Roma: SOSTENIBILITA’ VITINIVICOLA – Chiusa la terza conferenza Vino Sapiens

Un successo la terza conferenza sulla sostenibilità vitivinicola organizzata da Vino Sapiens il 5 giugno scorso. Un pubblico numeroso e attento ha partecipato in maniera attiva all’evento, attraverso una vivace interazione con due relatori d’eccezione: Vincenzo Betalli (CIVIT) e Giovanni Pica (ARSIAL LAZIO), moderati da Costantina Vocino (VINO SAPIENS).
Al centro dell’incontro, i vitigni resistenti che stanno riscontrando un grande interesse da parte dei viticoltori del nord Italia: il Bronner e il Souvignier Gris. La serata ha visto anche la degustazione di due micro-vinificazioni prodotte dalla Fondazione E. Mach, a cui sono seguiti gli assaggi di sei vini in commercio ottenuti da queste varietà. I Vini Sapiens protagonisti dell’assaggio consapevole sono stati quindi: Micro-vinificazione Souvignier Gris 2023 – Fondazione E. Mach; Micro-vinificazione Bronner 2022 – Fondazione E. Mach; “Laisè” – Spumante da Bronner – Az. Agr. Terre di Cerealto; “Edel” – Vino Bianco Fermo da Bronner e Souvignier Gris – Az. Agr. Terre di Cerealto; “Take it Easy” – Vino Bianco Fermo da Bronner e Souvignier Gris – Cantina La Vis; “Resi” – Vino bianco fermo da uve Bronner – Kellerei Kurtatsch; “Souvignier Gris” – Vino Bianco Fermo da Souvignier Gris – Cantina Gentili; “Naran” – Vino Bianco Fermo da Souvignier Gris – Az. Agr. Pravis.

Grande coinvolgimento del pubblico nella terza conferenza di Vino Sapiens sulla sostenibilità vitivinicola: Bronner e Souvignier Gris protagonisti.

Prossimo appuntamento venerdì 21 giugno 2024 al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ARTOV), Via del Fosso del Cavaliere 100 a Roma. Relazioni della Prof.ssa Gabriella De Lorenzis, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Università degli Studi di Milano e del Prof. Corrado Di Natale, Dipartimento di Ingegneria Elettronica Università di Roma Tor Vergata. (Accrediti-stampa: info@vinosapiens.it)

Bronner e Souvignier Gris: due uve che convincono nel panorama dei resistenti

I vitigni Bronner e Souvignier Gris si distinguono per la loro naturale resistenza alle malattie fungine, come la peronospora e l’oidio. Questa caratteristica permette di ridurre significativamente l’utilizzo di fitofarmaci, contribuendo a un’agricoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. La degustazione ha permesso ai partecipanti di apprezzare le diverse sfaccettature del Bronner e del Souvignier Gris. I vini prodotti da queste varietà si caratterizzano per freschezza, aromaticità e piacevolezza al palato.

Un evento informativo e coinvolgente

La conferenza è stata un’occasione preziosa per approfondire le conoscenze sui vitigni resistenti e sul loro potenziale per il futuro della viticoltura. I relatori, competenti e appassionati, hanno saputo coinvolgere il pubblico e stimolare interessanti riflessioni.  Costantina Vocino, commentando alcuni passaggi della serata: “Bisogna proporre una riflessione seria sul presente e sul futuro del vino, rivedendo anche la comunicazione e il racconto del vigneto Italia. Il grande coinvolgimento di pubblico, operatori e giornalisti di settore in questo ciclo di conferenze sulla sostenibilità vitivinicola, ha dimostrato il crescente interesse per una viticoltura sempre più sensibile alle necessità sociali e ambientali. I vitigni resistenti rappresentano oggi la migliore strategia che la viticoltura possa offrire in termini di sostenibilità e, soprattutto, di qualità“.

Vincenzo Betalli, tecnico di CIVIT, Segretario di Piwi Trentino e supporto alla segreteria di Piwi Italia ha riferito circa lo stato dell’arte dei piwi, le prospettive sul futuro e la relazione con le varietà tradizionali. A seguito anche della recentissima notizia che le quattro varietà di vite resistenti alle principali malattie fungine (peronospora ed oidio), provenienti dal programma di miglioramento genetico della Fondazione Edmund Mach e iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite nel 2020, hanno finalmente ottenuto il certificato di privativa vegetale comunitaria dal CPVO, il Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) si conferma protagonista nella ricerca e sviluppo di nuove varietà di vite resistenti alle malattie fungine. Lo scorso 3 giugno, infatti, è stata ufficializzata la decisione dell’Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali, che si è espresso favorevolmente in merito ai vitigni ‘Termantis’, ‘Nermantis’,’Valnosia’ e ‘Charvir’, nati dall’incrocio naturale tra la Vitis vinifera e le varietà portatrici di geni di resistenza. Nato nel 2012 dalla collaborazione tra il Consorzio dei Vivaisti Viticoli Trentini (AVIT) e la Fondazione Edmund Mach, CIVIT ha ottenuto dei risultati molto concreti: 15.000 barbatelle di nuove varietà sviluppate e una posizione di centrale nel panorama italiano ed Europeo. “L’obiettivo principale di CIVIT – ha insistito Betalli – è quello di ridurre l’impatto ambientale della viticoltura attraverso la selezione di vitigni naturalmente resistenti alle malattie fungine. Questo si traduce in un minor numero di trattamenti con fitofarmaci, a beneficio dell’ecosistema e della salute dei consumatori”.

La sperimentazione continua: l’esempio del Lazio

Anche nel Lazio sono in corso sperimentazioni con i vitigni resistenti. L’ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo in Agricoltura del Lazio) ha impiantato 94 vitigni, di cui 10 Piwi, per valutare le loro prestazioni in termini di resa, qualità delle uve e resistenza alle malattie. I primi risultati sono molto incoraggianti e aprono la strada per i piwi nel panorama della viticoltura laziale. Durante la conferenza Giovanni Pica, Responsabile dell’Azienda Sperimentale Dimostrativa Vitivinicola di ARSIAL Lazio, ha riportato alcuni dati: la superficie vitivinicola europea incide del 3,5% sulla Fao complessiva europea, ma il suo peso per utilizzo dei trattamenti per le malattie funginee è addirittura del 65%. “Questo dato – ha sottolineato Pica – mostra come sia davvero urgente e importante impegnarsi per una crescente responsabilità da parte di tutti i player della wine industry”. 

