RSVP – JISBAR rivela la sua nuova onda con la mostra «PODIUM» a Parigi 

Il prossimo 6 giugno, l’artista JISBAR inaugurerà una nuova fase della sua carriera artistica con la mostra « PODIUM », che avrà luogo a partire dalle 18:00 presso OA Fine Art, situata in 15 Rue de Miromesnil, 75008 Parigi. Questa esposizione presenterà diciassette opere inedite che riflettono la nuova direzione artistica di JISBAR e segnano un importante traguardo nella sua carriera.

JISBAR rivela la sua nuova onda con la mostra «PODIUM» a Parigi
Primo lavoro della nuova direzione artistica rivelato sui social media: «Silver Wave»
RSVP Parigi: 6 giugno 2024 – OA Fine Art, 15 rue de Miromesnil, 75008 Parigi.

L’opera di punta di questa collezione, intitolata « Silver Wave », è stata rivelata per la prima volta su Instagram dell’artista. Realizzata con una combinazione di tecniche che includono acrilico, vernice spray, olio, pastello, aerografo e matita su carta, « Silver Wave » misura un’impressionante dimensione di 120 x 120 cm. Questo pezzo illustra perfettamente la maturità e la profondità artistiche che JISBAR desidera condividere con il suo pubblico.

Oltre alle diciassette opere principali, JISBAR presenterà anche una serie esclusiva e limitata di dieci creazioni completamente originali e personalizzate su carta. Queste edizioni speciali non sono riproduzioni delle opere esposte, ma pezzi unici, offrendo ai collezionisti un’opportunità eccezionale di acquisire un frammento molto personale di questa nuova era artistica.

« Ogni opera di « PODIUM » rappresenta un capitolo della mia evoluzione, un dialogo continuo con le forme, le texture e i colori che definiscono il mondo contemporaneo”, afferma JISBAR. « Con « Silver Wave » e le altre opere, invito gli spettatori a sperimentare una nuova ondata di creatività che trascende le convenzioni tradizionali dell’arte ».
Informazioni pratiche: :
Data: 6 giugno 2024, a partire dalle 18:00.
Indirizzo: OA Fine Art – 15 rue de Miromesnil 75008 Parigi.

Nato nel 1989, questo artista francese di pop-street sta ridefinendo la scena artistica con la sua unica miscela di arte classica e moderne influenze di pop e street art. Attivo tra Parigi e Lisbona, l’opera di JISBAR è una ricca tappezzeria di riferimenti culturali e innovazione artistica. Per maggiori informazioni, visita https://www.jisbar-art.com/.


Informations de contact
Communication Agence Anonyme Paris
communication@anonymagence.com

Roma, Basile Contemporary annuncia “6_24” di Roberta Morzetti a cura di Marco Giammetta

Da giovedì 13 giugno 2024, la Basile Contemporary di Roma – diretta da Rosa Basile – ospiterà la mostra personale “6_24” della nota scultrice Roberta Morzetti, un percorso che indaga l’attuale stato dell’essere con l’obiettivo di far riflettere lo spettatore sulla moderna sovrapposizione del virtuale sul reale. Curata da Marco Giammetta con Rosa Basile e arricchita da un testo storico critico di Silvano Manganaro, l’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 13 luglio 2024.

“È ancora attuale chiedersi quale sia oggi la posizione delle donne nel campo dell’arte, ovvero quale sia la reale inclusione delle artiste nel sistema arte/mercato italiano?
In particolare, la visibilità a loro dedicata è in grado di riflettere un reale cambiamento su quell’ancestrale pregiudizio sufficiente a rendere la disparità di genere un ricordo del passato? Roberta Morzetti è una delle pochissime donne scultrici Italiane completamente dedicata ad un lavoro complesso e fisicamente deteriorante, che lei utilizza come strumento di espressione della contemporaneità e di emancipazione. Il nostro è stato un incontro tra donne, e tra donne abbiamo riflettuto sul rapporto tra essere e apparire, tra il dire ed il fare, tra la bellezza esteriore ed interiore, condividendo una visione unitaria sul senso dell’io.” – Rosa Basile

La Basile Contemporary
presenta la mostra

“6_24”
di Roberta Morzetti

A cura di Marco Giammetta con Rosa Basile
UN DIALOGO AL FEMMINILE TRA FORMA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Opening 13 giugno 2024 ore 18.30
Dal 13 giugno al 13 luglio 2024
Basile Contemporary
Via di Parione 10, Roma

All’interno della galleria romana verranno esposte 15 opere scultoree che chiamano alla mente forme umane, simboli e immagini, le quali rappresentano un ponte metaforico tra l’io vissuto più profondo e la forza evocativa di una bellezza che non mira ad avere compiacimento, ma a stimolare riflessioni e suggestioni, amplificate da costanti riferimenti mitologici. Roberta Morzetti indaga sul vissuto dell’essere umano, dando vita ad un’esposizione che si presenta come un vero e proprio percorso di consapevolezza alla scoperta della propria bellezza interiore: da qui il titolo “6_24”, con il numero sei che indica l’essere più profondo, da scovare dentro di noi e con il quale connettersi. Esiste uno stretto rapporto tra l’artista e “l’essere” inteso come capacità percettiva del nostro corpo, la cui pelle rappresenta il confine tra il dentro e il fuori: è la pelle a ricevere frequenze e vibrazioni e a comunicare sensazioni che si trasformano in emozioni. Il profondo rapporto con l’interiorità che spinge l’artista a scavare nella propria anima nasconde un importante messaggio contro la superficialità e la ricerca ossessiva della perfezione esteriore, che alimentano la vanità e la fame di consenso, ostacoli alla vera libertà.

