Messina: Delegazione di Parlamentari Greci e Ciprioti in visita alla BRUM “Giacomo Longo”

Nella mattinata di mercoledì 26 giugno u.s., la Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina ha avuto il privilegio di ricevere in visita, presso la Sede Centrale di Istituto, una rappresentanza di Deputati del Parlamento Greco e Cipriota, membri dell’Associazione Interparlamentare Ortodossa.

Il momento di incontro, su provvida richiesta del Presidente della Comunità Ellenica dello Stretto, Prof. Daniele Macris, accolta con vivo apprezzamento dalla Direttrice, Avv. Tommasa Siragusa, anche quale significante divulgazione nel solco della capillare valorizzazione, fra il posseduto della Biblioteca “Longo”, della eccellenza costituita dalla Collezione di manoscritti e rotoli del FONDO DEL SS. SALVATORE, si è svolto presso la Sala Lettura d’Istituto.

Gli illustri Ospiti, tra i quali il Vicepresidente del Parlamento greco, On. Athanasios Bouras, e i Deputati On. Massimo Harakopoulos, Segretario generale dell’A.I.O., Panas, Davakis, Leontaridhis, Sarakiotis, accompagnati dal Delegato della Assemblea Interparlamentare Ortodossa per i rapporti con le istituzioni cattoliche, Dott. Virgilio Avato, e dal Vicepresidente della Comunità Ellenica dello Stretto, Dott. Giuseppe Carbone – che per l’occasione si sono prestati al ruolo di interpreti – hanno potuto ammirare alcuni rari e pregiati manoscritti del Fondo in parola, tangibile espressione del legame che unisce Messina e l’area dello Stretto alla cultura classica, bizantina e greca medievale. La Direttrice ha illustrato la storia dell’Archimandritato e dei Cenobi fin dalla prima fondazione, risalente al Gran Conte Ruggero su preesistenti rovine bizantine, passando per la seconda in epoca normanna, con Ruggero II, per giungere al periodo svevo di Guglielmo II e Federico II, fino al declino a partire dal XIV sec. La stessa Direttrice ha poi evidenziato i cambi di sede, dal braccio di San. Raineri alla spianata dei Greci, l’eterogeneità dei manoscritti, sotto il profilo codicologico e paleografico, la maggiore appartenenza a quelli pergamenacei e i caratteri in maggioranza greci. Si sono anche attenzionati i tre inventari del XVI sec., e il contenuto per lo più agiografico dei manoscritti, che in maggioranza risalgono al XII sec. Ha, infine, risposto alle molteplici interessanti domande espresse dal parterre d’eccellenza. E’ stata poi la volta dei funzionari del settore Fondi Antichi della Nostra Biblioteca, che hanno reso opportune delucidazioni sul prezioso materiale in esposizione, rispondendo alle numerose e legittime curiosità degli affascinati astanti. Al termine è stato fatto dono alla Biblioteca da parte dei Rappresentanti dell’A.I.O. del volume “Santa Sofia: i templi della speranza di Dio”, unitamente a preziose immagini iconografiche.

Presente per la stampa la dott.ssa Maria Cristina Provenzano, Direttrice della testata locale on line “News Messina”.

(a cura di Maria Rita Morgana)


Ufficio Relazioni con il Pubblico
La Referente URP Funz. Dir.
Maria Rita Morgana
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tel. 090674564  


Mrs Thomas Gainsborough in visita a Bologna dalla collezione Rau per l’UNICEF

Dopo Pompeo Batoni, dal 29 giugno al 6 ottobre 2024 i Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna presentano al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini un nuovo focus monografico incentrato su un’unica opera di un altro dei massimi protagonisti della pittura europea del Settecento con il dipinto Portrait of Mrs Gainsborough (Ritratto della signora Gainsborough) di Thomas Gainsborough (Sudbury, 1727 – Londra, 1788).
L’opera proviene dall’Arp Museum Bahnhof Rolandseck di Remagen, in Germania, dove è conservata grazie a un prestito a lungo termine come parte della collezione di Gustav Rau.

L’inaugurazione si svolge venerdì 28 giugno 2024 alle ore 17.30.

Settore Musei Civici d’Arte Antica | Musei Civici d’Arte Antica

Mrs Thomas Gainsborough in visita a Bologna dalla collezione Rau per l’UNICEF
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti

29 giugno – 6 ottobre 2024Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44, Bologna
www.museibologna.it/daviabargellini


Inaugurazione venerdì 28 giugno 2024 ore 17.30


Mostra promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica e Arp Museum Bahnhof Rolandseck

L’eccezionale opportunità espositiva si inserisce nell’ambito della rassegna Ospiti promossa fin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna come attività di valorizzazione del patrimonio e sviluppo delle relazioni scientifiche con istituzioni museali italiane e internazionali, attraverso lo scambio di opere attivato in occasione di prestiti per esposizioni temporanee. 

L’opera del grande pittore inglese arriva a Bologna insieme al dipinto di Lavinia Fontana (Bologna, 1552 – Roma, 1614) Giuditta con la testa di Oloferne, che fa ritorno al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini dopo un lungo periodo di uscita temporanea in Europa per alcune esposizioni di alto profilo culturale. Il capolavoro della celebre artista bolognese, universalmente considerata nella storia dell’arte occidentale la prima donna a lavorare come professionista, è stato protagonista della mostra personale Lavinia Fontana: Trailblazer, Rule Breaker alla National Gallery of Ireland di Dublino (6 maggio – 27 agosto 2023), e in seguito della collettiva Maestras. Women Artists 1500-1900 nelle due tappe che si sono svolte presso il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza a Madrid (31 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024) e l’Arp Museum Bahnhof Rolandseck a Remagen (25 febbraio – 16 giugno 2024).

L’iniziativa, curata da Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti, offre l’occasione per ammirare lo straordinario virtuosismo di Thomas Gainsborough, celebre per i raffinati paesaggi naturalistici e i numerosi ritratti ufficiali di esponenti dell’alta borghesia e aristocrazia britanniche, attraverso una raffigurazione della moglie Margaret Burr (Sudbury, 1728 ca. – Londra, 1798). Eseguito intorno al 1777, il dipinto esemplifica la capacità dell’artista di restituire con fare improvvisatorio e sorprendente immediatezza la fisionomia dei suoi ‘modelli’, rendendoli quanto mai naturali e spontanei.

Nato nel 1727 a Sudbury, città mercantile nella contea orientale del Suffolk, Gainsborough si reca ancora giovanissimo a Londra, dove compie il proprio apprendistato tra il 1740 e il 1748. Dopo il matrimonio con Margaret Burr, figlia illegittima di Henry Somerset-Scudamore, III duca di Beaufort, divenuta sua sposa nel 1746, torna a Sudbury intorno al 1749 per poi stabilirsi definitivamente nella capitale inglese nel 1774.

Capolavoro della sua prima produzione è il ritratto di Robert Andrews e della moglie Frances (Mr and Mrs Andrews, 1750 ca., Londra, National Gallery), una sorta di ‘scena di conversazione’ ambientata all’aria aperta, sullo sfondo di un bellissimo paesaggio gonfio di nubi, in cui con disinvolta informalità, in realtà solo apparente, i due esponenti della landed gentry sono raffigurati nella loro verdeggiante proprietà terriera.

Acquisita quindi una sicura padronanza dei mezzi espressivi, dopo una lunga permanenza a Ipswick (1752-1758), Gainsborough si trasferisce a Bath, cittadina termale, promettente luogo di commissioni perché frequentata da facoltosi visitatori. In effetti, il successo non tarda a rivelarsi: il pittore si afferma come ritrattista, riuscendo a rendersi interprete delle esigenze di una clientela abbiente e aristocratica in effigi di dimensioni anche ambiziose – non solo busti, ma figure intere, grandi al naturale – di tono ufficiale.

Innumerevoli esempi dimostrano le peculiarità stilistiche di una maniera che sa rinnovare la psicologia sottile e l’eleganza nervosa della ritrattistica di Antoon van Dick alla luce di una naturalezza apparentemente spontanea. Stupisce, inoltre, la verisimiglianza raggiunta nella resa dei ‘modelli’ (“such very great likeness”, scriveva Elizabeth Orlebar nel 1774, dopo aver visitato lo studio di Gainsborough a Bath), che condurrà il pittore ad insidiare l’autorevolezza di Sir Joshua Reynolds, fondatore e presidente della londinese Royal Academy of Arts, artefice di una ritrattistica volta principalmente a scoprire e a risaltare negli effigiati la loro elevata dignità umana, la loro levatura morale, le loro qualità ‘immortali’.

Fin dalla fondazione nel 1768 anche Gainsborough fa parte dell’importante istituzione londinese, partecipando alle esposizioni annuali con l’invio di suoi quadri. Ma nel 1774 è pronto per il definitivo salto di carriera, che si attua con il trasferimento a Londra, dove ottiene anche il privilegio di ritrarre i componenti della famiglia reale.

Appartiene a questa fase più tarda – Gainsborough morirà di malattia nel 1788 – la famosa Passeggiata mattutina (Mr and Mrs William Hallett (‘The Morning Walk’), 1785, Londra, National Gallery), doppio ritratto di William Hallett con la moglie Elizabeth, malinconici e assorti nella loro fugace e informale comparsa entro un suggestivo paesaggio indefinito.