L’iscrizione nei registri regionali dei 10 vitigni resistenti del Lazio è frutto di una sperimentazione pluriennale condotta da Arsial e Crea VE, che a partire dal 2016, sui terreni dell’azienda Sperimentale Dimostrativa Arsial di Velletri, hanno messo a dimora le 10 varietà resistenti, con l’obiettivo di valutarne la risposta viticola ed enologica rispetto alle condizioni pedoclimatiche locali. L’attività sperimentale svolta in questi anni è stata realizzata attraverso rilievi agronomici in campo (fasi fenologiche e dati produttivi), microvinificazioni per singolo vitigno e prove di valutazione della resistenza alle patologie (oidio e peronospora), prettamente mirate alla verifica della risposta enologica e all’iscrizione nei registri. Al momento, visto l’interesse della filiera vitivinicola regionale per il tema, la sperimentazione di Arsial sui vitigni resistenti sta proseguendo su altre 10 varietà, messe a dimora nella primavera del 2022nel vigneto della biodiversità dell’azienda di Velletri: Pinot Iskra b., Pinot Kors n., Volturnis n., Kersus b., Souvignier Gris b., Johanniter b., Bronner b., Prior n., Poloskei Muskotaly b., Vitigno sigla 72.096. Inoltre, sempre nel quadro delle attività orientate all’attuazione della nuova politica agricola UE (New Green Deal Europeo), Arsial e Crea VE hanno avviato, tra i primi in Italia, un percorso di miglioramento genetico finalizzato ad ottenere vitigni resistenti a partire da vitigni autoctoni. Nello specifico, ceppi di Malvasia del Lazio e Cesanese di Affile, due tra gli autoctoni di maggior pregio di questa regione.

Per saperne di più:

•           Vino Sapiens
•           CIVIT
•           ARSIAL LAZIO


Comunicazione
VINO SAPIENS
Diana Daneluz
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com

RUDY ROTTA: a Verona la proiezione esclusiva del documento inedito “Live in Oxford, England, 1999” 

Un importante ricordo per il celebre bluesman italiano Rudy Rotta a 7 anni dalla sua scomparsa.

Mercoledì 26 Giugno alle ore 21:00 presso la sala conferenze della Vecomp Academy di via Dominutti, 2 – Verona (zona Basso Acquar), si terrà la video-proiezione esclusiva ed inedita del primo concerto di Rudy Rotta in Inghilterra dal titolo ‘Live in Oxford, England, 1999’. L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Rudy Rotta ets, perseguendo i fini associativi, ha lo scopo di rinnovare e celebrare il ricordo del bluesman veronese, prematuramente scomparso nel mese di luglio 2017. L’associazione culturale, grazie ai continui contatti con organizzatori di concerti e festival e con il un numeroso pubblico e fans che Rudy Rotta che ha incontrato durante i suoi concerti dal vivo in Europa, Asia e Stati Uniti, organizzando eventi musicali, mantiene vivo il ricordo della sua copiosa produzione musicale e continua a raccogliere documentazione fotografica e video, talvolta inedita e di manifesta qualità. Così, la sorprendente scoperta del documento video ‘Rudy Rotta – Live in Oxford, England, 1999’ prodotto da Blues Archive, filmato e curato da registi della BBC che riprendono il ‘nostro’ in una performance che lo vede in un particolare stato di grazia interpretando classici del suo repertorio come ‘Vuoto Invisibile’, ‘Hold On’, ‘Boogie In Do’, ‘You Don’t Have To Go’, ‘Crossroads‘, ‘Vu Cumprà’‘The Last Time’ e ‘Talk Shows’, accompagnato dalla solidissima band del tempo formata da Pippo Guarnera (electric piano, Hammond B3), Luca Nardi (basso) e  Carmine Bloisi (batteria). Si tratta di un esclusivo documento live del 1999 della durata intera di 45 minuti che riprende quasi fedelmente la scaletta dell’iconico album ‘Live in Kansas City’, uscito l’anno precedente e che in occasione di quel concerto, era impegnato a presentare per la prima volta al pubblico inglese in quella che è stata a tutti gli effetti la sua prima apparizione live in suolo britannico. Blues Archive è stato creato dai registi professionisti Paul ReedRobert Webber e Des Dubber (registi per la BBC), da Jamie McWitt (ingegnere del suono) e Amanda Palmer (sociologa presso l’Università di Oxford) che hanno unito le loro competenze alla conoscenza e all’amore per il blues nel registrare la dinamica scena blues degli anni ’90 in Inghilterra. Il progetto è iniziato nel 1994 per documentare le storie di vita e i concerti dei musicisti blues in veri e propri documentari originali sulla musica, presto disponibili sulle piattaforme digitali e in streaming per Amazon Prime Video.  Il documento viene così descritto dai produttori «Il chitarrista, cantante e compositore italiano Rudy Rotta era un artista che amava veramente il blues. Nato in Italia e cresciuto nei primi anni in Svizzera, ha viaggiato il mondo con i suoi tour infiammati e stimolanti, deliziando il pubblico con il suo impressionante modo di suonare la chitarra e il suo inconfondibile blues condito di funk e soul. Registrato in concerto da BluesArchive nel 1999 durante la sua prima visita in Inghilterra, ad Oxford.»

La proiezione avrà inizio Mercoledì 26 Giugno alle ore 21:00 presso la sala conferenze dell’azienda Vecomp, azienda specializzata in soluzioni informatiche, software gestionali e sistemi integrati di telecomunicazione che ospiterà l’evento in via Dominutti, 2 – Verona (zona Basso Acquar). L’ingresso è ad offerta libera e nell’occasione sarà possibile effettuare il tesseramento all’associazione culturale Rudy Rotta ets ed acquistare cd, vinili e gadgets. Tutto il ricavato sarà devoluto in beneficenza a Uildm Verona e Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
Info e prenotazioni su Eventbrite.



Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com

Burano (Venezia), Museo del Merletto: Biennale del merletto 2024. Fragile Stories

Dal 14 giugno 2024 all’8 gennaio 2025, Fondazione Musei Civici di Venezia presenta la nuova edizione della Biennale del Merletto al Museo del Merletto di Burano. 
Una rassegna internazionale con una mostra, un concorso, incontri e convegni per raccontare, trasmettere, vivere, celebrare l’arte dell’isola veneziana e la sua eredità.