Il fine principale di Morzetti è quello di portare l’osservatore – con innocente sincerità – a “vedere”, senza filtri, i segni provocati dalle esperienze della vita e riflettere sul valore terapeutico che il dolore può generare, se vissuto come occasione e non come sconfitta. Il lavoro dell’artista che emerge in “6_24” si basa su un continuo confronto tra linguaggi semantici diversi, quello dell’io e quello della comunicazione che, senza mai sovrapporsi, trovano la strada per connettersi e raccontare una storia. Roberta Morzetti spiega: “La scultura è un’attività di confine tra l’io e la metafora e ha il potere di far emergere energie nascoste aggirando le barriere coscienti”.

In questa ricerca di confronto, l’artista apre il dialogo con l’intelligenza artificiale utilizzandone le potenzialità espressive, ma senza mai lasciarla prevaricare. Entrando all’interno della Basile Contemporary, i visitatori avranno l’opportunità di prendere parte ad un percorso in cui reale e virtuale si fondono e si confrontano: la nuova tecnologia muove l’opera nello spazio, la trasforma per darle una lettura alternativa lasciando che l’osservatore possa decidere da che punto di vista guardarla, in modo che l’esperienza rimanga unicamente soggettiva.

A tal proposito, il curatore della mostra Marco Giammetta afferma: Oggi, tutto o quasi, avviene attraverso la mediazione di tecnologie in grado di veicolare il reale attraverso le immagini. Reale e virtuale perdono il loro rapporto dicotomico e si sovrappongono, generando una terza dimensione che è quella dell’illusorietà. L’essere inteso come dimensione materica e sensoriale, alimentato dall’esperienza e dal vissuto, si trasforma, si muta; tutto è possibile in questa dimensione virtuale ed allora possiamo essere ciò che vogliamo, ciò che non siamo e ciò che non saremo mai. Il virtuale diventa così potentissimo strumento di comunicazione in grado di negare la dimensione reale, confondendola con l’effimero e massificandone l’immagine. Le opere della Morzetti si interrogano sull’attuale stato dell’identità intesa come reale essenza dell’essere, per questo 6_24. È quindi gioco forza aprire, scavare, entrare dentro li corpo per ritrovarsi, per indagare sui reali valori dell’essere riportando l’esistenza al centro dell’io reale. La nostra responsabilità è sentire, valutare e consapevolmente agire.”

Dalle sculture in mostra emergono le doti compositive dell’artista, così come la maniacale capacità di modellazione della materia, la minuzia dei particolari e l’uso di elementi organici, dettagli che generano nelle opere un’armonia tra lo stile che esprimono e il patrimonio culturale e morale da cui prendono vita, proveniente dalla tradizione scultorea propria del territorio in cui vive e lavora l’artista. L’uso della fiamma deforma, distorce, plasma le opere, lasciando spazio a quel “dentro” che trasfigura l’immagine e scopre nervature, connessioni che si intrecciano alterando la neutralità del colore bianco, prediletto dalla scultrice. Il colore per Morzetti non è semplicemente una manifestazione fisica della luce che l’osservatore percepisce passivamente dall’esterno, ma è anche e soprattutto un’elaborazione dell’occhio e quindi della mente umana. Una visione goethiana che porta Morzetti a scegliere il bianco, in quanto colore della vita e della rinascita per la cultura occidentale, ma anche colore della morte per la cultura orientale. Un colore che in sé racchiude tutti i colori e che grazie alla sua neutralità rimarca con forza li rapporto tra chiaro e scuro, tra luce ed ombra, caratteristica propria dell’arte scultorea del periodo barocco. Le sue sculture dunque emanano luce, si librano nell’aria e – con il candore del bianco – si raccontano senza nascondere il peso dell’esperienza terrena; sono angeli in terra che hanno combattuto e sofferto e non si piegano all’oblio.

“Nel lavoro di Roberta Morzetti, la materia viene consapevolmente fatta oggetto di una alterazione e, potremmo dire, di un declassamento. Non più l’elemento nobile e prezioso della scultura tradizionale, ma qualcosa legato alla contemporaneità che, però, subisce una metamorfosi, una mutazione: la mutazione della materia che diventa mutazione del corpo […] Proprio come Icaro che, tentando di elevarsi sopra tutti gli altri per raggiungere il sole, scioglie le proprie ali e precipita rovinosamente a terra dando vita allo stesso tempo al suo “capolavoro” (divenendo cioè metafora di ogni spinta verso l’alto, di ogni volontà di elevarsi oltre la propria condizione), così la materia e i corpi della Morzetti, nel loro disfacimento, mirano alla stessa, drammatica, tensione.” – Silvano Manganaro