La medesima nota estemporanea si rinviene nel quadro in mostra, che raffigura con velocità sicura e a tratti sprezzata l’ormai cinquantenne moglie di Gainsborough. A Margaret, il pittore dedica nel corso della vita numerosi ritratti – sembra uno ogni anno, in occasione dell’anniversario del loro matrimonio – così come alle figlie Mary e Margaret – si veda la nuovissima invenzione delle due bambine alla rincorsa di una farfalla (Londra, National Gallery; circa 1756) – in immagini dal carattere privato, privo di sofisticherie. Ma soltanto pochi di questi dipinti sono giunti fino a noi.

Nel catalogo pubblicato in occasione della mostra La collezione Rau. Da Beato Angelico a Renoir a Morandi. Sei secoli di grande pittura europea presentata all’Accademia Carrara di Bergamo (31 gennaio – 1 maggio 2002), Cécile Bouleau scrive a proposito dell’opera: “Percepiamo tutta la tenerezza che il pittore prova verso il modello: ha eseguito con grande attenzione il bel viso, dall’espressione un poco triste e stanca, trattando invece gli elementi di abbigliamento in modo rapido e brioso. I toni caldi del bruno e del rosso, la pennellata vibrante e sicura rendono il ritratto commovente pieno di vita e di spontaneità”.

Un affine spirito di naturalezza si coglie nel ritratto di Johann Christian Bach realizzato dallo stesso Gainsborough intorno al 1775-1776 e conservato a Bologna presso il Museo internazionale e biblioteca della musica (una seconda versione si trova presso la National Portrait Gallery di Londra). Figlio del celebre compositore Johann Sebastian, anche Johann Christian avrebbe seguito la carriera musicale del padre, divenendo organista e operista dopo essere stato allievo, qui in città, del frate francescano Giovanni Battista Martini, cui avrebbe poi fatto pervenire la propria immagine in segno di gratitudine e amicizia.

Il Ritratto della signora Gainsborough in mostra appartiene alla collezione di Gustav Rau (1922 – 2022), medico e filantropo che nell’arco di 40 anni ha raccolto una delle più belle e importanti collezioni d’arte private, nota a livello mondiale. La raccolta si compone di 275 opere, tra dipinti e sculture, che documentano le principali scuole artistiche europee – dai primitivi italiani alla pittura rinascimentale, manierista e barocca, dall’arte impressionista a quella moderna del XX secolo fino a Giorgio Morandi – oltre a oggetti e mobili.

Anche nelle sue scelte collezionistiche, Rau ha espresso un particolare interesse per le persone: numerosi sono infatti i ritratti presenti, tra cui spiccano quelli eseguiti da El Greco, Pierre-Auguste Renoir Camille Pissarro ed Edgar Degas.
Nel 1999 Rau ha donato la sua straordinaria raccolta alla Fondazione UNICEF Germania, con lo scopo di aiutare i bambini bisognosi di tutto il mondo. Le sue volontà testamentarie prevedono che i dipinti e le sculture più preziose vengano rese accessibili al pubblico per una durata di 18 anni, attraverso la loro esposizione nei musei di tutto il mondo. Fino al 2026 ciò avverrà nella Kunstkammer Rau, appositamente allestita nell’Arp Museum Bahnhof Rolandseck.
Altri pezzi della collezione sono stati posti in vendita a favore di programmi di sostegno a lungo termine per l’infanzia in difficoltà.

Per maggiori informazioni:
arpmuseum.org/en/museum/museum/collections/the-rau-collection-for-unicef.html
www.unicef.de/informieren/sammlung-rau-fuer-unicef

Durante il periodo di apertura sono proposte visite guidate alla mostra in italiano e in inglese, con ingresso gratuito e senza prenotazione:
sabato 29 giugno ore 17.00
sabato 20 luglio ore 11.00 (in inglese)
sabato 3 agosto ore 11.00 (in inglese)
sabato 14 settembre ore 17.00
sabato 5 ottobre ore 17.00
domenica 6 ottobre ore 11.30.
Le visite guidate hanno una durata di 30 minuti e sono a cura di RTI Senza titolo s.r.l., ASTER s.r.l. e Tecnoscienza.

La mostra Mrs Thomas Gainsborough in visita a Bologna dalla collezione Rau per l’UNICEF fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.


Mostra
Mrs Thomas Gainsborough in visita a Bologna dalla collezione Rau per l’UNICEF

A cura di
Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti

Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica e Arp Museum Bahnhof Rolandseck

Sede
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44, Bologna

Periodo di apertura
29 giugno – 6 ottobre 2024

Inaugurazione
Venerdì 28 giugno 2024 ore 17.00

Orario di apertura
Martedì, mercoledì, giovedì 10.00 – 15.00
Venerdì 14.00 – 18.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 18.30
Chiuso lunedì non festivi

Ingresso
Gratuito

Informazioni
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/daviabargellini
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Ufficio Stampa / Press Office Settore Musei Civici Bologna
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Associazione Stampa Estera a Roma – Palazzo Grazioli: “PUGLIA. A WAY OF LIFE”

Attrattiva, innovativa e sostenibile. È questa la Puglia che si afferma come brand riconoscibile a livello nazionale e internazionale: sostenuta da valori come qualità della vita, autenticità e identità. Un modello virtuoso di progresso economico e sociale che si consolida grazie alla valorizzazione delle attività culturali e alla gestione strategica del turismo.

Questo modello di successo è al centro della quarta edizione del workshop “Puglia, a way of life” che si terrà giovedì 27 giugno alle 16,00, nella sala conferenze della Stampa Estera, a Palazzo Grazioli (via del Plebiscito, 102) a Roma. Un focus su uno stile di vita, appunto il “way of life”, che si indirizza verso il benessere inteso in senso ampio, favorendo uno stretto legame con il territorio. L’utilizzo strategico delle risorse comunitarie, la valorizzazione della cultura, il posizionamento alto delle attività produttive, una comunicazione efficace sono i punti principali di un’attrattività che coinvolge residenti e turisti.

IL 27 GIUGNO A ROMA LA QUARTA EDIZIONE DEL WORKSHOP

“Puglia, a way of life”
Stile di vita sostenibile fondato sulla cultura


Il brand Puglia, fra cultura, turismo, economia e benessere, sarà raccontato nella sede della Stampa Estera a Palazzo Grazioli. “Special guest” Luca Bianchi, direttore Svimez. Video collegamento con l’Amerigo Vespucci. “Guest star” la pianista Beatrice Rana

“Puglia, a way of life” è un evento per ragionare su un modello integrato di promozione della qualità della vita che riguarda le persone e le comunità, attraverso pratiche che trovano il loro fondamento nel patrimonio materiale e immateriale della regione. Verranno forniti strumenti per acquisire un approccio multidisciplinare ai contenuti culturali, attraverso l’analisi di elementi, dati e nuove strategie.

I lavori verranno avviati da Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia.
“Special guest” sarà Luca Bianchi, direttore generale della Svimez, esperto in economia e politiche di sviluppo territoriale.

Al talk che seguirà, moderato dal Direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” Mimmo Mazza, parteciperanno alcuni dei protagonisti dell’attività e della programmazione regionale. L’approfondimento sarà indirizzato sul concetto di welfare culturale per rilanciare contaminazioni e interazioni innovative tra salute, sostenibilità ambientale, coesione sociale e sviluppo. Sinergia sancita a livello mondiale dall’OMS, UNESCO e Agenda per lo Sviluppo Sostenibile (Agenda ONU 2030).

Interverranno gli assessori della Regione Puglia: Gianfranco Lopane (turismo) e Viviana Matrangola (cultura e legalità), che faranno il punto sugli indirizzi delle loro attività; Paolo Ponzio, presidente del Teatro Pubblico Pugliese, Consorzio regionale per le arti e la cultura; Gianna Elisa Berlingerio direttrice del Dipartimento sviluppo economico della Regione Puglia; Aldo Patruno, direttore del Dipartimento turismo, economia della cultura e valorizzazione del territorio della Regione Puglia.

Quindi saranno raccontate due attività di alto valore culturale.
Michele Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi, presenterà il trailer del docufilm “L’utopia della Valle” di Leo Muscato, realizzato per la celebrazione dei 50 anni del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca (Taranto), una delle più antiche manifestazioni estive dedicate all’opera lirica.
Pierangelo Argentieri, presidente della Rete d’imprese Micexperience, illustrerà la mostra “G7: sette secoli d’arte italiana” allestita nel castello di Mesagne (Brindisi).

Seguirà il collegamento video in esclusiva con l’Amerigo Vespucci, che molti considerano “la nave più bella del mondo”. Il veliero sta compiendo il giro del mondo con un tour che tocca 28 Paesi: un vero e proprio ambasciatore delle eccellenze italiane all’estero.

“Guest star” dell’evento sarà Beatrice Rana, giovane musicista pugliese, diventata una stella internazionale del pianoforte, che presenterà la prossima edizione del Festival “Classiche forme”, in programma dal 14 al 21 luglio 2024 a Lecce.

Le considerazioni conclusive saranno affidate a Rocco De Franchi, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Puglia.



info: pugliaawayoflife@gmail.com

Ufficio stampa:
CULTURALIA
info@culturaliart.com
+39-0516569105

ESPERA COOP ufficiostampaespera@gmail.com
Jessica Niglio – Laura Casciotti

Roma, Villa Altieri: DISCUSSIONE APERTA. Il valore dell’opera nell’arte contemporanea

In occasione del finissage della mostra Opera Unica* di Angelo Gallo, A-HEAD Project di Angelo Azzurro ONLUS e l’artista invitano, giovedì 27 giugno 2024 dalle ore 17.30, ad una discussione aperta rivolta ad artisti, curatori, critici, galleristi, direttori di musei, addetti ai lavori e appassionati, sul valore poetico ed economico dell’opera nel sistema dell’arte contemporanea, durante la quale ognuno potrà intervenire e contribuire all’approfondimento del tema proposto.