Una mostra con due voci contemporanee Mandy Bonnell e Kelly Déirdre, e le loro interpretazioni sulla storia, il valore dialogico, estetico e storico dell’arte del merletto, tradotte in opere su carta; una serie di incontri per scoprire da vicino la tradizione, le eredi, la trasmissione della conoscenza e dei saperi con i Venerdì del Merletto; un convegno nazionale che riunisce i maggiori esperti del settore. Questi gli appuntamenti che animano questa nuova edizione della Biennale del Merletto, promossa da Fondazione Musei Civici al Museo di Burano, a cura di Chiara Squarcina.

Biennale del merletto 2024
Fragile Stories
Burano (Ve), Museo del Merletto
14 giugno 2024 – 8 gennaio 2025

Il Museo del Merletto di Burano ospita FRAGILE STORIES con opere di Mandy Bonnell e Kelly Déirdre, e una conversazione ideale con le merlettaie che, toccando questioni di fragilità e durabilità, si traduce in opere realizzate con preziosi trafori ritagliati su carte pregiate e mappe geografiche, evocando le forme, le trame, utilizzando il linguaggio estetico del merletto, abbracciando e partecipando alla ricca creatività delle donne eredi di questa tradizione.  

Due autrici unite dall’energia collettiva del lavoro femminile attraverso traduzioni, interpretazioni e reiterazioni della ricca collezione di imparaticci e disegni per merletti conservati nell’archivio del Museo di Palazzo Mocenigo e nella collezione del Museo del Merletto a BuranoFragile Stories presenta una serie di opere scandite da una dettagliata complessità derivata da stampe, disegni e libri d’artista che evocano assenze e presenze, alludendo alla perfezione dei fili intrecciati.

La lavorazione del merletto veneziano come tradizionale attività artigianale ed economica femminile è diventata l’incarnazione del patrimonio sociale e culturale delle isole di Venezia: a ciò le artiste Mandy Bonnell e Déirdre Kelly rendono omaggio, mirando a dare una voce duratura a questa memoria culturale. Interagendo con le tradizioni delle merlettaie di Burano, Bonnell e Kelly hanno trovato il modo di raccontare storie intrecciate ed evocare viaggi, sovrapponendo nuove tecniche ad antichi mestieri. 

La giornata del 14 giugno è l’occasione, inoltre, per la premiazione del 10° Concorso nazionale di merletto ad ago e di merletto a fuselli, dedicato quest’anno al tema La favola intesa non solo come rimando ai racconti di Esopo, Fedro, Jean de La Fontaine, i fratelli Grimm, Charles Perrault e Gianni Rodari, ma anche e soprattutto come narrazione dall’importante valore educativo. 

Un concorso nato per promuovere a livello nazionale un’attività di alto artigianato che, oggi più che mai, rischia di scomparire. 

L’iniziativa rientra nel novero di attività che hanno lo scopo di mantenere vivo l’interesse, esecutivo e artistico nei confronti di una realtà che si declina in modo originale anche sul versante contemporaneo. Emerge così un nuovo ruolo del merletto che, come opera autonoma, abbandona la funzione di abbigliamento e arredo a favore di un’inedita espressività. Il concorso accoglie due categorie di lavoro, merletto ad ago e a fuselli, e due stili, antico e moderno. Tipica del merletto dell’isola veneziana di Burano è la lavorazione rigorosamente ad ago: i merletti originali di Burano si distinguono per l’estrema complessità del disegno e della tecnica, per l’utilizzo di fili molto sottili (di cotone, lino, seta, dorati o argentati) e per una lavorazione estremamente lunga, per la quale sono d’obbligo studio e applicazione pluridecennali. La lavorazione a fuselli, più veloce e tecnicamente meno impegnativa, è divenuta invece tipica, nell’ambito della laguna di Venezia, dei merletti di Pellestrina.  L’edizione 2024 ha visto l’inserimento di un ulteriore riconoscimento: il Premio Doretta Davanzo Poli, assegnato al miglior saggio inviato dedicato al tema Il futuro del Merletto.

Con dodici incontri dal 12 luglio al 27 settembre, tornano I venerdì del merletto al Museo di Palazzo Mocenigo; con le Maestre Merlettaie della Fondazione Andriana Marcello di Burano, del Gruppo Sacolà e…ciacola ad ago di Mestre, dell’Associazione A.C.S. Murazzo di Pellestrina e l’Associazione Il merletto di Chioggia, presenti per dare dimostrazione della lavorazione sia ad ago che a fuselli.


F R A G I L E S T O R I E S  
Biografie

Mandy Bonnell, nata nel Regno Unito nel 1957, si è formata presso il Gloucester College of Art e al Royal College of Art, conseguendo nel 1983 un Master of Arts in Printmaking.
Specializzata in disegno e stampa, all’inizio degli anni ’90 ha contribuito a creare, con il sostegno del British Council, un laboratorio di stampa autonomo a Lamu, in Kenya.
Ha ricercato le tradizioni in botanica ed erbari durante vari soggiorni, tra i quali all’Albers Foundation (2009 e 2014) e presso l’Oak Spring Garden Foundation (2023). 
I suoi libri d’artista e le collezioni uniche di disegni, collage e campioni botanici sono stati presentati alla mostra ‘Of Green Leaf Bird and Flower’ presso lo Yale Center for British Art (2014).
Bonnell è rappresentata dalla Eagle Gallery/EMH Arts di Londra.
Il suo lavoro è conservato in diverse importanti collezioni pubbliche. 

Nata a Londra nel 1962, nel 1984 ha conseguito il Master of Arts presso la Wimbledon School of Art ed è stata eletta membro della Royal Society of Painter Printmakers.
È stata direttrice e curatrice fondatrice della Hardware Gallery di Londra (1986-2003), luogo al centro del revival dei libri d’artista tra la ne degli anni ’80 e gli anni ’90.
Le sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Dal 2012 è associata alla Ballinglen Visual Arts Foundation, in Irlanda.
Nel 2021 è diventata Companion of John Ruskin’s Guild of St George. Il suo ultimo progetto, ‘TRACERY, Venice and the Lakes Interlaced’, è stato ospitato a Brantwood, la casa di John Ruskin nel Lake District, in Inghilterra (2023).
Attualmente vive e lavora a Venezia.


Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto 
con Alessandra Abbate 
press@fmcvenezia.it
tel. +39 041 2405225
www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
 
Con il supporto di 
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net

Conclusa con successo la prima edizione del progetto KRIU – KRotone Identità Urbane

Gulìa Urbana, il progetto ultradecennale ideato e sviluppato dal collettivo Rublanum, che si propone di rigenerare il tessuto vivo del territorio calabrese attraverso l’arte pubblica, approda nella città di Crotone. Si è conclusa con successo negli scorsi giorni la prima edizione di KRIU – KRotone Identità Urbane, progetto sostenuto dall’amministrazione comunale della città, che ha l’obiettivo di trasformare le strade di Crotone in un vibrante museo a cielo aperto, promuovendo la cultura urbana e l’arte contemporanea, con una progettualità che si svilupperà nell’arco di tre anni.