Roberta Morzetti nasce a Tarquinia nel 1979. Si forma all’Accademia delle Belle Arti “Lorenzo da Viterbo” (ABAV), conseguendo nell’anno 2005 il diploma accademico con lode. Inizia le sue esperienze lavorative nel mondo della moda, ideando linee di abbigliamento con materiali riciclati (Leccaletichetta, Cementarmato, Aporie). A Roma, diviene assistente ai costumi di Andrea Viotti nella compagnia di Gabriele Lavia (“Le Nozze di Figaro”, regia di Matteo Tarasco, 2007, Teatro Eliseo; “Misura per Misura”, regia di Gabriele Lavia, 2007, Teatro Argentina), di Laura Costantini (per i musical “A un passo dal sogno”, 2008, “Portamitanterose.it”, 2009, regia di Marco Mattolini, Teatro Brancaccio; per il film “Non c’è due senza te”, regia di Massimo Cappelli, 2015), di Michela Marino (per il cortometraggio “Anni 30”, regia di Luciano Melchionna, 2008). Dal 2012, si dedica all’ideazione e alla realizzazione di sculture di medie e grandi dimensioni, eseguendo calchi direttamente sul proprio corpo, per poi rielaborare, incendiare ed assemblare con altri oggetti i lavori così ottenuti. Nel corso della sua carriera ha partecipato a molte mostre collettive e negli ultimi anni ad alcune personali a Roma Skin_20 e Tuscania Pax_22, ed è stata chiamata a partecipare con le proprie opere ad eventi d’arte come RAW, Arte in Nuvola a Roma e Paratissima a Torino.

Roberta Morzetti utilizza le sue sculture per raccontare e testimoniare il presente, sperimentando anche altre forme d’arte come nella creazione dei cortometraggi R_Esisto e Cutismea.



INFORMAZIONI UTILI
TITOLO MOSTRA: 6_24
DOVE: Basile Contemporary – Galleria d’Arte Contemporanea, via di Parione 10, Roma
OPENING: giovedì 13 giugno 2024 ore 18.30
DURATA: 13 giugno – 13 luglio 2024
A CURA DI: Marco Giammetta
IN COLLABORAZIONE CON: Rosa Basile
TESTO CRITICO: Silvano Manganaro
INTERVENTO VISUAL: Lucio Arese
INGRESSO GRATUITO
ORARI: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00
 
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Venezia, FERPI: Chiusa la decima ed. di InspiringPR, Festival italiano delle Relazioni Pubbliche

Si festeggiavano 10 anni di Festival oggi alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista a Venezia. E l’atmosfera era infatti quella delle grandi feste: emozione, allegria, calore. E naturalmente pensieri e parole di ispirazione, da riportare a casa e nella propria attività per i tanti presenti alla decima edizione di InspiringPR, Festival italiano delle Relazioni Pubbliche, promosso da FERPI e organizzato da FERPI Triveneto, con la collaborazione di UniFERPI Padova e Gorizia e il Patrocinio di  Regione del Veneto, Comune di Venezia-Città di Venezia, Marco Polo 700, Università degli Studi di Padova, Unioncamere del Veneto e Istituto Universitario Salesiano Venezia – IUSVE.  Presente per il Comune di Venezia, l’Assessore Paola Mar.

L’InspiringPR Award per la migliore campagna di Relazioni Pubbliche, Primo Premio, è andato al Gruppo Feltrinelli per la campagna LEGGERE INSEGNA A LEGGERE. A Francesca Cristofari il Premio studio “É il digitale, bellezza!”.

Una scommessa vinta”, questo decennale, per Filippo Nani, Presidente della Federazione, “grazie alla creatività e alla immaginazione dei dieci speaker stavolta coinvolti e all’entusiasmo, che cresce anno dopo anno, del team organizzatore e del pubblico. Come testimonia anche il numero di partner e sostenitori che hanno scelto di accompagnare il Festival in questa edizione. 10 anni di InspiringPR che hanno cementato una comunità di colleghe e colleghi, e non solo, intorno a questo evento di promozione di una crescente cultura delle relazioni pubbliche. Un anniversario, quello di oggi, ma anche un nuovo punto di partenza verso traguardi nuovi della professione, nel segno della condivisione di idee e visioni”.

Due i Premi assegnati nel corso di InspiringPR: l’InspiringPR Award, partner BAT Italia, per la campagna di relazioni pubbliche distintasi per la sua capacità di ispirazione e il Premio di studio “È il digitale, bellezza!”, in memoria di Adriana Ripandelli, organizzato con famiglia e Mindshare Italia, rivolto agli studenti delle università̀ italiane per premiare le più̀ innovative tesi di laurea con focus specifico sulla comunicazione digitale. 

Il Primo Premio InspiringPR Award VII EDIZIONE è andatoal Gruppo Feltrinelli per la campagna LEGGERE INSEGNA A LEGGERE, per la capacità di sintesi e coinvolgimento dei destinatari, dimostrando quanto i libri abbiano un forte impatto nella vita delle persone e come possano incidere nel futuro e nelle sorti del mondo, sollecitandole a pensare in autonomia sulle principali sfide attuali.

Il Secondo Premio a Veneto Lavoro – Regione del Veneto per la campagna EQUAMENTE AL LAVORO, per lacapacità di affrontare con creatività un tema molto sentito e dibattuto.  Secondo Premio pari merito alla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia Direzione Lavoro, Formazione, Istruzione e Famiglia per la campagna OLTRE I SOLITI CLICHÈ. UNA REGIONE PER I GIOVANI, per la strategia di storytelling anche attraverso giovani testimonial.

Menzione speciale per ADIREILVERO di Pfizer, per aver fornito strumenti e nozioni fondamentali per contrastare il disordine informativo e la misinformazione e favorire una comunicazione responsabile.