A-Head Project
presenta
 
DISCUSSIONE APERTA
Il valore dell’opera nell’arte contemporanea
 
Finissage Opera Unica* di Angelo Gallo

27 giugno 2024 ore 17.30

 
Villa Altieri – Città Metropolitana di Roma Capitale
Viale Manzoni 47 – Roma

L’incontro si presenta come un naturale proseguimento della riflessione avviata alcuni anni fa da Angelo Gallo e il curatore A-HEAD Project,Piero Gagliardi, in relazione al concetto di riproducibilità e tiratura della grafica d’arte, dalla quale poi sono nati la prima tappa del progetto a Cosenza presso il Museo dei Bretti e degli Enotri e il secondo appuntamento a Villa Altieri.

Opera Unica*, a cura di Simona Spinella e con i testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli, promosso da A-HEAD Project di Angelo Azzurro ONLUScon il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale, comprende, infatti, alcune opere storiche dell’artista, quali Gli uccelli senza ali (2015-2017), Assenza (2016), la serie delle Anatomie forzate (2020), Random recipient (2018-2021); i quadri luminosi della serie Anatomie forzate (2024), le installazioni Waiting (2022), T(w)O Edge_due bordi al limite (2023), Studio della sensibilità dell’attesa (2024), e due opere della serie Opera unica di possibile tiratura illimitata.

Angelo Gallo nasce a Cetraro il 20 giugno 1988. L’infanzia e l’adolescenza la trascorre a Fagnano Castello, in provincia di Cosenza. Frequenta L’I.T.C.G. “E. Fermi” di San Marco Argentano diplomandosi come Perito Tecnico. Durante gli anni delle superiori si appassiona alla grafica e alla programmazione. Partecipa a vari seminari di Redazione, di Media-marketing e Comunicazione tramite Assform Confindustria Rimini. Ad un anno dal diploma consegue la qualifica professionale come “Progettista sicurezza informatica e web”. Si iscrive al corso di laurea in Informatica di SMFN presso l’Unical di Rende e dopo tre anni decide di cambiare percorso. Si trasferisce così all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro dove trova il suo mondo riuscendo ad esprimersi ed a sviluppare il suo percorso diplomandosi di I e II livello. Seguito da noti critici e curatori, è presente in tutte le manifestazioni artistiche di rilevo e porta avanti la sua ricerca etico/artistica che è in continua evoluzione. Dal 2019 ha fondato il Laboratorio Sostenibile di via Gaeta, un laboratorio di incisione alla ricerca delle metodologie sostitutive Non-Toxic in stretta connessione con la Galleria 291Est/Inc. di Roma. Conosciuto particolarmente per le serie delle Anatomie Forzate, la serie delle Anatomie Sensibili e per l’unconventional Mail-Art Project “Random Recipient”.


Il progetto A-HEAD nasce nel 2017 dalla collaborazione tra l’Associazione Angelo Azzurro ONLUS ed artisti di respiro internazionale, per produrre eventi artistici a Roma ed in altre città europee contro lo stigma della malattia mentale. Con il progetto A-HEAD Angelo Azzurro mira a sviluppare un percorso informativo e conoscitivo delle malattie mentali attraverso l’arte, sostenendo in maniera attiva l’arte contemporanea e gli artisti che collaborano ai vari laboratori che da anni l’Associazione svolge accanto alle attività di psicoterapia più tradizionali. Data la natura benefica del progetto, con A-HEAD la cultura, nell’accezione più ampia del termine, diviene un motore generatore di sanità, nella misura in cui i ricavati sono devoluti a favore di progetti riabilitativi della Onlus Angelo Azzurro, legati alla creatività, intesa come caratteristica prettamente umana, fondamentale per lo sviluppo di una sana interiorità. Lo scopo globale del progetto è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà a reintegrarsi a pieno nella società, attraverso lo sviluppo di nuove capacità lavorative e creative. Dal 2022, la Onlus romana ha inoltre istituito con il Progetto A-HEAD la Prima Edizione del Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti” promosso da A-HEAD Project – Angelo Azzurro ONLUS, e dedicato alla memoria di Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti, due figure centrali che hanno contribuito in modo determinante alla connessione tra la ONLUS dedicata alla lotta contro lo stigma dei disturbi mentali e il settore dell’arte, con la successiva nascita del progetto A-HEAD. Da circa due anni è nato un progetto Editoriale, inizialmente AHEAD Edizioni Diari D’Arte curato e fondato dal Dott Piero Gagliardi e quest’anno Angelo Azzurro Edizioni – linea editoriale specializzata in pubblicazioni letterarie sull’approfondimento di tematiche sociali connesse al teatro, alla letteratura, alla poesia, alla psichiatria e alla psicanalisi diretta dal Dott Giuseppe Capparelli.


A-Head Project – Opera Unica* di Angelo Gallo
Promossa da A-Head – Angelo Azzurro Onlus
Con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale
A cura di Simona Spinella – Testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli
 
Fino al 27 giugno 2024
Villa Altieri – Città Metropolitana di Roma Capitale
Viale Manzoni 47 – Roma
Orari: dal lunedì al giovedì ore: 9.00-19.00; venerdì 9.00-17.00
 
Angelo Azzurro ONLUS
infoangeloazzurro@gmail.com – tel. 3386757976
https://associazioneangeloazzurro.org
www.facebook.com/Aheadangeloazzurrowww.instagram.com/angelo_azzurro_onlus

Ufficio Stampa Angelo Azzurro
Alessio Morganti
alessio.mrg@hotmail.it – tel. 3401472901
Barbara Speca
barbaraspeca@libero.it
 
Ufficio stampa A-HEAD
Roberta Melasecca_Interno 14 next – Melasecca PressOffice
roberta.melasecca@gmail.com – tel. 3494945612
cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

Brescia: “They come from North”. Esposizione personale di Prasad Hettiarachchi

Dal 27 giugno al 5 luglio, presso CARME in Via delle Battaglie 61/1 a Brescia, sarà possibile visitare la mostra “They come from North“, una residenza artistica itinerante di Prasad Hettiarachchi. L’esposizione, aperta tutti i giorni dalle 18 alle 21 con ingresso gratuito, presenta un’ampia selezione delle opere dell’artista multidisciplinare originario di Colombo, Sri Lanka, realizzate dal 2019 ad oggi.

Oggi, 27 giugno, alle ore 19.30 si terrà negli spazi dell’Associazione culturale C.AR.M.E il vernissage della mostra They come from North. Personale di Prasad Hettiarachchi
La mostra è protagonista di un tour mondiale. 

Il 27 giugno, alle 18.30, si terrà un talk dal titolo “Il potenziale decoloniale e disobbediente del cinema espanso”. Durante l’evento sarà presentato il concept book “Crazy Fish Sing” e si terrà una conversazione con il curatore Simone Brioni, il produttore Graziano Chiscuzzu, il docente di cinema Angelo Cioffi e il regista Suranga Katugampala. A seguire, alle 19.30, ci sarà il vernissage della mostra.

They come from North è un progetto di Kaiya Collective e Terzo Paesaggio, in collaborazione con 5e6, Fondazione Pianoterra e Hypereden. Questa iniziativa continua la ricerca sui linguaggi artistici e gli immaginari esplorati nel lungometraggio “Still Here” di Suranga Katugampala. La residenza risponde a un’urgenza creativa disobbediente, lontana dai meccanismi neocoloniali di sfruttamento degli artisti del Global South. L’intera operazione è sostenuta da una struttura organizzativa leggera e un budget autofinanziato nelle prime fasi, creando una connessione tra realtà locali e outsider del mondo artistico e culturale.

Prasad Hettiarachchi è un artista raffinato e engagé, che da anni osserva e rappresenta le trasformazioni sociali e urbane causate dalla nuova colonizzazione indiana e cinese dello Sri Lanka. Le sue opere esplorano l’impatto dello sviluppo urbanistico sul quartiere popolare di Slave Island a Colombo, evidenziando la gentrificazione aggressiva che minaccia la comunità locale.

Nelle illustrazioni dedicate a Slave Island, Hettiarachchi crea paesaggi astratti in cui le architetture tradizionali galleggiano accanto a cantieri minacciosi e creature inquietanti. Le gru, con i loro artigli, afferrano misteriosi sacchi intrecciati ai capelli degli abitanti, simbolizzando memorie, sogni e paure di un popolo espropriato.

La serie “The Architect” rimanda all’India e alle sue tensioni storiche con lo Sri Lanka, presentando figure di architetti come nuovi guru di uno sviluppo selvaggio. Le opere di Hettiarachchi, intrise di simbolismi e stratificazioni, offrono una critica all’urbanizzazione selvaggia e all’imposizione di una modernità globalizzata.

La visione dell’artista, influenzata dall’ideologia marxista e dal pensiero gramsciano, propone un’interpretazione postcoloniale delle dinamiche di potere che sostituiscono il pensiero critico con nuovi sogni di infrastrutture scintillanti.

“They come from North” è dunque un’esposizione che invita a riflettere sulle contraddizioni del progresso e sulle implicazioni sociali ed economiche della nuova colonizzazione asiatica nello Sri Lanka. Un appuntamento imperdibile per chi desidera esplorare l’arte come strumento di critica e resistenza.

Hettiarachchi originario del quartiere Rajagiriya (Colombo) eredita la passione per l’arte dal padre, artigiano del legno specializzato nelle costruzioni di lanterne rituali.