Gulìa Urbana & Comune di Crotone
presentano:
KRIU – KRotone Identità Urbane
Conclusa con successo la prima edizione del progetto che ha valorizzato il tessuto urbano della città attraverso la street-art.

Per questa prima edizione KRIU ha ospitato quattro artisti internazionali: Aches (Irlanda), Kitsune (Belgio), Kraser (Spagna), Piet Rodriguez (Belgio), che hanno lavorato intensamente per oltre una settimana, dando dimostrazione di grande talento e di sensibilità, realizzando opere che si incastrano perfettamente nel contesto urbano e allo stesso tempo coerenti con le tradizioni e la storia della città. Le aree individuate per la realizzazione delle opere sono il Quartiere Gesù e la zona dei “300 alloggi”, tra via Giuseppe di Vittorio e via Enrico Mastracchi.

Nel dettaglio, Aches ha realizzato un’opera dedicata allo sport in onore di Crotone Città dello Sport, nella cui realizzazione sono stati direttamente coinvolti gli abitanti del palazzo interessato; Kitsune nella sua opera, “Respirare”, ha realizzato il ritratto di una donna, “un omaggio al sud e alla Calabria” dice l’artista, caratterizzata da un uso sapiente delle ombre e dei colori; Kraser ha dedicato il suo murale alla personalità simbolo della città di Crotone, Pitagora, ispirandosi al busto esposto al museo archeologico di Napoli che fu trovato ad Ercolano a Villa dei Papiri; Piet Rodriguez (Belgio) dedica invece la sua opera a Milone, lottatore e condottiero dell’antica Grecia nato proprio a Crotone, ispirandosi al dipinto che lo ritrae opera di Jean-Jacques Bachelier, ma reinterpretandolo in chiave contemporanea, presentando una composizione audace e dal forte impatto visivo.

KRIU ha visto una grande partecipazione da parte della comunità locale, accogliendo nella sua programmazione oltre alla realizzazione delle opere anche numerosi eventi collaterali, tra cui il Back To The Style Calabria, che ha visto la partecipazione di oltre 25 writers calabresi che hanno dato sfogo alla loro creatività sul muro del porto di Crotone in via Miscello da Ripe, incontri con gli artisti, che hanno permesso la creazione di un dialogo diretto tra arte e pubblico, e la performance di Daniel Cundari e Daniele Fabio. L’entusiasmo e il supporto dei residenti sono stati fondamentali per il successo dell’iniziativa.

“Siamo orgogliosi di aver creato questo progetto che non solo ha portato bellezza in una città con un forte potenziale di crescita, ma ha anche promosso l’incontro tra culture diverse e ha acceso riflettori su tematiche sociali importanti” – sottolinea Giacomo Marinaro, curatore del progetto e co-fondatore di Gulìa Urbana.


CONTATTI
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UFFICIO STAMPA
Daccapo Comunicazione
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(Marcello Farno) (Ester Apa)

BRUM – “Sotto il faro di S. Raineri”. Turi Vasile a cento anni dalla nascita

Si terrà mercoledì 19 giugno alle ore 16, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, la presentazione del testo “Sotto il faro di S. Raineri. Turi Vasile a cento anni dalla nascita”, a cura di Dario Caroniti e Ferdinando Raffaele, Mucchi editore 2024.

Dopo i Saluti Istituzionali delle Autorità presenti, la Dott.ssa Tommasa Siragusa introdurrà l’evento. Seguirà la relazione del Giornalista Geppi Rippa, Direttore di Quaderni Radicali; gli interventi di valore dei Curatori della pubblicazione, l’Accademico Dario Caroniti, Docente Ordinario di Storia delle Dottrine Politiche presso l’UniMe e il Prof. Ferdinando Raffaele, Docente di Filologia e linguistica romanza presso l’Università Kore di Enna, sigilleranno la chiusura dell’iniziativa de “qua”. La Giornalista Palmira Mancuso, Direttrice di “MessinaOra”, modererà gli interventi.

Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo”
Presentazione del testo
SOTTO IL FARO DI S. RAINERI
Turi Vasile a cento anni dalla nascita

a cura di Dario Caroniti e Ferdinando Raffaele

19 giugno 2024 ore 16
Sala Lettura
via I Settembre,117-Palazzo Arcivescovile

A cento anni dalla nascita di Turi Vasile, intercorsa a Messina nel 1922, la Sua attività artistica è stata oggetto, nel novembre del 2022, di un Convegno organizzato dal Dipartimento di Civiltà antiche e moderne e dal Dipartimento di Scienze Politiche e giuridiche. La pubblicazione in parola raccoglie gli atti delle due giornate, id est: dieci saggi di giornalisti e letterati che delineano l’attività di Turi Vasile, avvalendosi della Premessa del Prof. Giuseppe Giordano, Prorettore Vicario dell’Università di Messina. Salvatore Ranieri Vasile, detto Turi, fu scrittore, regista teatrale e autore di programmi radiofonici; ebbe un legame indissolubile con la Sua città natale, Messina, ma anche con la cittadina Capo d’Orlando, ove aveva trascorso i momenti più allegri della Sua giovinezza, specie nel periodo estivo. Per questo non disdegnava mai di tornare in Sicilia, Isola che ricorre nelle Sue opere letterarie per le Sue tradizioni, i luoghi incantevoli e i miti. Quando a metà degli anni Novanta fu invitato a Messina per partecipare a un Convegno in Suo onore, iniziò il Suo intervento con queste parole: ”Sono qui, nella città dove nacqui moltissimi anni fa, ai piedi del faro di San Raineri in quell’uncino di terra che protegge il porto e che ora ha, alla sua punta, la Madonnina dorata”. La pubblicazione è arricchita da brevi ricordi dei familiari di Vasile che ne tracciano un ritratto intimo e da un’appendice di Francesco Mercadante, attivo proponente del Convegno ed amico del protagonista della pubblicazione, con il quale condivise esperienze di vita civile e politica. In occasione dell’evento sarà realizzata una succinta ma significante esposizione tratta dal posseduto di Istituto di opere di Vasile e su Vasile, unitamente a periodici a tema. Sarà così offerta l’opportunità agli Utenti, leggendone gli scritti, di ricostruire lo stile e la luminosa figura a tutto tondo di un intellettuale finissimo e poliedrico, definito da Paolo Mereghetti un autentico “spirito girovago”.

