAMPA:
Daccapo Comunicazione
info@daccapocomunicazione.it
(Marcello Farno) (Ester Apa)

Editoria: NON SAI MAI DOVE SEI di Emilio Masina – Intervista all’Autore

#libri #nuoveuscite #interviste

CHI SONO IO? Domanda che tutti ci siamo posti almeno una volta, in questo caso mira al significato di ciò che chiamiamo “genere” e di una sua pretesa  definizione ed è al centro del libro “NON SAI MAI DOVE SEI”, di Emilio Masina, edito da ELLEDILIBRO, in questi giorni su tutte le piattaforme e in libreria.

INCIPIT

[1] «Colaianni, la disturbo?». La telefonata arrivò mentre stavo innaffiando le piante dello studio. Mi aiutava a scaricare la pressione. Era il primo anno che avevo dei pazienti e arrivavo alla fine della giornata come una pila esausta – alcune sere mi capitava persino di annaffiare il cactus di plastica sulla scrivania. «Si figuri, stavo per andare via…». «Farò in fretta, allora: mi hanno contattato per un bambino di otto anni che si traveste da femmina. Sembrerebbe un disturbo dell’identità di genere ma potrebbero anche esserci elementi di ermafroditismo. Il caso mi è stato segnalato da una mia paziente, collega della madre. È un caso interessante ma io sono piena di lavoro e non posso seguirlo. Lei avrebbe uno spazio? Poi, se vuole, potremo discuterlo insieme». Il vasetto di bonsai mi scivolò dalle mani e si frantumò sul pavimento.

Secondo romanzo per Emilio Masina, psicoanalista e Psicoterapeuta dell’Infanzia, e dell’Adolescenza dopo il fortunato “La speranza  che abbiamo di durare. Una storia di amore e psicanalisi”, edito da Emersioni, che a ben vedere conteneva implicita anch’esso una domanda. Che speranza abbiamo noi di durare, Emilio?

Le considerazioni di quel romanzo erano in gran parte indotte dall’esperienza del Covid, che tuttavia da evento materiale assumeva una valenza anche simbolica. Si entrava dalle pagine del libro nella stanza dell’analisi e si rifletteva sul dolore del singolo quanto sul dolore dell’Italia intera, passando dalla caducità dell’essere umano alla conseguente importanza delle relazioni, da curare e coltivare anche e soprattutto nel bel mezzo di una crisi grave come quella innestata a più livelli da una inaspettata pandemia. Quel romanzo si interrogava poi sulla figura dello “Psicoterapeuta-Essere umano”, anche attraverso le sue di relazioni, e i suoi sogni. Con il portato di emozioni che inevitabilmente terapeuta e paziente sperimentano assieme, nel loro viaggio congiunto. Pensavo che il romanzo fosse la chiave giusta per far accostare anche un pubblico di non addetti ai lavori all’alchimia complessa e sfaccettata della terapia psicoanalitica.

Scegliendo la formula del romanzo fai una precisa scelta di campo, quella della narrazione, in questo caso per metabolizzare, digerire e rendere intellegibile la delicata esperienza professionale e umana nata dall’incontro del terapeuta con il giovanissimo protagonista. Con quale obiettivo, oltre ovviamente all’aiuto al paziente?

Il narratore psicoterapeuta e il bambino suo paziente si incontrano su un terreno che non è solo medico-scientifico. Progressivamente diventano co-autori di un percorso maietutico che per entrambi significherà uscire dalla paura. Paura di quello che non si conosce bene per l’uno, paura di quello che proprio NON SI SA, per l’altro. Uscire dall’impasse della paura presente significherà inevitabilmente gettare le basi per un futuro diverso, più consapevole e libero. Inoltre, la questione del “genere” è decisamente al centro del dibattito pubblico e anche istituzionale, con scelte convinte o a volte osteggiate e ritrattate, e comunque ha generato una riflessione più o meno aperta da cui non credo sia possibile tornare indietro.

CHI SONO IO, quindi?

Chi sono io? La domanda che forse più di tutte agita l’essere umano assume in questo libro un connotato radicale, perché mira al cuore di ciò che chiamiamo “genere” e di una sua pretesa definizione. Dialogando, il bambino in bilico tra diversi generi e lo psicoanalista con le sue presunte certezze, attraversano invece una cortina di dubbi e fantasie che tutti i bambini prima e gli adolescenti poi hanno affrontato nella loro vita. Nello spazio solo apparentemente ristretto della stanza dell’analisi, il dialogo si fa scambio e l’adulto riceve dal bambino uno sguardo nuovo, quello che ci vuole tutti parte della stessa meravigliosa, dolente, umanità.

L’incipit del romanzo, le prime righe [1], sembra palesare da subito al lettore il disagio del protagonista adulto, ma ancora molto giovane, lo psicoanalista. È così?