 Si forma in Pittura Murale e Archeologia presso la Postgraduate Institute of Archaeology, University of Kelaniya, e dopo una breve parentesi nel mondo della pubblicità nel 2010 decide di dedicarsi interamente all’arte.

Collabora inizialmente con il Theertha Artists’ Collective per poi concentrarsi in una ricerca personale che lo porta a sperimentare diverse tecniche e linguaggi.

Alla produzione di raffinate illustrazioni ispirate all’arte della miniature si aggiungono negli anni l’arte murale, l’intaglio, la scultura, la videoarte, il design e la Land Art.

Dal 2016 al 2022  in  collaborazione con il Central Cultural Fund (Matara District Project) realizza  importanti interventi di restauro di dipinti di antichi templi buddisti.

Dal 2022 entra a far parte di Kaiya Collective, collettivo di artisti multidisciplinari.

Partecipa ai side projects Tropicale Urbano e La stagione delle grandi cacce, nati intorno al lungometraggio Still Here di Suranga Katugampala di cui insieme ad Alessandra Orlando è scenografo.

È illustratore del concept book Crazy Fish Sing

Crazy Fish Sing è un libro d’arte visiva che trae ispirazione da Still Here, un film di Suranga Katugampala. Situato in un territorio sperimentale al confine tra il noir e il documentario, il film è girato a Colombo, nello Sri Lanka, e a Milano, in Italia. Muovendosi attraverso geografie reali, immaginarie e affettive, Crazy Fish Sing offre una prospettiva unica sulla realizzazione di Still Here e su alcuni temi di questo film, come l’ibridità culturale, l’urbanizzazione e il realismo.

Il progetto promosso da Terzo Paesaggio in collaborazione con Kaiya Collective, 5e6film, Fondazione Pianoterra, Stony Brook University e pubblicato da Yogurt Editions,  è realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito di Italian Council (12a edizione, 2023), il programma di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana.

Suranga Katugampala, nato in Sri Lanka e formatosi in Italia, fa parte di quella generazione di artisti con un background internazionale che sta rivitalizzando l’arte contemporanea italiana. Partendo da un’osservazione del reale Katugampala sperimenta una pratica cinematografica partecipativa e transdisciplinare dove la riflessione sui generi, in particolare il neo-noir e il cinema erotico si unisce ad un’anatomia del territorio, creando una cifra stilistica che sfugge ad ogni categorizzazione. Assieme a compagni di avventura Suranga fonda il collettivo / casa di produzione, Kaiya Collective, con l’ambizione di esplorare pratiche cinematografiche che costantemente interrogano il senso contemporaneo di immagine e suono. Sviluppa diversi progetti di video-installazione, come “A city born from the indian Ocean”,  e “La stagione delle grandi cacce”. Ha appena finito di post produrre il suo nuovo film, che sarà battezzato nel 2024.


Ufficio stampa
Valeria Magnoli ufficiostampa@carmebrescia.it

Progetto realizzato con il contributo di

Rocca Malatestiana di Verucchio: “Itinerari viaggianti: esplora, sogna, scopri”

Nel cuore pulsante della Romagna, all’interno della Rocca Malatestiana di Verucchio, dal 21/7/2024 al 31/8/2024 prende vita la mostra d’arte “Itinerari viaggianti: esplora, sogna, scopri” a cura del collettivo artistico Ko.Art.

Un percorso espositivo all’interno delle splendide mura della rocca, in cui si spazierà tra quadri, sculture, installazioni, fotografie e poesie di vari artisti. Il tema che fa da filo conduttore a tutto l’itinerario è il viaggio, nella sua accezione più ampia.

La mostra sarà inaugurata il 21/7 alle ore 18.00. A seguito di una breve dinamica presentazione, verrà offerto un aperitivo per celebrare insieme l’inizio di questo viaggio.


Da KoArt kollettivo.artisti@gmail.com
Serena Pironi

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna: La ricerca polivalente del centro video arte di Ferrara

Dal 27 giugno al 13 ottobre 2024 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la mostra UNA RICERCA POLIVALENTE. ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA nella Project Room, lo spazio che dal 2018 propone esposizioni aventi come focus i fenomeni, gli eventi, le personalità e le organizzazioni che hanno avuto un ruolo fondamentale nella recente storia culturale di Bologna e dell’Emilia-Romagna.

Il progetto, realizzato attraverso una collaborazione tra il museo bolognese e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curato da Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile delle Gallerie ferraresi, e Uliana Zanetti, responsabile del patrimonio del MAMbo, intende celebrare le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape.

Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

UNA RICERCA POLIVALENTE

ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA
A cura di Chiara Vorrasi e Uliana Zanetti

27 giugno – 13 ottobre 2024
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Project Room
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna 
www.museibologna.it/mambo

Ideato da Lola Bonora nel 1973, e da lei stessa guidato per l’intero corso della sua durata, il Centro Video Arte diviene sin dal suo esordio parte integrante della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara diretta da Franco Farina.
Avvalendosi del supporto tecnico di Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi, il Centro esplora ogni possibilità di applicazione del video in ambito artistico, spaziando dalla video-documentazione alla produzione di video-opere, dall’impiego del video-tape in chiave didattica alla sua sperimentazione in interventi di carattere sociale.

In relazione alle profonde trasformazioni in corso all’epoca, tanto sul piano politico-amministrativo quanto su quello artistico, il Centro declina le potenzialità produttive e comunicative dei nuovi mezzi tecnologici non solo agendo sul versante dell’informazione e della divulgazione, ma anche incentivando lo sviluppo di nuove forme d’arte e di pratiche inedite di coinvolgimento e partecipazione.

Già nel 1973 il Centro Video Arte sperimenta la produzione di video-opere monocanale grazie alla collaborazione con Fabrizio Plessi, con il quale il Centro mantiene fitti e ininterrotti rapporti, sostenendone molte importanti produzioni.

Con l’artista vengono realizzati nel 1974 la versione definitiva di Acquabiografico – visibile al MAMbo nel capitolo dedicato al Centro Video Arte nella sezione Rilevamenti d’archivio della collezione permanente – e Travel, la cui premiazione al Festival Internazionale del Film d’Arte e di Biografie di artisti di Asolo del 1974 incoraggia la prosecuzione di questa attività, sollecitando altri artiste e artisti ad avvalersi delle competenze del Centro per le loro sperimentazioni e produzioni.

L’apertura nel 1977 della Sala Polivalente, anch’essa diretta da Lola Bonora, presso Palazzo Massari, nuova sede della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara, permette di ampliare la programmazione con performance, spettacoli musicali e teatrali, letture di poesia, rassegne cinematografiche e video, dibattiti, presentazioni, conferenze, puntualmente documentati dal Centro Video Arte.

Tra i moltissimi artisti ospitati si ricordano Vincenzo Agnetti, Luca Patella, Lamberto Pignotti, Marina Abramović e Ulay, Wolf Kahlen, Giuseppe Chiari, Federica Marangoni, Fried Rosenstock, Fabrizio Plessi, Claudio Ambrosini, Sylvano Bussotti, Michele Sambin, Christina Kubisch, Giovanni Mundula, Corrado Costa, Enzo Minarelli, Claudio Cintoli, Maurizio Bonora, Elio Marchegiani, Giuliano Giuman, Maurizio Cosua, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Klara Kuchta, Gina Pane, Nanda Vigo e William Xerra.

Fin dai primi anni il Centro Video Arte coltiva relazioni e collaborazioni non solo con artiste e artisti, ma anche con altri centri di produzione – in Italia, in particolare con la Galleria del Cavallino di Venezia – e con istituzioni internazionali, come il Centro de Arte e Comunicación di Buenos Aires e la New York University, figurando come protagonista in incontri e rassegne specialistici.

Già nel 1977 l’attività del Centro Video Arte viene presentata alla prima Settimana Internazionale della Performance alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna; negli anni successivi le opere prodotte circolano da Torino (Camera di Commercio, 1980) a Milano (Palazzo Reale, 1980), da Monaco di Baviera (Städtische Galerie im Lenbachhaus, 1981) a Parigi (Centre Georges Pompidou, 1982 e Gran Palais, 1984), da Locarno (Festival Videoart, 1983, 1984, Premio Laser d’Oro 1985) a New York (Museum of Modern Art, 1983).

La parallela organizzazione a Ferrara di importanti rassegne internazionali periodiche, come U-Tape (1982-1990), VideoSet (1985-1990), L’Immagine Elettronica (1989-1991) e Poliset (1991–1993), rafforza la reputazione internazionale del Centro Video Arte, che diventa uno dei principali punti di riferimento del settore grazie alla presenza di artisti come Buky Schwartz, David Dunn, Woody e Steina Vasulka, Bill Viola, Wolf Vostell, Jeffrey Shaw, Ulrike Rosenbach, Pipilotti Rist, Paul Mc Carthy e Shigeko Kubota.

Dagli inizi degli anni ’80 il Centro Video Arte si concentra principalmente sulla produzione di video-sculture e video-installazioni, sostenendo artisti come Michele Sambin (From Left to Right, Triennale di Milano, 1981), Maurizio Bonora (Ipnosi, 1985), Giorgio Cattani (Memory, 1985, Malatempora, 1985), Enzo Minarelli (La Bandiera, 1989), Vittorio Mascalchi, Giancarlo Bocchi, Alfredo Pirri, Giacomo Verde, Klaus Vom Bruch, Leonie Bodeving, Marie Delier, Catherine Ikam, Tina Keane, Muriel Olesen e, con particolare continuità, Fabrizio Plessi e Maurizio Camerani.