(a cura di Maria Rita Morgana)

Dario Caroniti è Professore Ordinario di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università degli Studi di Messina. Ha pubblicato: diversi volumi sul pensiero politico americano (“Problema sociale, nazione e cristianesimo. Orestes Brownson”, “La repubblica americana”, “Dall’illuminismo alla rivoluzione”, “Persona società e stato”, “Studi sul pensiero politico americano”, “Il nuovo conservatorismo”, “Il pensiero Giobertiamo in America”), “Potere pubblico, tradizione e federalismo nel pensiero politico di Gioacchino Ventura e Michelopoli” e “La Messina di Giuseppe Micheli nel racconto di Attilio Salvatore”. Ha pubblicato, infine, decine di articoli scientifici sul pensiero politico di ispirazione cattolica in Italia e in America, sul trascendentalismo e sul nazionalismo americano, sul socialismo e l’anarchismo. È stato Assessore comunale di Messina, dal 2008 al 2012 e Presidente del Centro Orientamento e Placement dell’Università di Messina dal 2013 al 2018.

Ferdinando Raffaele, Docente a tempo indeterminato di Materie letterarie negli Istituti superiori di secondo grado (attualmente in servizio presso I. I. S. “Filippo Brunelleschi” di Acireale), è abilitato alle funzioni di docente universitario di prima fascia, per il settore “Letterature e Filologie Romanze e Mediolatina” e di seconda fascia per il settore 10/F3 – “Linguistica e filologia italiana” e insegna Filologia e linguistica romanza presso l’Università Kore di Enna. Si occupa di letteratura medievale italiana, francese e neolatina, di storia della cultura e della lingua siciliana, di rappresentazioni letterarie delle idee politiche. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e articoli su prestigiose riviste di settore. Si menzionano solo a titolo esemplificativo: Le Conlationes I, IX, X di Giovanni Cassiano volgarizzate da Girolamo Benivieni (ms. Acquisti e doni 55 della Biblioteca Medicea-Laurenziana di Firenze), Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 2020; e ancora, Scritture esposte in volgare siciliano. VII. Le didascalie siciliane de La Madonna del Carmelo nella Chiesa del Carmine a Corleone (PA), in «Bollettino del Centro di studi filologici e linguistici siciliani», 33, 2022, pp. 139-154; Quando la violenza è “donna”. Sacrificio, mediazione, vendettanella Chanson de Guillaume, in «Sinestesie», 18, 2020, pp. 563-596; Il duello come forma di accertamento del diritto nella Chanson de Roland, in Il diritto tra testo e immagine. Rappresentazione ed evoluzione delle fonti, a cura di C. Faralli, V. Cigliotti, P. Heritier e M.P. Mittica, Milano Udine, Mimesis, 2014, pp. 377-392.


Post dell’evento saranno presenti sulle pagine social della Biblioteca:

Chi non potrà prendere parte all’iniziativa in presenza, potrà scrivere sui social commenti e domande da rivolgere ai Curatori e al Relatore.


Nei giorni a seguire sarà disponibile il video sulla pagina Facebook.

Per INFO: Ufficio Relazioni con il Pubblico
                  tel.090674564
urpbibliome@regione.sicilia.it

Un giugno di blues e jazz nel Polesine con il DELTABLUES 2024

VEDI IL PROGRAMMA COMPLETA SUL SITO DELTABLUES >>>

Il Deltablues 2024 entra nel vivo dopo le date di apertura del 26 maggio e la prima “blues cruise” di sabato 1 giugno.

Saranno ancora l’acqua e la navigazione musicale protagoniste assolute della terza giornata del celebre Festival del Polesine, giunto alla sua 37ma edizione, che vedrà il Canalbianco (il cosiddetto “fiume di mezzo”) fare da palcoscenico – venerdì 14 giugno – al concerto a bordo di Baker’s Flavour Trio (Ingresso a pagamento, posti esauriti), con partenza dall’attracco di Rovigo e tappa prima ad Adria al locale Museo Nazionale Archeologico per proseguire la navigazione verso Loreo, dove in piazza Riviera Nuova si esibirà alle 21,30 Geno & His Rockin’ Dudes con le sue sonorità r’n’r e r&b (concerto gratuito).

Al temine è previsto il rientro a Rovigo in pullman per chi partecipa alla “blues cruise” pomeridiana.

Informazioni e prenotazioni per escursione in battello, visita museo e cena  a buffet: rovigo@arci.it – 0425 094943 – 349 4955818

TUTTE LE INFO QUI

Il weekend seguente vedrà la musica avvolgere le vie del centro storico di Rovigo con “Deltablues in the Road” nella giornata di sabato 22 giugno (programma completo sul sito), mentre la domenica a Lendinara saranno le note di black music di Sara Zaccarelli & The Soul Train a regalare emozioni al pubblico accorso in P.zza Risorgimento con inizio dello spettacolo alle ore 21:30.
Ingresso Gratuito

TUTTE LE INFO QUI

Giovedì 27 giugno il Deltablues indossa l’elegante vestito del jazz, nel bel Parco Casalini di Rovigo, per le esibizioni del Marco Vavassori Quartet (con inizio alle ore 21:00) ad anticipare l’attesa esibizione del Francesca Tandoi Trio che per l’occasione avrà il piacere di ospitare la chitarra di Eleonora Strino, in questo “special project” che avrà inizio alle ore 22:00.
Ingresso Gratuito

TUTTE LE INFO QUI

Tutto questo in attesa che il celebre Festival – quest’anno dedicato alla memoria di Marino Grandi (ideatore e direttore della rivista Il Blues, nonché fondamentale divulgatore a livello nazionale) – entri nel vivo di un infuocato mese di luglio, che vedrà la presenza di artisti di grande levatura in un calendario che prevede la partecipazione dell’Helga Plankensteiner Quintet (giovedì 4 luglio con apertura Sylvie & The Blueslines) a Rovigo, l’inossidabile Bobby Solo & His Band (sabato 6 luglio a Rosolina Mare, ingresso gratuito), mentre i vincitori delle selezioni IBC, Sacromud avranno l’onore di aprire – venerdì 12 luglio – a Bobby Rush, una delle leggende viventi del blues americano, in una serata che si preannuncia molto carica di groove. A chiudere questa edizione del Deltablues – dopo la finalissima delle selezioni per determinerà chi rappresenterà l’Italia del blues al prossimo International Blues Challenge di Memphis, Tennessee – sarà il decano Fabio Treves con la sua celebre band che, per celebrare i 50 anni di attività, avrà graditissimi ospiti sul palco due storici chitarristi che hanno militato nella band del “Puma di Lambrate”, ovvero Paolo Bonfanti e Maurizio “Gnola” Glielmo, per una serata che si preannuncia parecchio calda. Serate 4, 12 e 13 luglio ingressi Euro 10,00 ridotti Euro 8,00 prevendite https://www.diyticket.it/festivals/586/deltablues


Il Deltablues Polesine è organizzato da Ente Rovigo Festival, grazie all’importante sostegno economico della Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il patrocinio della Provincia di Rovigo e della Regione del Veneto, il sostegno dei Comuni di Rosolina, Lendinara e Loreo.