Alla Dott.ssa Francesca Cristofari il Premio di studio È il digitale, bellezza!” IV edizione per la tesi di laurea “Strategie di Digital Marketing nel Settore Lattiero-Caseario.  Il Caso Studio Ariete Fattoria Latte Sano”, che analizza in modo approfondito l’impatto del Digital Marketing nel settore ed evidenzia l’importanza cruciale di differenti strumenti digitali per incrementare l’engagement degli utenti, potenziare la visibilità del brand e aumentare le vendite in un contesto sempre più orientato alla connettività digitale.

Lo ha sottolineato il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, che in un messaggio ha espresso “vicinanza ideale ad un’iniziativa che celebra un traguardo significativo: il suo decimo anniversario. Un decennio di incontri, think tank e visioni, che hanno contribuito ad arricchire di un nuovo paradigma interpretativo il settore delle Relazioni Pubbliche. Il plauso più grande alla Federazione Relazioni Pubbliche Italiana per l’impegno costantemente profuso per arricchire, edizione dopo edizione, questo format. Il lavoro di squadra e le sinergie con il territorio, ci donano non solo un evento, ma una vera e propria piattaforma dove poter coltivare le idee. Non solo quelle correlate alla comprensione del presente, ma soprattutto quelle necessarie per plasmare, sin da ora, un futuro migliore”.

In un mondo in continua evoluzione, dove le relazioni giocano un ruolo sempre più cruciale nella costruzione di ponti e nel superamento delle sfide, la parola diventa il nostro strumento più potente. E in questa decima edizione di InspiringPR, celebrare il potere delle parole significa guardare con fiducia e determinazione verso un futuro di relazioni autentiche, significative e trasformative”, così la delegata di Ferpi Triveneto, Ada Sinigalia.

Fiore all’occhiello della delegazione del Triveneto, che lo ha ideato, in questa edizione la scelta del format da parte del Comitato scientifico presieduto da Max Bustreo è caduta su 10 parole, 10 concetti da interpretare per altrettanti relatori provenienti da settori e ambiti diversi. Responsabilità, Accoglienza, Intelligenze, Attenzione, Curiosità, Fantasia, Speranza, Prospettiva, Generosità e Autenticità” il fulcro quindi dei 10 speech ascoltati oggi.  

Responsabilità per Paolo D’Anselmi, insegnante, consulente di management e scrittore. Luca Raffaelli, tra i massimi esperti italiani nel campo dei fumetti e del cinema d’animazione, ha parlato di Fantasia. La Speranza è stata declinata da Matteo Tonoli, ingegnere e sociologo. Generosità nell’intervento di Rosella Scalone, imprenditrice ed esperta di comunicazione digitale e social media. Mapi Danna, scrittrice, TEDx Speaker, autrice Tv, radio e web ha affrontato l’Autenticità. Ad Andreina Contessa, Direttore del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare e della Direzione Regionale Musei del Friuli-Venezia Giulia, il termine Curiosità. L’Attenzione con Giulia Galliano Sacchetto, giornalista professionista, appassionata di circo e magia. Le Intelligenze con Luca Vescovi imprenditore settore digitale, la parola Intelligenze. Ha parlato di Accoglienza Paola Zanotto, architetto e urban designer, per Accoglienza mentre Audace Sailing Team, un gruppo di studenti di ingegneria con la passione per la vela ecosostenibile, è intervenuto sulla Prospettiva.

InspiringPR 2024 è stato realizzato con il contributo del Corporate Partner BAT Italia, dei Supporting Partner AD Dal Pozzo, Canon Medical Group, Centro Marca, Coca-Cola Italia, Gruppo Matches, Ottagono, e del Local Sponsor Biblion Edizioni. Media partner Corriere del Veneto, Corriere Imprese Nordest, Digital Coach, Radio Piterpan, Telpress, Wired. Questi gli Sponsor tecnici: Cantine Vitevis, Caseificio Zanchetta, ConGusto, Damoli Gastronomia, Flamigni, Genuina Hub Company, Illy, Riso Melotti, Unigadget. Tra i Sostenitori: Aps comunicazione, Bi Wise, Pr Consulting, Thanai Communication Advisors. Tutto su InspiringPR sul sito web e sui canali ufficiali Facebook, LinkedIn, Instagram, X e YouTube.  E appuntamento a Venezia il prossimo anno.  

Sul palco, insieme a Federica Zar, Consigliera nazionale Ferpi con delega alla Comunicazione, il Primo Premio InspiringPR Award è stato consegnato da Massimiliano Colognesi, Head of external affairs BAT Italia, Filippo Nani e Ada Sinigalia nelle mani di Claudio Calò, Group Chief Marketing Officer Gruppo Feltrinelli.

Il Secondo Premio InspiringPR Award sempre da Massimiliano Colognesi e Ada Sinigalia, a Silvia Cavallarin di Veneto Lavoro ed Erika Faresin e Bijan Tehranian di Arzanà.

Hanno consegnato il Secondo Premio pari merito Massimiliano Colognesi e Ada Sinigalia, nelle mani di Alessia Rosolen, Assessore al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Friuli-Venezia Giulia.

A consegnare il Premio Menzione Speciale nelle mani dei responsabili External Communication Pfizer (Carla Capobianco, Cinzia Colazzo, Paola Corti, Daniela Sessa) Massimiliano Colognesi e Massimiliano Bustreo, presidente Comitato Scientifico InspiringPR.

Il Premio studio “E’ il digitale Bellezza!” è stato consegnato a Francesca Cristofari da Roberto Binaghi, Amministratore delegato Mindshare Italia, Ada Sinigalia e, per famiglia di Adriana, da Alessandro e Mariolina Sattanino. Per i Premi si ringrazia Genuina Hub Company.