Di Plessi vengono realizzate Arco liquido (1981); Liquid Gravity Center (Sala Polivalente Ferrara, 1982; Musée d’Art Moderne, Villeneuve d’Ascq, 1984); Mare di marmo, 1985 (Install-Video-Side, Galleria d’Arte Moderna di Bologna, 1986); Bronx (Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, 1985); Water Wind (1985); Roma (Documenta VIII, Kassel, 1987); Tempo liquido (Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 1989), Materia prima (Kölnischer Kunstverein, Colonia, 1989); La stanza delle parole, 1990 (VideoFest e Galerie am Pariser Platz, Berlino, 1992).

Di Maurizio Camerani si segnalano, in particolare: Giardino italiano (1984); Corpi freddi (1986); La trave dell’equilibrio (1988); Progetto segreto (1988); VISTA DAL BASSO (1988), che rientra in un nucleo di opere esposte a Ferrara nel 1990 e premiate al Video Art Festival di Locarno 1991 – Addestramento; Bersaglio; Difesa Personale; Bussola; Circuito.

È con l’apporto decisivo del Centro Video Arte che la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, in collaborazione con la IV edizione dell’esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, inaugura nel 1986, nel contesto della rassegna Immagine elettronicaInstall-video-side, la prima mostra internazionale di video-installazioni che include Mare di marmo di Fabrizio Plessi. Ed è sempre con il supporto dei tecnici provenienti dal Centro Video Arte, sebbene ormai chiuso, che nel 1995, nella sede espositiva della Salara, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna allestisce un’altra video-installazione monumentale di Plessi per la mostra personale Bombay. I lavatoi dell’anima.

Intrecciando nuovamente i loro percorsi, il MAMbo e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara propongono ora un’agile esposizione che offre alcuni importanti saggi di due particolari percorsi operativi che, tra quelli sviluppati, hanno maggiormente caratterizzato il Centro Video Arte di Ferrara: la video-registrazione di performance da un lato e la video-scultura dall’altro.

Per il primo ambito – che si collega idealmente, approfondendolo, al capitolo dedicato al Centro Video Arte nella sezione Rilevamenti d’archivio della collezione permanente del MAMbo – sono state selezionate registrazioni di performance di Claudio AmbrosiniSylvano BussottiClaudio CintoliGiuseppe Chiari e Federica Marangoni, tutte provenienti dall’ingente archivio di videotape delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara – Centro Video Arte, da oltre un decennio oggetto di studio e di interventi di preservazione e di restauro realizzati in collaborazione con il Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali e della Camera Ottica dell’Università di Udine e grazie al sostegno della Fondazione Giuseppe Pianori di Ferrara.

La produzione di video-sculture è documentata da opere significative di tre artisti che hanno collaborato assiduamente con il Centro Video Arte di Ferrara: Fabrizio PlessiMaurizio Camerani ed Enzo Minarelli.

Di Maurizio Camerani è esposta VISTA DAL BASSO, realizzata nel 1988 per la monografica ai Musei Civici di Rimini, più volte riproposta in mostre personali e collettive e donata al MAMbo dall’artista per la presente occasione. L’opera è composta da quattro scale in ferro disposte a piramide, rese impercorribili da lastre di vetro e sormontate da quattro monitor che proiettano l’immagine di cime di alberi. Strumenti artificiali e tecnologici creano una distanza incolmabile e frustrante tra lo spettatore e la natura che genera una profonda nostalgia.

Altra video-scultura in mostra è La Bandiera, realizzata nel 1989 da Enzo Minarelli per l’edizione dello stesso anno dell’Immagine elettronica, ospitata al PAC – Padiglione per l’Arte Contemporanea di Ferrara. Affiancando e ancorando a un’asta tre piccoli monitor, ciascuno associato a un colore della bandiera italiana, Minarelli traspone in chiave tridimensionale il formato del video-poema, una delle tante dimensioni da lui esplorate nell’ambito della sua intensa attività di polipoeta dedito a ogni possibile forma di espressione poetica (lineare, sonora, gestuale, visuale) attraverso l’utilizzo di mezzi differenti (performance, stampa, registrazione su nastri audio e vinili, elaborazione in libri d’artista e in video).

Viene presentata infine, per la prima volta nella sua interezza, la serie di schizzi preparatori disegnati da Fabrizio Plessi tra il 1988 e il 1992 per il ciclo Le Stanze/Armadi, del quale solo alcuni progetti sono stati concretamente tradotti in opere tridimensionali, sempre con il supporto del Centro.

A illustrare il reale funzionamento e l’impatto di una delle numerose e complesse video-installazioni realizzate da Plessi con il Centro Video Arte, è un breve video a colori che documenta Tempo liquido, commissionata dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 1989.

La mostra fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.



Mostra
UNA RICERCA POLIVALENTE. ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA
A cura di Chiara Vorrasi e Uliana Zanetti
Promossa da Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara
Sede MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Giovanni Don Minzoni 14 | Bologna
Periodo di apertura 27 giugno – 13 ottobre 2024

Orari di apertura
Martedì e mercoledì h 14.00 -19.00
Giovedì h 14.00 – 20.00
Venerdì, sabato, domenica e festivi h 10.00 – 19.00
Chiuso lunedì non festivi
Ingresso
Intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura
Informazioni

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Giovanni Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.museibologna.it/mambo
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
X: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Facebook: Musei Civici Bologna
Instagram: @bolognamusei
X: @bolognamusei

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisabetta Severino – Tel. +39 051 6496658
e-mail elisabetta.severino@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel +39 051 2193469
e-mail silvia.tonelli@comune.bologna.it

A Roma “INVISIBILI”, la mostra fotografica di Giulio D’Ercole

Ogni artista ha dentro qualcosa di chi lo ha preceduto. Sono cinque le citazioni di alcuni grandi fotografi che in qualche modo hanno ispirato Giulio D’ERCOLE – documentarista e fotografo professionista con grande esperienza in Africa ed altri Paesi, docente di Fotografia all’Università Istituto Pantheon di Roma – nel suo lavoro. La prima è di Ansel Adams, “Nell’atto di fotografare porti tutte le immagini che hai visto, la musica che hai ascoltato, le persone che hai amato”; la seconda di Robert Frank,“ C’è una cosa che deve contenere la fotografia: l’umanità del momento”; la terza di Edward Steichen, “Un ritratto non è fatto nella macchina fotografica, ma su entrambi i lati di essa”; la quarta di Robert Capa: “Se la tua fotografia non è buona abbastanza è perché non eri abbastanza vicino” e infine la quinta,  di Henri Cartier-Bresson,“Fare una fotografia  vuol dire allineare la testa, l’occhio e il cuore. È un modo di vivere”.

Lungo queste direttrici, soprattutto, D’Ercole ha messo a punto la sua fotografia sui numerosi temi su cui si è soffermato il suo sguardo umano. Da ultimo, gli anziani, nella mostra fotografica “Invisibili”, promossa dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia e in corso presso Spazio Europa, in Via Quattro Novembre 149 a Roma, fino all’11 luglio.  L’esposizione si concentra sulla marginalizzazione che molti anziani vivono nelle città: le venti foto in mostra li colgono nei loro gesti quotidiani svelati con una cruda ma poetica visione. 

Rendere visibili gli invisibili, con delicatezza. E poesia.

A Roma “INVISIBILI”, la mostra fotografica di Giulio D’Ercole
 
A Spazio Europa, fino all’11 luglio 2024

La testa. Rientrato in Italia dopo i numerosi reportage in quattordici Paesi del mondo e dodici anni in Africa, Giulio D’Ercole ha colto un aspetto particolare della realtà italiana. Nelle nostre occidentali città dell’opulenza, tante situazioni di emergenza e marginalizzazione ignorate, tra cui la condizione degli anziani. Persone su cui si lascia scivolare lo sguardo senza guardarle davvero, come se fossero trasparenti, invisibili, appunto. Da un punto di vista umano – dice il fotografo nel suo intervento durante l’inaugurazione del 19 giugno scorso – è quasi naturale: a nessuno piace la solitudine. “Con questo progetto, realizzato grazie ad un endorsement autorevole e prestigioso come quello della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, l’obiettivo è quello di sensibilizzare su una condizione in cui potremmo trovarci tutti, nessuno escluso, un domani, ed aumentare la consapevolezza su un tema che è sociale, con risvolti anche economici. Ci sono sempre meno nascite e sempre più anziani, l’età media della nostra popolazione è di 48 anni, in Africa di 18. Rifiutandoci di posare lo sguardo su questa fascia enorme di popolazione stiamo rendendo invisibili noi stessi”.

L’occhio. L’occhio – dice D’Ercole – è lo stile. Come noi vediamo le cose. La tecnica fotografica utilizzata per le foto di questa mostra consiste nello scattare senza che il soggetto se ne renda conto. Foto “rubate”, foto non posate in cui cogliere “l’attimo decisivo” descritto da Cartier-Bresson, l’essenza più profonda delle persone. Ogni foto racconta una storia. La preferita tra queste storie, per un errore nell’allestimento, non è presente tra le 20 foto in mostra. Lo scatto ritraeva in diversi momenti un uomo con il suo cane, laddove l’uomo e l’animale, come neuroni-specchio, si muovevano all’unisono in una simbiosi assoluta, ma che raccontava anche tanta solitudine. Così come quella, invece presente in mostra, che ritrae invece una signora col suo cane, una foto triste, struggente, che trasmette, come ha detto un visitatore, un senso di abbandono più ancora che di solitudine. Un’altra foto, scattata nel 2016, profondamente radicata nel cuore del fotografo, è il primo piano di un uomo “di una volta”, seduto in un autobus, con la sua vecchia radiolina a transistor, tenuta assieme da un elastico, mentre ascolta la radiocronaca di una partita di calcio, lo sguardo perso al di là del vetro.