Partner di questa trentasettesima edizione del Festival Rovigo Jazz Club, Assonautica Veneto Emilia, Slow Food Rovigo, le web radio RadioBlueTu di Rovigo e Stazione Blues Radio di Bologna, il magazine Il Blues, Az Blues e Rootsway. 

Si ringraziano COOP Alleanza 3.0

Per informazioni consultare il sito internet www.deltablues.it, spedire una mail a info@deltablues.it, telefonare al 346 6028609, visitare le pagine Facebook Deltablues.it e Instagram DeltabluesRovigo,

Tutti i concerti con ingresso a pagamento prevedono la riduzione sul costo dei biglietti del 20% per i minori anni 18, i possessori UNIVERCITY CARD del Consorzio Università Rovigo, i soci Rovigo Jazz Club e Slow Food Rovigo, i soci COOP Alleanza 3.0


Webhttps://deltablues.it/
Facebookhttps://www.facebook.com/deltablues.it
Instagramhttps://www.instagram.com/deltablues_rovigo
YouTubehttps://www.youtube.com/@enterovigofestival9568

Emailinfo@deltablues.it


Ufficio Stampa A-Z Press
info@a-zpress.com

Roma: sui ponteggi del Gruppo Pouchain ALESSIA BABROW presenta LOVE MY MOTHER

Da martedì 11 giugno 2024 Alessia Babrow è tornata a riutilizzare i ponteggi del Gruppo Pouchain, nel centro di Roma, in Via del Governo Vecchio, per presentare l’immagine simbolo della sua nuova serie, LOVE MY MOTHER, dando così continuità al Progetto #EX_TRA, da lei inaugurato nel 2020 e promosso dal Gruppo Pouchain con l’obiettivo di portare all’aperto, nella città, nelle strade, montata sui ponteggi per il tempo del restauro, un’opera d’arte. 

PROGETTO #EX_TRA

Sui ponteggi del Gruppo Pouchain
Alessia Babrow presenta LOVE MY MOTHER

Dall’11 giugno 2024

Via del Governo Vecchio 69 – Roma

In Love My Mother il concetto di “Madre” viene esteso alla “Grande Madre Terra“, a chi si prende cura, insegna, trasmette valori, condivide la propria saggezza oppure educa. «Madre è chi nutre amorevolmente», dichiara l’artista, «chi coopera, preserva, costruisce ed include; è una qualità dell’essere, di rapportarsi alla vita, agli altri e all’ambiente. Siamo figli della terra, oltre che dei nostri genitori; apparteniamo tutti al genere umano e va ricordato».

La serie è costituita da 12 opere dove i bambini sono i protagonisti, i portavoce di valori spesso dimenticati. «I bambini sono delle tele vergini già perfette in sé, su cui noi imprimiamo la nostra storia, sia da un punto di vista sociale, individuale e collettivo. I bambini ci ricordano la magia, la bellezza e la sacralità della vita», continua l’artista, «il mio è un atto di speranza rivolto al nostro presente e al loro futuro, immaginando che le prossime generazioni vivranno nel rispetto di questa terra e dei suoi abitanti».

Inoltre, entro il mese di luglio 2024, in Via del Governo Vecchio 115 e in Via Sora 24, saranno esposte due opere rivisitate per questa nuova serie, UNIVERSAL HEARTBEAT e LOVE IS STRONGER THAN HATE. 

Con il progetto #EX_TRA e con l’hashtag a cui è legato, Exempla Trahunt, gli esempi trascinano, il Gruppo Pouchain, leader nel settore dell’edilizia e del restauro monumentale, mette a disposizione i propri ponteggi per progetti artistici, nell’ottica di aprire la strada a nuovi percorsi socio-artistici e culturali, dimostrando che il senso di cooperazione genera e dona valore. 

Alessia Babrow, artista italo-sudafricana, ha indirizzato la sua opera verso un’indagine del concetto di arte come funzione sociale, interrogandosi su tematiche che spaziano dall’ambiente alla società, al patrimonio e dignità degli esseri umani. Fin dai suoi esordi artistici, Alessia Babrow si è dedicata ad un confronto con tematiche quali l’ambiente, la globalizzazione, temi sociali e di denuncia spingendosi fino alla religione, intesa come cultura di una data popolazione. Definita un’artista poliedrica, esplora le varie forme d’arte contemporanea impiegando diversi linguaggi espressivi, che spaziano dalla fotografia alla performance, video art, installazioni, assemblaggi e interventi urbani. Sviluppa una propria estetica che caratterizza tutto il suo operato, contraddistinguendosi per la ricerca indirizzata alla scoperta dell’io in relazione al mondo circostante. Le sue opere trovano un complemento con il fruitore che viene indirizzato attraverso titoli eloquenti, a volte provocatori, ma sempre evocativi. Uno slittamento continuo operato attraverso la ricerca artistica strettamente connessa a quella personale e al messaggio sociale di cui l’espressione della Babrow diventa veicolo primario e la stessa tecnica impiegata ne sono il mezzo e il linguaggio espressivo. Negli anni è stata esposta in Cina, Russia, Stati Uniti, Grecia, Austria e Italia.