Sì, ho scelto di mettere in scena uno psicoanalista agli inizi della professione per far conoscere la delicatezza e la difficoltà di questo mestiere

La trama non è solo lo svolgersi della terapia, quindi, anche in questo secondo romanzo?

Sì e no. Il romanzo parla di un bambino travestito e del suo giovane psicoanalista e naturalmente della loro relazione, che all’inizio è fatta di paura e diffidenza, sentimenti che però saranno progressivamente sostituiti da coraggio, anche qui speranza, e fiducia. Al centro delle pagine, più in generale, la scelta sessuale e di genere, che per nessuno di noi, credo sia utile ricordarlo, è mai una scelta totalmente lineare e precisa, ma sempre esito di un percorso, di un viaggio. E attraverso la storia di Alberto, ciascuno di noi può ripercorrere quel viaggio, segnato, come in un trasferimento in treno, dal passaggio in diverse stazioni: da quella della nascita e della nostra dipendenza totale e completa dalla figura materna, a quelle dell’infanzia e dell’adolescenza, per poi arrivare a quelle dell’età adulta e della complessa senescenza. Un viaggio quindi, che mi piacerebbe percorrere insieme a ciascun lettore che vorrà accostarsi a questo romanzo. E in qualche modo, come per ogni libro, per ogni autore, per ogni lettore, sarà proprio così.

Emilio Masina. Milanese, vive a Roma, sposato, due figlie. Membro ordinario dell’Associazione italiana di Psicoanalisi e full member dell’I.P.A. Specialista in Psicologia clinica e Psicoterapia dell’Infanzia, dell’Adolescenza e della Coppia, è socio fondatore della cooperativa di aiuto psicologico agli adolescenti “Rifornimento in Volo” e docente della Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica SPS. Ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche e ha insegnato presso Università e Scuole di Specializzazione in Psicoterapia. Impegnato, come possibile, per la pace. Nel 2019 ha pubblicato il romanzo La speranza che abbiamo di durare (Ed. Emersioni). “NON SAI MAI DOVE SEI” (Elledilibro, 2024) è il suo secondo romanzo.


Categoria: LGBTQIA+Narrativa
Psicologia e societàRomanzo di formazione
Anno di pubblicazione: 2024
Edizione: 1°
Formato: 15 x 21
Copertina: Morbida
Numero di pagine: 191
ISBN: 9791281540194

ELLEDILIBRO


Da D.D.

Quattro passi SOTTOeSOPRA: “Note al centro della terra” concerto alla Grotta Gigante

Subito esauriti i posti per assistere al concerto “Acqua chiara” nella Grotta del Mitreo, organizzato dall’Associazione culturale Opera Viva in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia e con il Conservatorio di musica Giuseppe Tartini di Trieste.

Lo rende noto Opera Viva annunciando il successivo appuntamento musicale, Note al centro della terrain programma giovedì 20 giugno alle 17.30 in collaborazione con l’Alpina delle Giulie – Commissione Grotte E. Boegan alla Grotta Gigante di Sgonico, nell’ambito del progetto Quattro passi SOTTOeSOPRA con cinque giovani talenti Luca Bellodi, Andrea Brusini, Marco Cernecca, Cristian Marcuzzo, Federico Guglielmo Ficiur.

Concerto alla Grotta del Mitreo “ACQUA CHIARA” SOLD OUT

PROSSIMO CONCERTO ALLA GROTTA GIGANTE
Giovedì 20 giugno ore 17.30

Un concerto con un quintetto di ottoni per musicalità dedicate alla Terra, in una scenografia spettacolare nella cavità che ospita la sala più grande al mondo. La scenografia della Grotta Gigante con migliaia di formazioni calcaree (stallatiti, stalagmiti, colonne) avvicina alla conoscenza del mondo sotterraneo e offre un’esperienza immersiva in un contesto unico ed emozionante.

Evento gratuito con obbligo di prenotazione ad assoc.operaviva@libero.it

Il progetto Quattro passi SOTTOeSOPRA, ideato e diretto da Lorena Matic, organizzato dall’Associazione culturale Opera Viva, si realizza grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il contributo della Fondazione CRTrieste e la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini, la Società Adriatica di Speleologia, la Società di Studi Carsici A.F. Lindner, il Gruppo Speleologico Flondar, la Commissione Grotte Eugenio Boegan – Alpina delle Giulie e l’Accademia di Fumetto e Arti Grafiche di Trieste.



Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria: “FULVIO ROITER. Umbria, una storia d’amore”

L’esposizione presenta 27 fotografie tratte dal reportage realizzato nel 1954 da Fulvio Roiter sugli itinerari percorsi da san Francesco.
L’iniziativa inaugura Camera Oscura. La Galleria Nazionale dell’Umbria per la fotografia, un progetto a cura di Marina Bon Valsassina e Costanza Neve, ospitato in uno spazio dedicato, allestito lungo il percorso espositivo permanente della Galleria Nazionale dell’Umbria.