Contatti stampa:
Federica Lago                                             
Mail: press@inspiringpr.it
Diana Daneluz
Mail: mediarelationferpi@ferpi.it
 

Ascona, Museo Castello San Materno/Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten: KARL HOFER

Il Museo Castello San Materno di Ascona (Svizzera) celebra il suo primo decennale di attività con una mostra dedicata a Karl Hofer (1878-1955), pittore, disegnatore e grafico tedesco, considerato uno dei più prestigiosi artisti figurativi del Novecento che, muovendosi tra Espressionismo e Nuova Oggettività, ha mantenuto per tutta la vita, grazie a un suo stile originale, un approccio estremamente indipendente nei confronti dell’arte.

ASCONA (SVIZZERA)
MUSEO CASTELLO SAN MATERNO
FONDAZIONE PER LA CULTURA KURT E BARBARA ALTEN
 
26 MAGGIO – 29 SETTEMBRE 2024

L’esposizione che celebra i primi dieci anni di attività del Museo Castello San Materno presenta una selezione di dipinti e opere su carta di uno dei più prestigiosi artisti figurativi del Novecento.
 
A cura di Harald Fiebig

La mostra, curata da Harald Fiebig, organizzata e sostenuta dalla Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten di Soletta in collaborazione con il Museo Comunale d’Arte Moderna e il Comune di Ascona, presenta una selezione di 29 opere, tra dipinti e lavori su carta, raramente esposti, provenienti dalla Fondazione Josef Müller presso il Kunstmuseum Solothurn, dalla Sammlung Arthouse, da una raccolta della Germania settentrionale e dalla collezione privata di Frank Brabant a Wiesbaden.

La rassegna ripercorre la varia e sfaccettata ricerca di Karl Hofer che, da una rappresentazione trasognata di figure, passando per le nature morte, arriva a una concreta pittura paesaggistica.

Per documentare l’evoluzione stilistica di Karl Hofer e i suoi temi pittorici essenziali, sono messi a confronto lavori appartenenti a diverse fasi creative.

La vita e l’opera dell’artista tedesco furono intimamente legate alla Svizzera e, in particolare, al Canton Ticino, che divenne uno dei suoi soggetti paesaggistici più frequentati e che saranno oggetto di una apposita sezione al piano superiore del Castello.

Accompagna la mostra un catalogo E.A. Seemann Verlag, a cura di Harald Fiebig e Ilse Ruch per conto della Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten, con testi del curatore e di Doris Hansmann e un ricco corredo iconografico.

Karl Hofer, nato a Karlsruhe nel 1878, si iscrive nel 1897 alla Scuola d’arte del Granducato di Baden nella città natia e prosegue poi gli studi all’Accademia di Belle Arti di Stoccarda. La prima parte della sua carriera risulta caratterizzata dai soggiorni a Roma (1903-1908), dove la sua pittura subisce l’influenza dell’Antichità e del Rinascimento, a Parigi, dove si entusiasma per le opere di Eugène Delacroix e Paul Cézanne (1839-1906) così come per quelle di El Greco e da due lunghi viaggi nel sud dell’India.

Al suo ritorno, la famiglia si trasferisce a Berlino. Durante una vacanza nella località balneare francese di Ambleteuse, gli Hofer vengono colti di sorpresa dallo scoppio della Prima guerra mondiale e l’artista, considerato uno straniero nemico, viene internato per tre anni. Rilasciato nel 1917, Hofer si stabilisce in un appartamento con atelier a Zurigo e torna a dedicarsi interamente alla pittura. Matura a questo punto un preciso interesse per l’Espressionismo, anche se in Hofer il colore rimane più legato alla materia. La rappresentazione dell’essere umano, nella sua universalità e sovratemporalità, è tuttora centrale tuttavia l’artista cerca anche nuovi soggetti.

Negli anni venti è all’apice del successo: mostre internazionali, un posto di docente all’Accademia di Belle Arti di Berlino, l’intensa attività nel consiglio direttivo della Secessione di Berlino caratterizzano questi anni. A quel periodo risalgono molte delle sue opere migliori: donne silenziose, assorte, la cui immagine si avvicina al modo di concepire la figura umana della Nuova Oggettività, così come clown e maschere, Arlecchini e Pierrot.

Anche la pittura paesaggistica assume una forte valenza nella sua opera da quando, nel 1918, ha visitato per la prima volta il Ticino, dove dal 1925 trascorre buona parte dei mesi estivi e dove, nel 1931, acquista una casa sul Lago di Lugano. Nel corso del tempo realizza oltre duecento tele di grande formato con paesaggi deserti, privi di figure umane, ma dall’aspetto reale, in cui edifici, strade e ponti alludono a un territorio abitato dall’uomo.

Con la presa del potere da parte dei nazionalsocialisti ha inizio un periodo infausto: nel 1933 Hofer è licenziato dall’Accademia, nel 1937 trecentoundici sue opere vengono confiscate dai musei tedeschi, dipinti, disegni e stampe sono esposti alla mostra sull’Arte degenerata (Entartete Kunst). All’inizio di marzo 1943 il suo atelier viene completamente distrutto da un bombardamento che causa la perdita di oltre centocinquanta dipinti, millecinquecento disegni, vari quaderni di schizzi e di tutti i suoi appunti. In quegli anni dipinge cupe visioni della sua epoca, ma raffigura soprattutto giovani figure femminili, paesaggi e nature morte di fiori e frutta.