PROGETTO #EX_TRA
Alessia Babrow
Love my Mother
Promosso da Gruppo Pouchain

   Immagine che contiene modello, arte, pixel, design

Descrizione generata automaticamente
  
Dall’11 giugno 2024
Via del Governo Vecchio 69 – Roma

Gruppo Pouchain
Via della Giustiniana, 1012 – Roma
Tel.+39 06.85384001
info@gruppo-pouchain.comex_tra@gruppo-pouchain.com
https://gruppo-pouchain.com

Immagine che contiene simbolo, testo, logo, Carattere

Descrizione generata automaticamente

Alessia Babrow
babrow.pressoffice@gmail.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 3494945612 – roberta.melasecca@gmail.com
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Trieste, Museo per la Speleologia – Speleovivarium: “MOSTRI MERAVIGLIOSI”

La mostra dal titolo “Mostri meravigliosi“, liberamente ispirata al folklore che lega Carso, grotte e personaggi leggendari che affollano le pieghe di questi territori, si inaugura sabato 15 giugno alle 17.30, ospitata nel particolare Museo per la Speleologia – Speleovivarium (in Via Guido Reni, 2/C) gestito dalla Società Adriatica di Speleologia, organizzata dall’Associazione culturale Opera Viva nell’ambito del progetto “Quattro passi SottoeSopra”.

I giovanissimi autori dell’Accademia di Fumetto e Arti Grafiche di Trieste, ispirandosi alle più belle storie e leggende del Carso, hanno dato un volto ai folletti, alle fate e agli esseri leggendari, protagonisti di credenze che tutt’oggi percorrono in lungo e in largo quest’area geografica che si espande oltre i confini regionali. La mostra sarà visitabile fino al 20 luglio su appuntamento chiamando i numeri 3381655327 / 349 1357631 oppure scrivendo una mail a speleovivarium@email.it

Inaugurazione della mostra “MOSTRI MERAVIGLIOSI”
Folletti, fate ed essere leggendari del Carso nelle opere dei giovanissimi autori
dell’Accademia di Fumetto e Arti Grafiche di Trieste
Inaugurazione sabato 15 giugno, ore 17.30, al Museo per la Speleologia – Speleovivarium di Trieste

A rendere suggestiva la mostra, una lettura scenica dal titolo “Fantastici respiri”, con due giovani attori, Marco Ghersetich e Ilaria Vecchiet, che faranno conoscere le più belle e particolari leggende del Carso epigeo e ipogeo. Dal recupero del materiale storico e d’archivio, grazie ai diversi cultori della materia, si porteranno in luce delle incredibili scoperte: come è nato il Carso, che origini abbia il tipico vento triestino, la Bora, chi sono i folletti che vivono nei burroni carsici, ma anche storie che vedono come protagonisti gli animali.
Prevista anche una visita guidata al Museo, un tempo rifugio antiaereo costruito durante la Seconda Guerra Mondiale, divenuto contenitore di reperti paleontologici, minerali, fossile e attrezzatura speleologica, a cura della Società Adriatica Speleologia, Ente gestore del museo.

Il progetto “Quattro passi SottoeSopra. La Speleologia del Novecento tra storia e folklore”, ideato e diretto da Lorena Matic, organizzato dall’Associazione culturale Opera Viva, si realizza grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il contributo della Fondazione CRTrieste e la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini, la Società Adriatica di Speleologia, la Società di Studi Carsici A.F. Lindner, il Gruppo Speleologico Flondar, la Commissione Grotte Eugenio Boegan – Alpina delle Giulie e l’Accademia di Fumetto e Arti Grafiche di Trieste.


Aps comunicazione Snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 • 34135 Trieste
Tel. e Fax +39 040 410.910
zar@apscom.it

Carbognano (VT): Tracce sparse a Carbognano – Presentazione nella Chiesa di Santa Maria

Il 15 e 16 giugno 2024 apre a Carbognano, borgo in provincia di Viterbo, la prima edizione di Tracce sparse a Carbognano, da un’idea di Daniela Perego, a cura di Paolo Angelosanto, MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia, Daniela Perego e Sculture in Campo – Parco di Scultura Contemporanea, con il patrocinio del Comune di Carbognano e della Pro Loco di Carbognano.

Il progetto verrà presentato il 15 giugno 2024 alle ore 12.00 presso la Chiesa di Santa Maria, alla presenza delle istituzioni, dei curatori – Paolo Angelosanto, Antonio Arevalo, Lucilla Catania e Daniela Perego – e degli artisti coinvolti.

TRACCE SPARSE A CARBOGNANO 2024
I edizione

A cura di
Paolo Angelosanto, MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia
Daniela Perego, Sculture in Campo – Parco di Scultura Contemporanea

15 – 16 giugno 2024 dalle 12.00 alle 21.00
Sedi varie – Carbognano (VT)

Presentazione 15 giugno 2024 ore 12.00
Chiesa di Santa Maria – Carbognano 

Tracce sparse a Carbognano è una mostra itinerantenel centro storico che si snoda in un percorso di opere d’arte realizzate da giovani artisti emergenti operanti nella zona del viterbese, in modo da coinvolgere la comunità locale nell’accoglienza e nel dialogo con l’arte e gli artisti. Nei giorni di inaugurazione sarà possibile percorrere le strade di Carbognano ed incontrare gli interventi di Diletta Amori, Brigdorius, Amedeo Desideri, Eirene, Gabriele Massei, Vanessa Serrano.

Inoltre per questa prima edizione, il giorno di inaugurazione del 15 giugno verrà presentato un grande murales ad opera di Stefania Fabrizi, che approfondirà il tema della violenza di genere.

Il borgo di Carbognano si conferma, così, centro di produzione del contemporaneo, ripercorrendo e continuando una storia pluridecennale, incentrata sulla promozione e la diffusione delle nuove ricerche artistiche, che ha avuto inizio nel 2002 con il progetto Centro per l’Arte Contemporanea di Carbognano, nato da un’idea dell’artista Anna Ajò e che ha coinvolto numerosi artisti di nazionalità e specificità espressive differenti. Con Tracce sparse, come con i progetti che lo hanno preceduto, l’arte contemporanea dialoga, dunque, con la storia e l’architettura: dal Castello Farnese, dimora di Giulia Farnese, personalità di spicco del rinascimento di cui quest’anno ricorre il cinquecentenario della morte, alle numerose chiese cinque e seicentesche, ai vicoli del borgo di origine etrusche.

Le opere rimarranno visibili a Carbognano per un anno intero, fino alla presentazione dell’edizione successiva.