MUSEI NAZIONALI DI PERUGIA – DIREZIONE REGIONALE MUSEI DELL’UMBRIA
GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA
 
DAL 29 MAGGIO AL 13 OTTOBRE 2024
 
FULVIO ROITER
UMBRIA, UNA STORIA D’AMORE

a cura di Alessandra Mauro

Dal 29 maggio al 13 ottobre 2024, la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, in uno spazio dedicato alla fotografia, allestito all’interno del percorso espositivo del museo perugino, ospita la mostra Umbria, una storia d’amore. Fulvio Roiter.
La rassegna, curata da Alessandra Mauro, che inaugura il progetto Camera Oscura. La Galleria Nazionale dell’Umbria per la fotografia, a cura di Marina Bon Valsassina e Costanza Neve, presenta 27 immagini tratte dalla campagna fotografica che Fulvio Roiter realizzò nel 1955 su incarico della casa editrice svizzera Guilde du Livre, per illustrare i Fioretti di San Francesco.

Con i suoi scatti, Roiter intraprende un viaggio lungo gli itinerari francescani attraverso l’Umbria rurale e appenninica più remota, tramandando il ricordo di un mondo cristallizzato per secoli, che nel giro di pochi decenni subirà le trasformazioni dovute a una modernità pervasiva che ne ha modificato molti caratteri e reso flebile la memoria.

L’obiettivo di Roiter coglie vicoli in cui si incontrano volti di bambini sorpresi a giocare con le ceste di vimini o intenti a portare dai campi il peso di una sacca piena di frutta e verdura, paesaggi innevati solcati dal passo lento dei muli o dal segno commovente di piccole croci sbilenche in ferro battuto, borghi deserti perché di giorno tutti gli abitanti sono impegnati a coltivare la terra e accudire gli animali.

Le immagini restituiscono l’atmosfera di una vita lenta, in cui le architetture si innestano perfettamente con il paesaggio e le persone sembrano convivere in armonia con la natura.

La mostra è arricchita da un video che propone tutte le immagini del reportage, pubblicate nel volume Ombrie terre de Saint François (1955) e una biografia ragionata dell’artista.

Catalogo Silvana Editoriale.

La mostra è realizzata con il supporto de L’orologio società cooperativa – Business Unit Sistema Museo.

“Il titolo della rassegna, Camera Oscura, ci è stato suggerito dallo spazio della Exhibition box, il quale assomiglia a uno scrigno avvolto da luci soffuse e da ombre dominanti: è lo spazio perfetto per esporre, a cadenza semestrale, i grandi maestri della fotografia. Ci è sembrato doveroso iniziate con un omaggio al territorio, raccontato dallo sguardo innamorato di Fulvio Roiter, il quale indaga non i luoghi più conosciuti e rappresentativi, ma quell’Umbria che non ti aspetti e che ‘sbuca’ improvvisamente, con un portato tradizionale e culturale che ha un sapore mitico e archetipico”, dichiara Costantino D’Orazio, direttore dei Musei Nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei Umbria.

“A molti anni di distanza dalla sua realizzazione, l’Umbria di Fulvio Roiter resta un lavoro straordinario. Il racconto appassionato di un territorio appena scoperto e subito amato, l’omaggio a un testo antico e attuale e, insieme, la prova di quel che un autore può realizzare quando il suo sguardo è allenato, la mente pronta, i sensi all’erta” chiosa la curatrice Alessandra Mauro.

“Le esposizioni che si avvicenderanno, nel loro insieme hanno lo scopo di sottolineare attraverso le immagini fotografiche il filo rosso che lega l’arte del passato al nostro presente in una continuità di linguaggi e tecniche diverse, che aiuteranno il visitatore a percepire l’eterna contemporaneità dell’arte: è dunque sembrato naturale dedicare lo spazio della già Exhibition box, che evoca per le sue stesse caratteristiche architettoniche la camera oscura, ossia un luogo in cui la luce si concentra su immagini raccolte dalla realtà, lasciando in penombra il resto dell’ambiente. In questo senso, per fare comprendere appieno il senso di questi “inserti” fotografici lungo il percorso di visita, si è pensato a delle esposizioni tematiche che declinino in chiave contemporanea alcuni ‘generi’ del passato, come i ritratti, i paesaggi, le architetture, le scene di genere ma anche creazioni astratte e quant’altro possa richiamare un collegamento tra la pittura antica e la fotografia contemporanea” – concludono le curatrici della rassegna, Marina Bon Valsassina e Costanza Neve.

Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.