Al termine della guerra l’artista diventa una delle figure di spicco della ricostruzione culturale di Berlino. Sebbene non abbandoni la figurazione, la sua pittura evidenzia un marcato cambiamento di stile: il colore diventa più luminoso e acquista maggiore espressività, la forma si allontana sempre più dalla natura. La figura umana – tuttora al centro della sua opera – è investita da una deformazione progressiva, con teste piccole, arti allungati e mani enormi.

Messo in ombra dalle violente controversie pubbliche sul ruolo delle arti figurative nel contesto dell’«astrazione come linguaggio mondiale», il 3 aprile 1955 l’artista muore dopo essere stato colpito da un ictus.


Karl Hofer. Figure, nature morte, paesaggi / Figure, nature morte, paesaggi.

Di Harald Fiebig e altri, a cura di Ilse Ruch. Catalogo, Museo Castello San Materno Ascona 2024.

21 x 25,5 cm, 176 pagine,
60 illustrazioni a colori, copertina rigida


KARL HOFER. Figure, nature morte, paesaggi
Ascona, Museo Castello San Materno/Fondazione per la cultura Kurt e Barbara Alten (via Losone 10)
26 maggio – 29 settembre 2024
 
Inaugurazione: sabato 25 maggio 2024, ore 17.00
 
Orari:
giovedì – sabato, 10.00-12.00; 14.00-17.00
domenica, 14.00-16.00
 
Informazioni:
T. +41 91 7598160/40; E. museosanmaterno@ascona.ch
 
Sito internet: www.museoascona.ch
 
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Marta Pedroli marta.pedroli@clp1968.it
T. +39 02 36755700 | www.clp1968.it

New York, United Nations Headquarters: OCEAN STORIES. The Italian Navy exhibition

Dal 5 al 14 giugno 2024, il Palazzo di Vetro, Quartier Generale delle Nazioni Unite a New York, ospiterà un’iniziativa espositiva di grande prestigio e significato, che celebra la storia e i valori della Marina Italiana.

Nel luogo istituzionale più rappresentativo al mondo, una mostra celebra la Marina Militare, la sua storia, i suoi valori, i suoi marinai, l’impegno nel sostegno all’agenda 2030 delle Nazioni Unite dedicata allo sviluppo sostenibile. Un posto d’onore sarà riservato alla nave scuola Amerigo Vespucci che, impegnata nel tour mondiale, in quei giorni starà navigando lungo la costa pacifica degli Stati Uniti.

La mostra, dal titolo Ocean Stories. The Italian Navy exhibition, che si svolgerà nella settimana in cui ricorre il World Ocean Day (8 giugno), è co-organizzata dalla Marina Militare con la Rappresentanza Permanente d’Italia all’ONU. Il percorso espositivo multimediale e immersivo, sviluppato, prodotto e realizzato da Magister Art, si presenta come un racconto che comunica l‘universo eterogeneo della Marina Militare, per coinvolgere ed emozionare un vasto pubblico di persone di diverse culture, nazioni ed età.

Quattro sono le aree tematiche in cui è suddivisa la rassegna, che si apre con Ocean Planet, nel quale ci si relaziona all’Oceano come unico grande mare e dove si descrive l’impegno della Marina Militare per la sua conoscenza, protezione, preservazione attraverso la dimensione subacquea, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. La sezione è caratterizzata da contenuti video-fotografici e infografiche che illustrano gli elementi identificativi dell’Oceano quali le sue dimensioni, il suo volume d’acqua, la sua profondità, la percentuale protetta.

Altri contenuti documenteranno le operazioni e le attività che vedono attivamente coinvolta la Marina Militare nella conoscenza, conservazione, protezione e preservazione dell’Oceano.

Nell’area denominata Tempo, si trova un percorso per immagini dedicato al ritmo dei gesti e delle  azioni in mare. Fotografie e filmati mostrano attività e operazioni della Marina Militare, dal fischio del nostromo ai clutter dei radar, dal rumore del vento alla scia di un’imbarcazione sul mare, dal tintinnio della campana allo scricchiolare delle cime, suoni che diventano un metronomo che scandisce la vita a bordo di tutte le navi.

Il cuore della mostra è dedicato alla Nave scuola Amerigo Vespucci, definita dalla portaerei americana USS Independence, in uno storico incontro, come la “nave più bella del mondo”, il cui navigare diventa metafora di un racconto universale: il vascello non è solo ambasciatore dell’Italia nel mondo, ma portatore di valori quali uguaglianza tra i popoli, inclusione, educazione, formazione, solidarietà e accoglienza.

Sarà possibile esplorare virtualmente gli spazi della Nave Scuola Amerigo Vespucci grazie a una riproduzione tridimensionale virtuale realizzata dall’Università degli Studi di Firenze, e contemporaneamente ammirare il suo modellino fisico di quasi 5 metri di lunghezza.

Negli stessi giorni di apertura della mostra, l’Amerigo Vespucci sarà in navigazione lungo la costa pacifica degli Stati Uniti.

L’iniziativa si completa con l’omaggio ai Sailors leading, ovvero al grande equipaggio Marina Militare, alle persone che ne costituiscono l’essenza e ne esaltano l’aspetto umano. Attraverso un mosaico di volti, viene data voce alle diverse professionalità che compongono la Marina Militare, dai professionisti navali agli aviatori, agli ingegneri, dai medici di bordo ai palombari, ai sommergibilisti, agli incursori e ai giovani allievi che hanno appena intrapreso la via del mare.