Il cuore.Le fotografie – spiega D’Ercole ‘avvengono’ da tutte e due i lati della macchina fotografica e ciascuna di esse contiene dento il mondo del fotografo. Non coscientemente, forse, ma a livello subliminale senz’altro. Nell’ordinare le venti fotografie selezionate per questa mostra ‘ho riconosciuto’ tutti i motivi profondi che mi hanno indotto a scattarle. Noi cristallizziamo la figura di un anziano nella sua apparenza attuale senza riuscire a vedere tutte le età, gli anni, i momenti precedenti della sua vita. Siamo incapaci di cogliere la stratificazione della sua esistenza. E così facendo, in qualche modo, perdiamo lo spessore di quella vita, riassumendola soltanto nel qui ed ora. Come diceva mia madre, ‘il brutto dell’invecchiare è che si diventa invisibili, non più oggetti di desiderio o anche solo di curiosità’. Qui ritrovo lo scopo del lavoro creativo del fotografo: andare nelle pieghe più intime delle persone, mettendosi sul loro stesso piano, alla stessa altezza di sguardo. Come in queste foto, mai scattate dall’alto verso il basso o dal basso verso l’alto. Nei venti scatti che ho scelto, poi, ritraggo persone sole. E quando si è soli non si parla. E qui ritrovo mio padre, che invecchiando calava nel silenzio, silenziato dalla vita. Da figlio è una cosa che evidentemente mi ha molto colpito. Tutto questo, che fa parte del mio mondo, è in queste 20 foto”.

Ad aprire l’inaugurazione della mostra Massimo PRONIO, Responsabile Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. “L’Unione europea – ha detto – è conscia del problema rappresentato dall’invecchiamento della popolazione e dai nuovi stili di vita che favoriscono l’emarginazione dei più anziani e lo affronta con politiche mirate a migliorare la loro qualità di vita e con azioni di sensibilizzazione. La mostra di Giulio D’Ercole parla con la sensibilità, ma anche la passione, che gli sono proprie, di questo tema, e ci è sembrata per queste ragioni rientrare perfettamente nell’alveo di queste azioni”. Pronio ha voluto quindi ringraziarlo e con lui lo staff che ha contribuito con competenza e dedizione all’allestimento e alla comunicazione della mostra: Ritalba Mazzara, Assistente comunicazione (grandi eventi); Manuela Sessa, Assistente comunicazione; Simona Zeppa, Team comunicazione e Lorenzo Massa, Segreteria organizzativa di Spazio Europa.


INVISIBILI | Mostra fotografica di Giulio D’ERCOLE | Roma, Spazio Europa – Via Quattro Novembre 149. Fino all’11 luglio 2024 | Orari: 07.30 – 18.30 dal lunedì al venerdì.
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Ufficio stampa
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com
 
Giulio D’Ercole
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Mestre (VE): “Horse Power” nuove sculture di Nico Vascellari a Villa Fürstenberg

Banca Ifis ha presentato, giovedì 20 giugno, l’installazione composta da nove sculture di Nico Vascellari (Vittorio Veneto, 1976) intitolata Horse Power, che porta a 23 il numero di opere esposte in permanenza nel Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, a Mestre (VE). Un progetto voluto dal Presidente della Banca, Ernesto Fürstenberg Fassio, e curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, che ha trasformato i 22 ettari del giardino di Villa Fürstenberg in un’esposizione a cielo aperto di sculture monumentali con opere dei maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali.

All’evento, organizzato nell’ambito di Ifis art – il brand ideato dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio che raccoglie tutte le iniziative realizzate dalla Banca per la valorizzazione dell’arte e della cultura – hanno partecipato lo stesso Presidente e l’artista, oltre che un numeroso pubblico di critici, giornalisti e autorità.

Banca Ifis ha presentato “Horse Power”, la serie di sculture di Nico Vascellari che entra nella collezione del Parco Internazionale di Scultura, e la nuova monografia dedicata all’artista.

“L’arte è un bene comune da preservare. Un ponte per avvicinare le persone, in particolar modo i giovani. L’attività artistica è infatti in grado di arricchire la dimensione personale, il pensiero e l’introspezione di ognuno di noi e il sostegno a tale disciplina diventa ancora più forte quando pubblico e privato agiscono sinergicamente per creare una circolarità legata all’economia della bellezza, in grado di coniugare attenzione e impatto positivo sul territorio. Il nostro Parco Internazionale di Scultura soddisfa tutto questo e la risposta positiva del pubblico che abbiamo avuto sin dalla sua apertura lo conferma. Questa serie di opere di Nico Vascellari, grazie al connubio tra forza umana, animale e meccanica, riesce a nutrire la nostra curiosità e creatività, insegnandoci ad avere cura del bene collettivo e, quindi, della nostra società” ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis.

Attraverso l’analisi dell’utilizzo di immagini di animali nell’industria automobilistica, Horse Power intende suggerire un’indagine del rapporto tra uomo, animale e macchina, il cui legame è spesso paradossale e contradditorio: se è inevitabile leggere al suo interno un contrasto tra natura e tecnologia, dall’altro le figure animali e la loro simbologia sono state centrali nello sviluppo estetico e identitario dell’industria automobilistica, nel design dei loghi così come nella scelta dei nomi delle varie parti meccaniche.

Per evidenziare tale rapporto, Vascellari ha sviluppato la serie scegliendo degli animali – dal lupo al cervo, dal cavallo al leone – ognuno dei quali è utilizzato come logo da una differente casa automobilistica. Le sculture Horse Power, prima di essere fuse in alluminio, sono state realizzate in cera e presentate nel 2019 alla Biennale di Lione. Ora queste sculture sono esposte permanentemente in un’area dedicata del Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis.

Come spesso accade nello stile di Nico Vascellari, interprete di diverse pratiche artistiche – tutte legate dal richiamo a una natura remota, primitiva, che permane però nel presente – alle sculture si accompagna una performance che ne testimonia la creazione, immortalata in questo caso in un video, Horse Power (2019), anch’esso entrato in collezione di Banca Ifis, che è stato proiettato su un ledwall nel corso della presentazione a

Villa Fürstenberg. Il video, della durata di 40 minuti, è stato girato come fosse un documentario: racconta quanto accaduto nel corso di tre giorni e due notti in un’ampia zona dismessa di Cinecittà, a Roma. A nove stuntmen è stato chiesto di condurre nove automobili il cui cofano anteriore era stato sostituito da un animale in scala 1:1 in cera. Ogni animale è stato scelto per la sua apparizione su un singolo o su una serie di loghi di marchi automobilistici. Il cavallo, ad esempio, si ritrova su Ferrari, Porsche e Mustang, mentre il lupo su Lobini e il leone su Peugeot. I conducenti, seguendo una serie di indicazioni per interpretare i comportamenti dei loro animali-auto, sono stati ripresi mentre emulavano questi atteggiamenti. Piano piano, con il calore il ventre di ciascun animale si è sciolto e ha inglobato il motore creando un essere composto da due carcasse, quella dell’animale e quella della macchina, che ha come organi vitali un motore. Effettivamente questo sta alla macchina come le viscere stanno all’animale, rappresentando la parte calda e viva dei corpi.

In occasione dell’evento è stata presentata anche la nuova monografia dedicata all’artista dal titolo Nico Vascellari Fossils Of Experience (Skira Arte) a cura di Cesare Biasini Selvaggi, promossa da Banca Ifis. Da Revenge, la performance e installazione alla LII Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, alla serie di sculture Horse Power nella collezione permanente del Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, il volume offre il racconto di oltre quindici anni di ricerche di Nico Vascellari, delle sue componenti distintive (il corpo, il volume, il suono), dei linguaggi di elezione (scultorei e performativi combinati con disegni, collage, video e sonorità), delle sue continue domande sulle relazioni tra uomo e natura, tra folklore e spiritualità̀.

A conclusione della presentazione, Banca Ifis ha annunciato il sostegno alla realizzazione di una nuova opera scultorea che Nico Vascellari, assieme a Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, sta progettando per Piazza della Signoria, dal titolo Fioretti. L’installazione sarà inaugurata a ottobre 2024.

Ifis art è il progetto voluto e ideato dal Presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio, che raccoglie tutte le iniziative realizzate dalla Banca per la valorizzazione dell’arte, della cultura, della creatività contemporanea e dei loro valori: dalla collezione d’arte al Parco Internazionale di Scultura, dal progetto di recupero dell’opera di Banksy e di restauro del Palazzo San Pantalon che la ospita, da Economia della Bellezza al sostegno di manifestazioni artistiche e culturali, da programmi di education a prodotti editoriali. Un progetto articolato e inedito che mette al centro il digitale, per rendere accessibile l’arte anche attraverso modalità innovative e alternative, lo sviluppo di partnership pubblico-private, per sostenere i territori, e supporto ai giovani per favorire sviluppo e inclusione sociale attraverso l’arte, oltre alla valorizzazione della biodiversità, per un dialogo armonico tra uomo e natura.