Originario di Meolo (Venezia), Fulvio Roiter (1° novembre 1926 − 18 aprile 2016) si diploma come perito chimico esaudendo il desiderio dei genitori, ma comincia presto a nutrire un interesse per la fotografia. Al 1948 risale l’incontro con Paolo Monti, segretario del Circolo fotografico “La Gondola” di Venezia, che guarda a fotografi quali Otto Steinert, Robert Doisneau, Henri Cartier-Bresson e Werner Bischof come fonti di ispirazione estetica. Nel 1953, Roiter parte per il primo reportage in Sicilia, guidato dai consigli di Monti. Alcune immagini usciranno nel volume Les petits des hommes (1953) pubblicato dalla casa editrice svizzera Guilde du Livre, fondata e diretta da Albert Mermoud. La rivista svizzera “Camera” pubblica tutto il lavoro siciliano nel 1954. Nello stesso anno, Roiter pubblica il suo primo libro, Venise à fleur d’eau (Guilde du Livre, 1954). L’anno seguente, Mermoud commissiona a Roiter il volume Ombrie. Terre de Saint-François. Nel 1956 il successo del volume vale a Roiter il prestigioso Prix Nadar. Dal 1957 Roiter viaggia per il mondo, anche quello meno conosciuto (Brasile, Persia, Turchia, Messico, Costa d’Avorio), ma anche in Europa. Un viaggio in Belgio nel 1959 gli cambia la vita: è lì che incontra la sua futura moglie, la fotogiornalista Louise “Lou” Embo. Nonostante i frequenti spostamenti all’estero, Venezia resta al centro del suo interesse e continua a essere per lui un’incessante fonte di ispirazione. L’attrazione costante di Roiter per la città lagunare culmina nella pubblicazione di Essere Venezia (Udine, 1977). Dopo questo grande successo editoriale (700.000 copie vendute), Roiter abbandona la fotografia in bianco e nero per passare al colore. Nell’arco della sua carriera realizza oltre 70 volumi. Famoso per la sua attenzione al dettaglio durante tutte le fasi di produzione, nel 1981 Roiter decide di fondare una casa editrice, la Dagor Books. Fulvio Roiter si è spento a Venezia il 18 aprile 2016 all’età di 89 anni dopo una lunga malattia. Alla sua morte, la famiglia ha ereditato decine di migliaia di fotografie e diapositive, la maggior parte delle quali ancora inedite.


UMBRIA, UNA STORIA D’AMORE. FULVIO ROITER
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19)
29 maggio – 13 ottobre 2024
 
GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA
Perugia, corso Pietro Vannucci, 19
Informazioni: T +39 075 58668436; gan-umb@cultura.gov.it
Sito internet: www.gallerianazionaledellumbria.it

Ufficio Promozione e Comunicazione Musei nazionali di Perugia-Direzione regionale Musei nazionali Umbria
Ilaria Batassa ilaria.batassa@cultura.gov.it
 
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Ufficio stampa Musei nazionali di Perugia-Direzione regionale Musei nazionali Umbria
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it
T +39 02 36755700
 

Un successo l’iniziativa FERPI dedicata alla Comunicazione Responsabile.

Un successo l’iniziativa FERPI dedicata alla Comunicazione Responsabile.

Tenutosi presso il Laboratorio Aperto, all’interno dei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia e nell’ambito di Fotografia Europea 2024, ha visto la partecipazione di numerosi professionisti della comunicazione, giornalisti, studenti e rappresentanti di aziende e istituzioni e riunito esperti del settore per discutere l’importanza di una comunicazione responsabile e autentica, particolarmente rilevante in un’epoca caratterizzata dalla rapida evoluzione tecnologica e dalle sfide globali legate alla sostenibilità.

Un successo l’iniziativa FERPI dedicata alla Comunicazione Responsabile.
 
A raccontarlo “il primo comunicato stampa scritto da un’Intelligenza Artificiale”, o forse no?
Meglio controllare…

Dopo i saluti istituzionali di Filippo Nani, di Davide Zanichelli, Direttore della Fondazione Palazzo Magnani, promotrice di Fotografia Europea insieme al Comune di Reggio Emilia, e del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna Silvestro Ramunno, Fabio Lalli, fondatore e partner di IQUII e CEO di ICONICO, ha offerto una prospettiva innovativa sul ruolo della tecnologia nella comunicazione. “Abbiamo vissuto tanti cambiamenti tecnologici, che hanno plasmato la nostra comunicazione. Oggi stiamo vivendo un momento di convergenza tecnologica che include l’intelligenza artificiale. Questa non è solo una tecnologia abilitante, ma anche un contenuto esplosivo, è conversazione, infrastruttura. Sta trasformando i processi di comunicazione e produzione di contenuti. Dovremo diventare interpreti dei nuovi cambiamenti, perché non saremo superati da una tecnologia, ma da chi saprà utilizzarla meglio di noi“.

Combattere la disinformazione, l’information disorder, il pregiudizio e il negazionismo climatico abbracciando una narrazione autentica, diventando interpreti dei nuovi cambiamenti tecnologici e assumendosi la responsabilità di quello che si scrive e di quello che si condivide: sono gli obiettivi emersi dall’incontro Comunicazione Responsabile. Il senso delle parole e delle immagini al tempo dell’intelligenza artificiale. Sostenibilità ed emergenza climatica, una narrazione autentica“, organizzato dalla Federazione Relazioni Pubbliche Italiana (FERPI) e moderato dal suo Presidente Filippo Nani.