Magister Art è una PMI innovativa e un’azienda nativa digitale che opera nel settore dell’Industria culturale e creativa per la valorizzazione e promozione degli asset dell’Italia. Realizza progetti di comunicazione culturale integrata e sviluppa soluzioni scalabili, declinabili e itineranti, ponendo al centro una visione del patrimonio italiano come valore nell’innovazione sociale del futuro ed esplorando il potenziale di strumenti tecnologici e digitali per co-creare conoscenza su grande scala.


OCEAN STORIES
The Italian Navy exhibition
New York, United Nations Headquarters (46th St & 1st Ave)
5-14 giugno 2024
 
Ufficio stampa Marina Militare
ufficio.stampa@marina.difesa.it  tel. 0636803870
 
Ufficio stampa mostra/Magister Art
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Roma, Galleria Mo.C.A. – “CAMERUN” di Andrea Barzini, noto regista, scrittore e artista

Dal 12 al 19 giugno 2024, il rinomato regista, scrittore e artista Andrea Barzini presenterà la sua nuova mostra dal titolo “CAMERUN” allestita presso la Galleria Mo.C.A. di Roma.
All’interno dell’intima atmosfera espositiva della galleria romana verranno esposte 35 opere (olio su cartoncino) ispirate dal suo recente viaggio in Africa, le quali il 20 giugno alle 18.30 saranno messe all’asta per finanziare la scuola di musica africana “As’a Telong Music Academy (ATMA)”, fondata, diretta e gestita (senza fondi pubblici) dal chitarrista As’a Telong.

Andrea Barzini presenta
“C  A  M  E  R  U  N”
 
Una mostra a sostegno della scuola di musica del Maestro africano As’a Telong

Opening mercoledì 12 giugno ore 18.30
 
Dal 12 al 19 giugno 2024
Galleria Mo.C.A.
Piazza degli Zingari 1, Roma

Infatti, durante il suo viaggio in Camerun, Barzini ha avuto l’opportunità di incontrare il noto musicista africano rimanendo folgorato dalla sua arte e dalla profonda passione verso il suo lavoro. Il Maestro As’a Telong rappresenta un’istituzione nella città di Tzchang: una vita dedicata alla musica, la sua carriera vanta collaborazioni con importanti artisti africani tra i quali Fela Kuti, Boncana Maiga, Aisha Kone e molti altri provenienti dalla Nigeria, Costa d’Avorio e Benin; è da lungo tempo coinvolto nella produzione indipendente di musica ed ha stretti rapporti con l’università di Tzchang. La sua musica seducente, intensa è scandita da una ritmica straordinaria, un Mark Knopfler sub-tropicale grazie al tipico sound africano caratterizzato da influenze rock, blues, swing e jazz.

Quello che in particolare colpisce Barzini è la dedizione gratuita, e dunque doppiamente generosa, all’insegnamento. Arte e cultura pagano per prime le difficoltà economiche del Camerun e le persone che lavorano in questo settore fondamentale e fondante sono in prima linea per preservare e diffondere la ricchezza culturale del paese con il loro impegno e la loro creatività.

Da questa profonda esperienza nasce “CAMERUN”, una mostra che racconta l’incontro tra un europeo e l’Africa. Questi due mondi che si uniscono danno vita ad un mix tra suggestione e racconto, con l’Africa che diventa il teatro di una narrazione affascinante e spirituale attraverso l’utilizzo di una palette cromatica minimale. Come già successo in passato, anche questa volta Barzini ha intrapreso un viaggio improvvisato, lasciandosi sorprendere dal destino. I lavori esposti sono frutto di osservazioni dirette di paesaggi e momenti della vita quotidiana, di luoghi misteriosi e lontani dai valori e dai ritmi occidentali, ma enormemente ammalianti e comunicativi. Sulla mostra l’artista spiega: “L’Africa con i suoi enigmi è un deposito del nostro immaginario più profondo, un grande sogno contaminato fatto dagli orrori del colonialismo, la potenza della natura, le bidonville, la violenza che esplode senza preavviso, la magia. Raccontarla è stata una sfida seducente e infernale.”

Dalle opere in mostra alla galleria Mo.C.A. di Roma è stato tratto anche un libro omonimo, chiamato appunto “Camerun“, edito dalle edizioni de “Il Cervo volante“, Tommaso Cascella editore.

Andrea Barzini devolve sempre il ricavato dei suoi lavori a persone meritevoli incontrate nel corso dei suoi viaggi esplorativi. L’anno scorso, ad esempio, il beneficiato è stato il giovane monaco buddista Phi Phi Phatpheiw di Vientiane, Laos, che necessitava un computer per poter portare avanti la sua istruzione.

Quest’anno, invece, i lavori esposti nella mostra “CAMERUN” finanzieranno la scuola di musica fondata, diretta e gestita proprio da As’a Telong a Tzchang: la “As’a Telong Music Academy (ATMA)”. Per l’occasione, il ricavato verrà destinato ad acquistare vari strumenti musicali, in particolare una tastiera, un mixer, microfoni per la registrazione, amplificatori e quant’altro.

Durante l’inaugurazione, inoltre, i presenti avranno la possibilità di assistere alla performance dal vivo di Alberto Dentice, giornalista, musicofilo, musicista e appassionato conoscitore di musica africana che omaggerà la cultura del Paese suonando un sound tipico, introducendo i visitatori alla mostra.