Ifis art si articola in una serie di iniziative, a partire dall’importante collezione d’arte che la Banca ha acquisito nel tempo, costituita da oltre 100 opere di 50 artisti, che spazia dall’arte classica a quella contemporanea. Alcune tra le più importanti opere della collezione hanno trovato la loro casa naturale nel Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis, un progetto curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, all’interno dei 22 ettari di giardino di Villa Fürstenberg, a Mestre. Il Parco ospita, ad oggi, 23 opere plastiche di dodici maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali: Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert, Giuseppe Penone e Nico Vascellari. La missione del Parco comprende, attraverso progetti anche temporanei (mostre, performance, workshop, giornate di studi), la “coltivazione” della biodiversità (ambientale, sociale, economica), dell’inclusione, dei valori e diritti collegati, e di reti sinergiche tra le imprese e il terzo settore della creatività contemporanea, prerequisito per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile nella nuova era della “economia della conoscenza e della giustizia sociale”. Il Parco è visitabile gratuitamente ogni domenica (escluse le festività), previa prenotazione tramite l’app dedicata “Ifis art”.

Nato nel 1976 a Vittorio Veneto vive e lavora tra Roma e Vittorio Veneto. La sua ricerca si articola e prende forma attraverso diverse pratiche, tra cui performance, scultura, installazione, disegno, video e suono. Attraverso uno sguardo dal carattere antropologico, analizza tematiche legate alla natura e al suo rapporto con l’uomo, fenomeni ancestrali e rituali, folklore e tradizioni, contaminandole con una dimensione underground.

Tra le mostre personali: Haus der Kunst, Monaco di Baviera (Upcoming); Piazza della Signoria, Firenze (Upcoming); Palazzo Reale, Milano (Upcoming); Palazzo Vecchio, Firenze (2023); Forte Belvedere, Firenze (2023);

Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare (2022); Fondazione Nicola Del Roscio, Roma (2021); MAXXI | Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2018); Palais De Tokyo, Parigi (2017); Whitworth Art Gallery, Manchester (2016); Accademia di Francia – Villa Medici, Roma (2016); Estorick Collection, Londra (2016); National Gallery of Arts, Tirana (2015); Museion, Bolzano (2010); Museo MAN, Nuoro (2007); Skuc, Ljubljana (2006); Viafarini, Milano (2006).

Ha partecipato a manifestazioni nazionali e internazionali, tra cui: Mercosul Biennale (2022); October Salon, Belgrado (2021); Biennale di Lione (2019); 12esima Biennale Architettura, Venezia (2010); 15esima Quadriennale, Roma (2008); Manifesta 7 (2008); 52esima Biennale Arte, Venezia (2007).

Tra le principali istituzioni in cui il suo lavoro è stato incluso: KW Institute for Contemporary Art, Berlino; Museo del ‘900, Milano; Fondation Beyeler, Basel; Riga Art Space, Riga; La Maison Rouge, Parigi; MAK, Vienna; Kunsthaus, Graz; SongEun Art Space, Seoul; ZKM, Karlsruhe; La Casa Encendida, Madrid; Espace de l’Art Concret, Mouans-Sartoux; Palazzo Reale, Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; CSW, Varsavia; PinchukArtCentre, Kiev; Le Magasin, Grenoble; Wysing Arts Centre, Cambridgeshire; EACC, Castelló; MART, Rovereto; Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; Palazzo delle Esposizioni, Roma; MAMbo, Bologna.

Tra le principali collezioni permanenti in cui è presente: Banca Ifis, Venezia; Artothèque, Villeurbanne (FR); Banca d’Italia, Roma; Deutsche Bank, Milano; Lewben Art Foundation, Vilnius (LT); Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare; MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma; Julia Stoschek Foundation, Berlino (DE); MAXXI | Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma; MUSAC – Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León, León (ES); Museion, Bolzano; Museo del ‘900, Milano; The Coppel Foundation, Messico; Whitworth Art Gallery, Manchester (UK); Triennale, Milano; Museo Novecento, Firenze; Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Tivoli.


Davide Pastore
Responsabile Relazioni con i Media
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Castelfranco Veneto Jazz Festival 2024, cinque giornate di kermesse musicale

La decima edizione: per il Castelfranco Veneto Jazz Festival è contemporaneamente un traguardo e un punto di svolta. La kermesse musicale, organizzata dal Conservatorio di Musica “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto con la direzione artistica di Gianluca Carollo, si svolgerà dal 9 al 13 luglio, cinque giornate nelle quali si concentreranno 15 concerti (molti a ingresso gratuito) e 5 masterclass, più jam session e altri appuntamenti di contorno. A segnare la svolta sarà la caratura degli artisti che animeranno i palchi principali, a partire dalla jazz diva Dee Dee Bridgewater. Ci saranno poi rappresentanti di rilievo del jazz afroamericano (Sherman Irby con un quartetto che comprende ancheWillie Jones III), britannico (Norma Winstone) e italiano (Mauro Ottolini con Vanessa Tagliabue Yorke, la Lydian Sound Orchestra diretta da Riccardo Brazzale e con la voce diFrancesca Bertazzo Hart). Un cartellone nel quale risalta la presenza femminile, sia tra i performer che nelle tematiche dei programmi musicali.

10° Edizione
9-13 luglio 2024
Castelfranco Veneto (TV)

I concerti principali

Nel cartellone del Castelfranco Veneto Jazz Festival 2024 risaltano alcuni grandi protagonisti del jazz europeo e afroamericano.

Su tutti brilla la stella della cantante Dee Dee Bridgewater, una delle più celebri jazz singers in attività. Una grande diva non fa mai le cose per caso: la nuova touring band con la quale laBridgewater si esibirà il 12 luglio all’Arena del Teatro Accademico è un quartetto tutto femminile dal cast internazionale (con la statunitense Carmen Staaf e le giovani italiane Rosa Brunello ed Evita Polidoro). Una formazione assemblata per lanciare un grido di battaglia: “We Exist!”, progetto nel quale arte e attivismo si fondono in un’ottica tutta femminile.

Un’altra grande diva del canto jazz è Norma Winstone, che incarna la storia del jazz britannico. Classe 1941 e attiva sin dagli anni Sessanta, la Winstone si esibirà il 10 luglio al Teatro Accademico assieme al pianista Glauco Venier. Si tratta di un sodalizio di lunga data: il duo è attivo dal 1999 e si è esibito nelle più prestigiose sale da concerto europee. La loro musica è in bilico tra il colto e il popolare, tra l’intimismo e un’esuberanza pur sempre poetica.

La voce è davvero protagonista della decima edizione del Castelfranco Veneto Jazz Festival. L’11 luglio (sul sagrato del Duomo) i riflettori saranno puntati sulla cantante Vanessa Tagliabue Yorke, che, assieme al trombonista Mauro Ottolini, dà vita a “Nada Màs Fuerte”, progetto che esplora alcune delle più belle (e talvolta dimenticate) canzoni dell’America Latina dai primi del Novecento ai giorni nostri, in gran parte create da straordinarie donne compositrici o interpreti. Un viaggio nel cuore della musica popolare nel quale si incontrano anche souvenir sonori scandinavi e mediorientali e in cui il jazz fa capolino in un esotico contesto orchestrale.

Il 13, all’Arena del Teatro Accademico, Riccardo Brazzale dirigerà la Lydian Sound Orchestra, formazione da lui fondata nel 1989 e da allora cresciuta sino diventare un importante riferimento del jazz nazionale, traguardo sancito anche da diverse vittorie nel referendum Top Jazz. A Castelfranco Veneto, la Lydian accoglierà la presenza vocale di Francesca Bertazzo Hart.

Sarà invece puramente strumentale il concerto della serata inaugurale del festival, il 9 luglio all’Arena del Teatro Accademico, con il quartetto del sassofonista Sherman Irby. Strumentista di altissimo rango (come dimostra la sua lunga militanza nella Jazz at Lincoln Center Orchestra), Irby si presenta alla guida di una formazione di solida matrice bop resa perfettamente coesa da quasi due decenni di esperienze condivise.

La Notte Blu del Jazz

La Notte Blu del Jazz è una novità del Castelfranco Veneto Jazz Festival 2024: una ‘grande abbuffata’ di jazz che si terrà l’11 luglio. Un’imponente stratificazione di suoni, con ben cinque live in contemporanea in attesa dell’appuntamento principale della serata con Mauro Ottolini e Vanessa Tagliabue Yorke. Con la jam session, la musica proseguirà poi sino a tarda notte. Per l’occasione, il centro storico di Castelfranco Veneto verrà chiuso al traffico e si tingerà di blu.

Ai Giardini sud-ovest del Castello si ascolterà Two and the Machine, ovvero un futuristico trio formato da due strumentisti (Michele Tedesco alla tromba e Gian Ranieri Bertoncini alla batteria) e da PCQ5M979Y0, un emettitore sonoro digitale: interazione creativa e imprevedibile tra uomini e macchina (il concerto è realizzato in collaborazione con Sottosopra).

Le altre location musicali sono Corte Sconta (con il duo della cantante Angela Zanini e il chitarrista Massimo Roncolato), Osté (con Alessandro Terramagra alla chitarra, Samuele Sgambaro al pianoforte, Alberto Lanner al basso e Antonio Santevecchi alla batteria), Reclock (con la voce di Gloria Illesi, la chitarra di Alein Steinbert e le percussioni di Filippo Zonta), Piazzetta Guidolin (con Giulio Jesi al sax, Giovanni Gorgoni al contrabbasso, Giuseppe Lorenzon alla batteria e lo special guest Antonio Cavicchi alla chitarra).