L’importanza di combattere la disinformazione a partire da un glossario di parole chiave, tra cui contraddizioni, negazionismo, paradosso ed empatia è stata sottolineata da Sergio Vazzoler, coordinatore della Commissione Comunicazione Responsabile di FERPI: “L’ultimo indice del Global Risk Report 2024 pone la disinformazione e la propaganda tra le maggiori minacce a breve termine. La nostra call to action per aggiungere la comunicazione responsabile come 18° obiettivo di sviluppo sostenibile mira a contrastare queste minacce e a sostenere gli altri 17 obiettivi. Per vincere le sfide della crisi climatica, della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile non c’è altro modo che investire nella comunicazione trasparente, autentica, coraggiosa e, appunto, responsabile”.

Ad aprire la tavola rotonda Silvestro Ramunno, che ha sottolineato la necessitàdella comunicazione responsabile per i giornalisti e i comunicatori. “Comunicare in modo responsabile significa assumersi la responsabilità di ciò che si scrive. L’informazione di qualità è una condizione necessaria, anche se non sufficiente a volte purtroppo per la sostenibilità economia dei media. Questo evento rappresenta un’opportunità per rilanciare la collaborazione tra giornalisti e professionisti delle relazioni pubbliche, nonostante le differenze che ci separano“.

Il problema delle fake news al centro dell’intervento di Michelangelo Coltelli, fondatore del progetto BUTAC (Bufale un tanto al chilo): “Le fake news esistono da sempre e servono a scopi precisi, non sono necessariamente legate alle ultime tecnologie. Il termine ‘fake news’ non rende giustizia all’impatto di questo problema, che rappresenta un vero e proprio disturbo dell’informazione. Dobbiamo essere responsabili nel valutare e condividere le informazioni, affinare lo spirito critico valorizzando uno slow journalism di qualità“.

Focus sul negazionismo climatico per Barbara Orsi, presidente di Generation Carbon e curatrice di Carbon Almanac. “Esiste un nuovo tipo di negazionismo che mira a ritardare l’azione climatica. La narrazione autentica è fondamentale per combattere la disinformazione e per promuovere la consapevolezza sui temi ambientali fin dalla giovane età“.

Chiara Landi, Global Digital Marketing Manager e fondatrice di Social Women Talk, ha discusso l’influenza dei bias dell’intelligenza artificiale. “L’IA riflette i pregiudizi della nostra società. È fondamentale, pertanto, fare attenzione a ciò che pubblichiamo online, pure nei blog minori, per rappresentare anche le minoranze senza alimentare i bias di tools online, che imparano anche dal web”.

La giornata organizzata da Ferpi è poi proseguita con un ‘aperitivo non finito’ predisposto da Pause Atelier dei Sapori, introdotto da Paola Cavazzoni, pedagogista della Fondazione Reggio Children e Amministratore Delegato di Pause, che ha illustrato la proposta di rigenerazione e di sostenibilità, e si è conclusa con una visita guidata alle mostre di Fotografia Europea presenti ai Chiostri di San Pietro.

L’evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Fotografia Europea e al contributo degli sponsor Chiesi Italia, Oryoki, Coop Alleanza 3.0 e degli sponsor tecnici Pause Atelier dei Sapori ed Essent’ial.

FERPI ringrazia tutti i partecipanti e sostenitori per il loro contributo, e invita a continuare a promuovere una comunicazione responsabile e autentica per affrontare insieme le sfide globali. E perché non farlo con il supporto dell’IA? Come nel caso di questo comunicato stampa.  O forse no? Meglio controllare…

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FERPI

Dal 1970 è l’associazione che rappresenta in Italia i professionisti delle Relazioni Pubbliche e della Comunicazione. I soci FERPI operano come liberi professionisti, dirigenti, funzionari, dipendenti e collaboratori di aziende, enti pubblici, Enti del Terzo Settore, docenti universitari. Partecipano alla vita di FERPI anche studenti e neolaureati.


Media Relations FERPI
Diana Daneluz
Mail: mediarelationferpi@gmail.com

ARCHIVIFUTURI Festival degli Archivi del Contemporaneo terza edizione

Un programma lungo un intero mese, ricco di mostre, spettacoli dal vivo, laboratori e attività, aperture straordinarie di archivi d’artista, diffuso tra la provincia di Varese, i Laghi e l’Alto milanese.

La manifestazione, organizzata dalla Rete Archivi del Contemporaneo, di cui è capofila il MA*GA di Gallarate, col sostegno di Fondazione Cariplo, coinvolge 19 tra musei, archivi e case museo, dove scoprire l’arte italiana dal secondo dopoguerra a oggi.