INFO
Tracce sparse a Carbognano 2024
I edizione
A cura di
Paolo Angelosanto, MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia, Daniela Perego e Sculture in Campo – Parco di Scultura Contemporanea
Con il patrocinio e il contributo del Comune di Carbognano e della Pro Loco di Carbognano
Artisti: Diletta Amori, Brigdorius, Amedeo Desideri, Eirene, Gabriele Massei, Vanessa Serrano
Con la partecipazione di Stefania Fabrizi

15 – 16 giugno 2024 dalle 12.00 alle 21.00
Sedi varie – Carbognano (VT)


Contatti
Daniela Perego
info@danielaperego.com
www.danielaperego.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
roberta.melasecca@gmail.com

ROSSI CARDINALI. Installazione di Francesco Petrone tra gli ulivi di Borgo Turrito

Venerdì 14 giugno 2024 a partire dalle ore 20.00, Borgo Turrito presenta, presso la sede dell’Azienda a Borgo Incoronata (Foggia), l’installazione Rossi Cardinali di Francesco Petrone, accompagnata da un testo critico di Chiara Guidoni.

Francesco Petrone
Rossi Cardinali
 
Testo critico di Chiara Guidoni
 
Inaugurazione 14 giugno 2024 dalle ore 20.00
 
Borgo Turrito
Borgo Incoronata – Foggia
 
Fino al 31 agosto 2024

L’opera, ideata e creata per il viale alberato dell’azienda, si muove su una riflessione parallela fra il simbolo e la natura, creando un meccanismo ossimorico che l’artista abbraccia frequentemente nella sua poetica e nella sua produzione: un viale di alberi di ulivo sarà tempestato da una miriade di uccelli cardinali in cera rossa, accompagnando e abbracciando il pubblico che vi transiterà.

In occasione dell’inaugurazione, alla presenza dell’artista, è prevista anche la partecipazione dell’amico Roberto Galano, regista, attore e direttore del Teatro dei Limoni di Foggia, con una conversazione a due ed una lettura dedicata.

La genesi dell’opera sarebbe quindi da ricercare in un doppio binario, che da un lato analizza la figura dell’uccello cardinale, in particolare modo nella sua valenza simbolica e cromatica, e dall’altro, attraverso l’utilizzo di un materiale come la cera, abbraccia una riflessione più ampia sul rapporto dell’uomo con le forze naturali. Gli uccelli rappresentano il rapporto fra la terra e il cielo, fra ciò che è terreno e ciò che è divino: una creatura capace di abitare entrambe queste sfere e di esserne perciò messaggero. Il rosso è invece il colore che allude alla passione e al sangue, colore vivo e vivificante, ma contemporaneamente foriero di una sfera sensibile profonda e umana. Anche l’ulivo, per cui l’istallazione è stata pensata, ha un significato che spazia dal mito alla tradizione cristiana: albero caro ad Atena che lo donò al popolo ateniese, ma anche il simbolo degli ultimi momenti prima della passione di Cristo. La cera, invece, materiale morbido e plasmabile, allude alla possibilità di mutamento, di trasformazione, in particolare, in questo senso, una trasformazione collegata ad agenti naturali: l’installazione inaugurerà la stagione estiva, contraddistinta in questi ultimi anni da temperature alte, siccità, o fenomeni atmosferici potenti e incontrollati: l’azione umana, che l’artista rappresenta attraverso la sua azione e creazione, sottostà inevitabilmente a quella della natura, che ha tentato in passato di plasmare, ma che, sempre più palesemente, lo consuma, pagando il dazio di maltrattamento perpetrato per secoli.

Le opere di Francesco Petrone non asseriscono mai ma suggeriscono meccanismi che l’artista ricerca nell’andamento delle cose del mondo, siano esse umane o naturali. Il suo rapporto con il divino e la spiritualità ha un approccio laico e ricerca nella Natura la sua forma più alta e pura, alludendo a una tradizione religiosa che riguarda più l’identità che un vero e proprio credo. L’artista si muove nei simboli lungo tutta la sua storia, poetica e creativa, aprendo la via ad iconografie e significanti che partono da una memoria condivisa e approdano a significati nuovi e contemporanei. La sua traccia si muove spesso nell’ossimoro, nella coincidenza e complementarietà degli opposti, in cui il tutto è maggiore della somma delle parti.

Francesco Petrone (Foggia, 1978) vive e lavora a Roma. Si laurea con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia; ha lavorato come scenografo per il teatro e il cinema ed è docente presso il Liceo Artistico Argan di Roma. La sua pratica è incentrata su un’analisi del contesto contemporaneo attraverso l’uso della scultura non come fine ma come mezzo di indagine. L’interesse si situa sul simbolo, che riporta attraverso l’uso di materiali industriali e freddi, quali cemento armato e ferro, ma anche quotidiani e caldi, quali legno, pane, ghiaccio, muffe e muschi. Artista votato alla circolarità, riconosce la coincidenza dei concetti di inizio e di fine, se ne fa messaggero, attraverso forme, idee e materiali. Il suo campo di indagine comprende anche una pratica più effimera, legata alla trasparenza e all’inafferrabilità, avvicinandosi al concetto di tempo, che egli riflette nel vetro, in un gesto che è lo specchio del suo processo di indagine artistica verso l’essenza. Fra le mostre si segnalano: Station to Station (Reggio Calabria, 2021), Biennale d’Arte di Viterbo (Celleno), Lazzaro Art doesn’t sleep (New York, Milano, Roma, Palermo, Istanbul), Ingombri/Altro altrove, MAAM – Macro Asilo(Roma), Atelier d’Artista – MACRO Asilo (Roma), Art Room 72 (Shangai), Apulia Land Art (Alberobello (BA)), Collezionisti&Collezioni, MARCA (Catanzaro), ARTSIDERS, Galleria Nazionale dell’Umbria (Perugia), Mosche nello stomaco, MAAM (Roma).

Il vernissage è ad ingresso libero ma è consigliata la prenotazione al link: https://eventi.borgoturrito.it/evento/rossi-cardinali


INFO
 
Francesco Petrone
Rossi Cardinali
Testo critico di Chiara Guidoni
 
Inaugurazione 14 giugno 2024 dalle ore 20.00 – ingresso libero
Consigliata la prenotazione su https://eventi.borgoturrito.it/evento/rossi-cardinali

Fino al 31 agosto 2024
Orari
: dal lunedì al sabato 8:30-13:00 / 16:00-20:00; domenica 8:30-13:00

Borgo Turrito
Borgo Incoronata – Foggia
info@borgoturrito.it
tel 0881810141
www.borgoturrito.it
 
Ufficio stampa
Roberta Melasecca_Melasecca PressOffice – blowart
roberta.melasecca@gmail.cominfo@melaseccapressoffice.it
tel. 3494945612
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Pubblicato il 4 giugno 2004