Le masterclass

Specificità del Castelfranco Veneto Jazz Festival è il coinvolgimento di alcuni degli artisti principali del suo programma anche in attività didattiche. La loro presenza non si limita quindi alla “toccata e fuga” tipica delle tournèe concertistiche: Sherman Irby eNorma Winstone si tratterranno a Castelfranco anche per tenere delle masterclass rivolte agli studenti del Conservatorio di Musica “A. Steffani” ma aperte anche ad allievi esterni. Le attività seminariali inizieranno già dall’8 luglio con un corso di musica d’insieme tenuto da Irby. Seguiranno gli incontri con la Winstone (il 9), con il batterista Willie Jones III (il 9), con il bassista Federico Malaman (il 10, per un approfondimento sulla sezione ritmica) e con Luca Garro (il 12, su arrangiamento e composizione).

…e altro ancora

A rafforzare il legame tra il festival e la città ci saranno poi numerosi altri eventi, non solo live, a partire dall’aperi-jazz con Bistro San Giustino che si terrà il 9 luglio nel cortile di Villa Barbarella, dove si esibirà il Jazz Ensemble Steffani. La Biblioteca Comunale ospiterà invece un incontro con Claudio Donà, produttore della Caligola Records, in occasione del trentennale dell’etichetta discografica.

Tutte le sere (esclusa quella della Notte Blu del Jazz) alle ore 23 i Giardini dell’Osteria Maniscalco ospiteranno i concerti della sezione “Manzotti New Generation”: il 9 luglio si esibirà il quartetto Wabi Sabi, il 10 il trio HackOut!, il 12 il quintetto co-diretto dal trombettista Sean Lucariello e dal batterista Max Verrillo, il 13 il quintetto Summano Project.

L’Osteria Maniscalco, che grazie alla passione di Anthony Bandiera è stata la culla del festival e partner fondamentale nella nascita della manifestazione, ospiterà tutte le sere anche una Jam Session al termine dei concerti, con il coinvolgimento degli studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “A. Steffani”.

Un’emozione extra musicale sarà creata dalle proiezioni 3D video mapping a cura diSebastián Pascual e Alejandra D’Agostino: sulle mura del Castello durante i concerti “Manzotti New Generation” nei Giardini dell’Osteria Maniscalco sulle mura dei palazzi durante il concerto di Ottolini e Tagliabue.

PROGRAMMA
 
 
Martedì 9 luglio
Cortile di Villa Barbarella, ore 19:30
Aperi-Jazz con Bistro San Giustino
Jazz Ensemble Steffani
 
Arena del Teatro Accademico, ore 21:15
Sherman Irby Quartet feat. Willie Jones III
Sherman Irby (sax alto), Nico Menci (pianoforte),
Marco Marzola contrabbasso), Willie Jones III (batteria)
in caso di pioggia il concerto si terrà all’interno del Teatro Accademico

Giardini dell’Osteria Maniscalco, ore 23
“Manzotti New Generation”
Wabi Sabi
Giulio Jesi (sax), Stefano Nardon (pianoforte, tastiere),
Christian Guidolin (contrabbasso, basso), Thomas Osho Zausa (batteria)
 
Mercoledì 10 luglio
Biblioteca Comunale,ore 19
Incontro con Claudio Donà
in occasione dei 30 anni di Caligola Records
 
Teatro Accademico, ore 21:15
Norma Winstone & Glauco Venier
Norma Winstone (voce), Glauco Venier (pianoforte)
 
Giardini dell’Osteria Maniscalco, ore 23
“Manzotti New Generation”
HackOut!
Luca Zennaro (chitarra), Manuel Caliumi (sax), Riccardo Cocetti (batteria)
 
Giovedì 11 luglio
La Notte Blu del Jazz
 
Corte Sconta, ore 20
Angela Zanini (voce), Massimo Roncolato (chitarra)
 
Osté, ore 20
Alessandro Terramagra (chitarra), Samuele Sgambaro (pianoforte),
Alberto Lanner (basso), Antonio Santevecchi (batteria)
 
Reclock, ore 20
Gloria Illesi (voce), Alein Steinbert (chitarra), Filippo Zonta (percussioni)
 
Piazzetta Guidolin, ore 20:30
Giulio Jesi (sax), Giovanni Gorgoni (contrabbasso), Giuseppe Lorenzon (batteria)
special guest Antonio Cavicchi (chitarra)
 
Giardini sud-ovest del Castello, ore 20:30
Two and the Machine
Michele Tedesco
(tromba), Gian Ranieri Bertoncini (batteria), PCQ5M979Y0
in collaborazione con Sottosopra
 
Sagrato del Duomo, ore 22
Mauro Ottolini & Vanessa Tagliabue Yorke
“Nada Màs Fuerte”
Mauro Ottolini (trombone, tromba bassa, conchiglie),
Vanessa Tagliabue Yorke (voce), Thomas Sinigaglia (fisarmonica),
Marco Bianchi (chitarra classica, chitarra haitiana, chitarra baritona),
Giulio Corini (contrabbasso), Valerio Galla (percussioni)
Quartetto d’archi del Conservatorio “A. Steffani”:
Teresa Storer, Anna Vittoria Furlanetto (violino),
Ivan Zasso (viola), Giulio Caputo (violoncello)
in caso di pioggia il concerto si terrà al Teatro Accademico
Ingresso gratuito

Osteria Maniscalco, ore 23:30
Jam Session aperta a tutti i musicisti
con gli studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto
 
Venerdì 12 luglio
Arena del Teatro Accademico, ore 21:15
Dee Dee Bridgewater Quartet
“We Exist!”
Dee Dee Bridgewater (voce),Carmen Staaf (pianoforte),
Rosa Brunello (contrabbasso), Evita Polidoro (batteria)
in caso di pioggia il concerto si terrà all’interno del Teatro Accademico

Giardini dell’Osteria Maniscalco, ore 23
“Manzotti New Generation”
Sean Lucariello & Max Verrillo Quintet
Sean Lucariello (tromba, flicorno), Max Verrillo (batteria),
Lorenzo De Luca (sax tenore), Enrico Poletto (pianoforte),
Alberto Zuanon (contrabbasso)

Sabato 13 luglio
Arena del Teatro Accademico, ore 21:15
Lydian Sound Orchestra
Gianluca Carollo (tromba, flicorno), Federico Pierantoni (trombone),
Glauco Benedetti (tuba), Robert Bonisolo (sax tenore e soprano),
Mauro Negri (sax contralto, clarinetto),
Rossano Emili (sax baritono, clarinetto basso), Marcello Abate (chitarra),
Matteo Alfonso (pianoforte), Marc Abrams (contrabbasso), Mauro Beggio (batteria),
Riccardo Brazzale (direttore)
feat. Francesca Bertazzo Hart (voce)
in caso di pioggia il concerto si terrà all’interno del Teatro Accademico

Giardini dell’Osteria Maniscalco, ore 23
“Manzotti New Generation”
Summano Project
Giorgio Manzardo (sax), Giovanni Caruso (chitarra),
Nicola Guidolin (pianoforte), Andrea Moro (basso), Piero Pederzolli (batteria)
 
Tutte le sere del Festival al termine dei concerti
Osteria Maniscalco
Jam Session aperte a tutti i musicisti
con gli studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto
 
PROIEZIONI 3D VIDEO MAPPING
a cura diSebastián Pascual & Alejandra D’Agostino
sulle mura del Castello durante i concerti “Manzotti New Generation” nei Giardini dell’Osteria Maniscalco
sulle mura dei palazzi durante il concerto di Ottolini e Tagliabue
 
MASTERCLASS
Lunedì 8 luglio, ore 14-19
Aula Zambon – Chiostro dei Serviti
Sherman Irby – musica d’insieme
“Gli strumenti necessari per diventare un musicista jazz professionista”
 
Martedi 9 luglio, ore 10-13 e 14:30-16:30
Teatro Accademico
Norma Winstone – voce
 
Martedi 9 luglio, ore 10-13 e 14:30-16:30
Aula Zambon – Chiostro dei Serviti
Willie Jones III – batteria
“Batteria jazz. Essere preparati”
 
Mercoledì 10 luglio, ore 10-13 e 14:30-17:30
Aula Zambon – Chiostro dei Serviti
Federico Malaman – basso elettrico
“Approfondimento sulla sezione ritmica”
in collaborazione con Luca Colussi
 
Venerdi 12 luglio, ore 14:30-18:30
Aula Zambon – Chiostro dei Serviti
Luca Garro – arrangiamento/composizione
“Crossing Bridges of Music. Percorso musicale tra classico e jazz”

Informazioni concerti:
castelfrancovenetojazzfestival@gmail.com
www.facebook.com/castelfrancojazzfestival
 
Biglietti:
Tutti i concerti sono gratuiti tranne quelli di:
 
Sherman Irby: intero € 10; ridotto € 5
Norma Winstone & Glauco Venier: intero € 15; ridotto € 5
Dee Dee Bridgewater Quartet: intero € 40
Lydian Sound Orchestra: intero € 10; ridotto € 5
 
Biglietti ridotti per studenti del Conservatorio “Steffani” e scuole convenzionate, under 18 e over 65
 
Prevendite:
sul sito www.vivaticket.it e su tutto il circuito VivaTicket
(i biglietti sono soggetti a diritto di prevendita)
 
Informazioni e iscrizioni Masterclass:
segr.didattica@steffani.it
 
Le Masterclass sono gratuite per tutti gli allievi iscritti al Conservatorio di Castelfranco Veneto.
Per tutti gli altri partecipanti il costo dell’iscrizione per ogni Masterclass è di € 50 per gli allievi effettivi e di € 20 per gli allievi uditori.
Per gli iscritti alle scuole convenzionate con il Conservatorio tutte le quote sono ridotte del 50%.
 
Direzione artistica: Gianluca Carollo
 
Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
e-mail: dancecchini@hotmail.com

Pubblicato il 12 Giugno alle ore 12:02