Partecipano alla iniziativa:

Museo MA*GA (Gallarate), Museo Bodini (Gemonio), Il Borgo di Lucio Fontana (Comabbio), Museo MIDeC (Cerro di Laveno Mombello), Fondazione Sangregorio (Sesto Calende), Casa Testori (Novate Milanese), Atelier Vittore Frattini (Varese), Archivio Missoni (Sumirago), Fondazione Morandini (Varese), Museo Pagani (Castellanza), Fondazione Angelo Bozzola (Galliate), Casa studio Enrico Baj (Vergiate), Museo Volandia (Somma Lombardo), Chiostro di Voltorre (Gavirate), Civico Museo Parisi Valle (Maccagno con Pino e Veddasca), [MAP] Museo Arte Plastica (Castiglione Olona), Museo Butti (Viggiù), Fondazione Museo Agusta (Cascina Costa di Samarate) Studio Mario da Corgeno (Corgeno di Vergiate).

7 GIUGNO – 7 LUGLIO 2024
 
ARCHIVIFUTURI
Festival degli Archivi del Contemporaneo
terza edizione

Dopo il successo delle prime due edizioni, dal 7 giugno al 7 luglio 2024 si rinnova il consueto appuntamento con ARCHIVIFUTURI. Festival degli Archivi del Contemporaneo, in un territorio compreso tra l’alto milanese e la provincia di Varese, fino ai laghi e il confine svizzero.
Una occasione unica per scoprire il patrimonio culturale del XX e XXI secolo sviluppato in un’ampia area geografica eletta da importanti artisti contemporanei quale luogo privilegiato per la ricerca, la produzione artistica e caratterizzata dalla presenza di musei, fondazioni, case museo e archivi a loro dedicati.

ARCHIVIFUTURI, organizzata dalla Rete Archivi del Contemporaneo, di cui è capofila il MA*GA di Gallarate, è sostenuta da Fondazione Cariplo nell’ambito di Emblematici Provinciali – progetto Switch on. Live arts and community festival con il supporto di Fondazione Comunitaria del Varesotto.

Con l’obiettivo strategico di consolidare e proiettare nel futuro la rete Archivi Del Contemporaneo, anche in questa terza edizione del Festival sono stati coinvolti nuovi enti che si fanno promotori dei valori di integrazione e cooperazione tra istituzioni, arricchimento culturale e valorizzazione territoriale, mirando ad inserirsi stabilmente come partner del network.

Per un mese intero, il Festival propone un ricco calendario di mostre, laboratori e attività per i ragazzi e per le famiglie, visite agli studi d’artista, spettacoli teatrali e concerti, ospitato da importanti istituzioni del territorio, come il Museo MA*GA (Gallarate), il Museo Bodini (Gemonio), Il Borgo di Lucio Fontana (Comabbio), Museo MIDeC (Cerro di Laveno Mombello), Fondazione Sangregorio (Sesto Calende), Casa Testori (Novate Milanese), Atelier Vittore Frattini (Varese), Archivio Missoni (Sumirago), Fondazione Morandini (Varese), Museo Pagani (Castellanza), Fondazione Angelo Bozzola (Galliate), Casa studio Enrico Baj (Vergiate), Museo Volandia (Somma Lombardo), Chiostro di Voltorre (Gavirate), Civico Museo Parisi Valle (Maccagno con Pino e Veddasca), [MAP] Museo Arte Plastica (Castiglione Olona), Museo Butti (Viggiù), Fondazione Museo Agusta (Cascina Costa di Samarate), Studio Mario da Corgeno (Corgeno di Vergiate).

Nella giornata inaugurale di venerdì 7 giugno, il MA*GA di Gallarate accoglie quattro appuntamenti a ingresso gratuito: la Masterclass “A ritmo di telaio”, inserita nel programma di INTRECCI#3 alla scoperta della tessitura e dello stile Missoni (ore 16.00); la presentazione degli “Atti del Corso di Alta Formazione per gli Archivi del Contemporaneo”, esito dell’azione 2021 della rete Archivi del Contemporaneo (ore 18.00); la visita guidata alle mostre in corso, con particolare attenzione alle rassegne Vittorio Tavernari. Vorrei scolpire l’universo, dedicata alla recente acquisizione dell’Archivio Tavernari da parte del MA*GA, e FASHION ILLUSTRATION, a cura dell’Archivio Missoni e allestita nella Sala Arazzi Ottavio Missoni (ore 19.00); il dj-set Prospettive Musicali Live, a cura di Gigi Longo conduttore della storica trasmissione di Radio Popolare (dalle ore 20.00).

Sabato 8 giugno torna il tour di ARCHIVIFUTURI, un itinerario organizzato in bus alla scoperta di tre luoghi dell’arte inediti per il Festival: il Museo Parisi Valle di Maccagno, lo Studio di Mario da Corgeno e la Casa Studio Enrico Baj di Vergiate.

Partenza dal MA*GA alle ore 9.30; rientro ore 19.00. Costo partecipazione € 10.00 (gratuito fino a 10 anni); prenotazioni a biglietteria@museomaga.it

Molto interessanti sono anche le proposte didattiche, studiate per bambini, adulti e famiglie. Tra queste, Storie e manifatture. Visite a merenda (per bambini dai 5 ai 10 anni; Cerro di Laveno Mombello, Museo MIDeC, sabato 15 giugno, ore 16.30), Ombraluce, dedicata allo scultore Vittorio Tavernari e al suo archivio (per famiglie e bambini dai 6 ai 10 anni; Gallarate, Museo MA*GA, domenica 16 giugno, ore 15.30), il workshop di ceramica per adulti con la partecipazione di Sara Dalla Costa (Cerro di Laveno Mombello, Museo MIDeC, venerdì 21 giugno e venerdì 5 luglio, ore 14.30).

Le sedi degli enti coinvolti si trasformeranno in palcoscenici pronti ad accogliere musica, teatro, e molto altro ancora, come il concerto del Duo Iberico (Giacomo Arfacchia e Nicolas Bourdoncle), che propone un’interpretazione di brani di compositori contemporanei, dalla metà del Novecento ai giorni nostri (Gallarate, Museo MA*GA, sabato 22 giugno, ore 21.00), quello di Cesare Picco, pianista, improvvisatore e compositore che presenta il suo album Sky Tales (Cerro di Laveno Mombello, Museo MIDeC, sabato 15 giugno, ore 17.00), la passeggiata musicale tra le opere d’arte della Fondazione Sangregorio di Sesto Calende accompagnata da brani eseguiti con l’arpa celtica, la fisarmonica e il flauto traverso (giovedì 20 giugno, ore 19.00); ancora, lo spettacolo teatrale Di Franca in Franca… la comicità è donna che propone un viaggio nel mondo di Franca Rame e Franca Valeri (Cerro di Laveno Mombello, Museo MIDeC, domenica 23 giugno, ore 21.00), l’esibizione dell’ensemble jazz italiano We Kids Quintet (Gemonio, Museo Floriano Bodini, mercoledì 3 luglio, ore 21.00).

In concomitanza con gli appuntamenti di ARCHIVIFUTURI, al MA*GA tornano le consuete serate in musica di Estate all’HIC, la rassegna estiva promossa da Città di Gallarate che quest’anno propone un programma eclettico: la celebrazione dei 50 anni di attività della Treves Blues Band (venerdì 14 giugno, ore 21.00; ingresso € 15,00 acquisto su Ticketone.it), il concerto lirico sinfonico Progetto Verdi, con l’Orchestra Filarmonica Europea di Gallarate e la Corale Lirica Ambrosiana, diretto dal M° Marcello Pennuto (sabato 6 luglio, ore 21.00; ingresso €10,00/€6,00 fino a 21 anni, acquisto in loco), e lo spettacolo Un pianista sull’oceano con Lorenzo Bovitutti e il Quintetto Placard dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano (sabato 13 luglio, ore 21.00; ingresso €10,00/€6,00 fino a 21 anni, acquisto in loco).

Per il programma dettagliato di ARCHIVIFUTURI e le informazioni: museomaga.it


Il Festival ARCHIVIFUTURI è stato inaugurato nel 2022 come una delle azioni del progetto ARCHIVI DEL CONTEMPORANEO. LOMBARDIA TERRA D’ARTISTI, il cui studio di fattibilità era stato sostenuto nel 2018 da Fondazione Cariplo ed è stato premiato e finanziato tra i vincitori del bando di Regione Lombardia PIC – Piani Integrati della Cultura. Con la creazione del network ARCHIVI DEL CONTEMPORANEO. LOMBARDIA TERRE D’ARTISTI (2021-2022), sono state poste le basi di una collaborazione sinergica tra enti volta a collegare le istituzioni museali e culturali già attive sul territorio dell’alto milanese e della provincia di Varese con gli Archivi d’artista, le case museo, gli studi ancora visitabili, svolgendo un’azione strategica di promozione mediante un’attività di valorizzazione a beneficio del territorio dal punto di vista sociale, ambientale, turistico e anche economico.

Le sedi del Festival

Museo MA*GA, Archivio Missoni, Casa Testori, Fondazione Morandini, Fondazione Sangregorio, Il Borgo di Lucio Fontana, Museo Floriano Bodini, Museo MIDeC, Atelier Vittore Frattini, Casa Studio Enrico Baj, Chiostro di Voltorre, Civico Museo Parisi Valle, Fondazione Angelo Bozzola, Fondazione Museo Agusta, [MAP] Museo Arte Plastica, Museo Butti, Museo Pagani, Museo Volandia, Studio Mario da Corgeno.

Partner di progetto

Museo MA*GA, Museo Civico Floriano Bodini, il Borgo di Lucio Fontana, Associazione Archivio Franco Fossa, MIDeC, Premio Gallarate, Fondazione Sangregorio, Associazione Giovanni Testori, Associazione Archivio Silvio Zanella e Lilliana Bianchi, Associazione Festival Comicità Luino, Associazione Area 101, Associazione Musicale G. Rossini ETS


FESTIVAL ARCHIVIFUTURI
7 giugno – 7 luglio 2024
 
Programma su museomaga.it
 
Informazioni
museomaga.it
archividelcontemporaneo@museomaga.it
T +39 0331 706033
#archivifuturi
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Clara Cervia | T +39 02 36755700
clara.cervia@clp1968.it | www.clp1968.it
 

A Carbognano (Viterbo), la prima edizione di Tracce sparse a Carbognano

Il 15 e 16 giugno 2024 apre a Carbognano, borgo in provincia di Viterbo, la prima edizione di Tracce sparse a Carbognano, da un’idea di Daniela Perego, a cura di Paolo Angelosanto, MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia, Daniela Perego e Sculture in Campo – Parco di Scultura Contemporanea, con il patrocinio del Comune di Carbognano e della Pro Loco di Carbognano.

Il progetto verrà presentato il 15 giugno 2024 alle ore 12.00 presso la Chiesa di Santa Maria, alla presenza delle istituzioni, dei curatori – Paolo Angelosanto, Antonio Arevalo, Lucilla Catania e Daniela Perego – e degli artisti coinvolti.

TRACCE SPARSE A CARBOGNANO 2024
I edizione

A cura di
Paolo Angelosanto, MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia
Daniela Perego, Sculture in Campo – Parco di Scultura Contemporanea

15 – 16 giugno 2024 dalle 12.00 alle 21.00
Sedi varie – Carbognano (VT)

Presentazione 15 giugno 2024 ore 12.00
Chiesa di Santa Maria – Carbognano 

Tracce sparse a Carbognano è una mostra itinerantenel centro storico che si snoda in un percorso di opere d’arte realizzate da giovani artisti emergenti operanti nella zona del viterbese, in modo da coinvolgere la comunità locale nell’accoglienza e nel dialogo con l’arte e gli artisti. Nei giorni di inaugurazione sarà possibile percorrere le strade di Carbognano ed incontrare gli interventi di Diletta Amori, Brigdorius, Amedeo Desideri, Eirene, Gabriele Massei, Vanessa Serrano.

Inoltre per questa prima edizione, il giorno di inaugurazione del 15 giugno verrà presentato un grande murales ad opera di Stefania Fabrizi, che approfondirà il tema della violenza di genere.

Il borgo di Carbognano si conferma, così, centro di produzione del contemporaneo, ripercorrendo e continuando una storia pluridecennale, incentrata sulla promozione e la diffusione delle nuove ricerche artistiche, che ha avuto inizio nel 2002 con il progetto Centro per l’Arte Contemporanea di Carbognano, nato da un’idea dell’artista Anna Ajò e che ha coinvolto numerosi artisti di nazionalità e specificità espressive differenti. Con Tracce sparse, come con i progetti che lo hanno preceduto, l’arte contemporanea dialoga, dunque, con la storia e l’architettura: dal Castello Farnese, dimora di Giulia Farnese, personalità di spicco del rinascimento di cui quest’anno ricorre il cinquecentenario della morte, alle numerose chiese cinque e seicentesche, ai vicoli del borgo di origine etrusche.

Le opere rimarranno visibili a Carbognano per un anno intero, fino alla presentazione dell’edizione successiva.


INFO
Tracce sparse a Carbognano 2024
I edizione
A cura di
Paolo Angelosanto, MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia, Daniela Perego e Sculture in Campo – Parco di Scultura Contemporanea
Con il patrocinio e il contributo del Comune di Carbognano e della Pro Loco di Carbognano
Artisti: Diletta Amori, Brigdorius, Amedeo Desideri, Eirene, Gabriele Massei, Vanessa Serrano
Con la partecipazione di Stefania Fabrizi

15 – 16 giugno 2024 dalle 12.00 alle 21.00
Sedi varie – Carbognano (VT)


Contatti
Daniela Perego
info@danielaperego.com
www.danielaperego.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
roberta.melasecca@gmail.com

Save The Date: torna la manifestazione “VERDE GRAZZANO”

Torna Verde Grazzano, la manifestazione dedicata al verde e alla creatività che si svolge nel bellissimo parco del castello di Grazzano Visconti.
Ispirata dalla natura, è il nuovo punto di riferimento per gli appassionati del verde, del vivere all’aria aperta e del giardinaggio.
Verde Grazzano è tutto questo: espositori provenienti da tutta Italia, laboratori coinvolgenti e approfondimenti a tema verde ma anche l’occasione per visitare uno dei borghi più belli dell’Emilia Romagna.

Ti aspettiamo a Grazzano Visconti dal 27 al 29 settembre 2024: vieni a scoprire un verde mai visto prima!

Guarda il video!


Ufficio Stampa
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo
Via San Mattia 16, 35121 Padova
Tel. +39.049.663499
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