“CAMERUN” rappresenta quindi un’opportunità unica per gli appassionati d’arte e i collezionisti che potranno così ammirare i lavori di Andrea Barzini e, al contempo, contribuire ad una nobile causa.


INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: CAMERUN
DI: Andrea Barzini
DOVE: Galleria Mo.C.A., Piazza degli Zingari 1, Roma (Rione Monti)

OPENING: Mercoledì 12 giugno ore 18.30
QUANDO: Dal 12 al 19 giugno 2024
ASTA: Giovedì 20 giugno alle ore 18.30
 
INGRESSO GRATUITO
 
CONTATTI ANDREA BARZINI
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A Lodi la mostra “Visioni ad occhi chiusi. Italo Calvino riletto in forma incisa”

La 𝐅𝐨𝐧𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐁𝐚𝐧𝐜𝐚 𝐏𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐋𝐨𝐝𝐢 ha il piacere di invitarvi alla mostra:

𝑎 𝑐𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑧𝑖𝑎 𝐹𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑒 𝐿𝑢𝑐𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑅𝑜𝑠𝑠𝑒𝑡𝑡𝑜

dal 6 al 30 giugno 2024

𝐢𝐧𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟔 𝐠𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟕.𝟎𝟎

con letture di testi di Calvino da parte del poeta Francesco Crosato

Il 15 ottobre 1923 nasceva a Santiago de las Vegas, vicino a L’Avana, Italo Calvino, scrittore e intellettuale impegnato, che ha segnato con i suoi testi, sia letterari che saggistici, tutto il nostro Novecento. La sua passione per la parola scritta va di pari passo con quella per le immagini, quest’ultima sviluppatasi sin da bambino, ancor prima di imparare a leggere. L’esposizione “Visioni ad occhi chiusi” prende spunto dal continuo dialogo tra parola e immagine, tra letteratura e arte, presente nella produzione di Calvino, nelle pagine dei suoi romanzi e dei suoi racconti, costruiti con immagini interiori poi rese parola. La mostra presenta le incisioni realizzate per l’occasione da una selezione di artisti che fanno parte dell’Associazione Nazionale Incisori Contemporanei, accompagnate da un catalogo e da un allestimento che mette in rapporto testo e ispirazione artistica, motivi e sollecitazioni.


𝐁𝐢𝐩𝐢𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐀𝐫𝐭𝐞
Via Polenghi Lombardo – Spazio Tiziano Zalli, Lodi
𝐎𝐫𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚:
giovedì e venerdì: 16-19
sabato e domenica 10-13 e 16-19
Banco BPM @bancobpm
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Odin Sokac con ‘MANNERIST BLUES’, il nuovo singolo con videoclip del giovane croato

ODIN S: ‘MANNERIST BLUES’, IL NUOVO SINGOLO CON VIDEOCLIP DEL GIOVANE CROATO, PROMESSA DEL BLUES EUROPEO

Da venerdì 31 maggio è disponibile in tutti i digital stores il nuovo singolo ‘Mannerist Blues’ di Odine S, accompagnato da videclip. 

Odin Sokac, aka Odin S ha solo 16 anni, è un cantante e chitarrista croato con le idee molto chiare sul fatto di amare il blues. ‘Mannerist Blues’ è già stato dichiarato dagli addetti ai lavori un brano di svolta per la vita musicale del giovane Odine S che presto sarà in concerto in Europa e negli Usa.

‘Manierista’ ha due significati, entrambi importanti. 

Storicamente parlando, il manierismo è uno stile artistico del XVI secolo caratterizzato da artificialità, eleganza e distorsione sensuale della figura umana. 

Ma, in riferimento al singolo dell’esordio internazionale del talentuoso Odin S, il significato è riferito alla tendenza umana di vivere, parlare e assumere un atteggiamento abitudinario.  

Essere un manierista potrebbe rappresentare un ristagno in tutto ciò, in netto contrasto con la natura radicale e ‘improvvisata’ della forma musicale chiamata del blues.

«’Mannerist Blues’ descrive l’atteggiamento ribelle di alcuni di noi, che rifiutano la norma abbracciando le autentiche emozioni umane e scegliendo di affrontare i fatti quotidiani della vita con fantasia, originalità e positività», conferma Odine S

Il modo perfetto per autodescrivere la sua missione di diffondere un ‘vangelo’ buono e positivo al pubblico, attraverso la sua musica.

Odin S è nato nel 2008 a Zagabria, in Croazia. Ha iniziato a suonare la chitarra ad 11 anni e nel successivo anno aveva già composto ben 26 canzoni. 

La sua musica è sempre stata in equilibrio tra anima, emozione e tecnica. Il suo singolo di debutto ‘The Wild West War’ è stato pubblicato nel 2022, e nello stesso si è esibito con successo durante il Thrill Blues Festival, in Croazia. 

Ha viaggiato e suonato in tutta Europa e negli Stati Uniti. Significative sono state le sue partecipazioni nel 2023 al Little Steven’s Blues Camp in Norvegia, grazie ad una borsa di studio della European Blues Union, e all’International Blues Challenge di Memphis nel 2024. 

Il nuovo singolo, distribuito da Volcano Records, sarà contenuto nel nuovo album ‘The Bluesboy’ dove Odin S ha collaborato con il produttore Fabrizio ‘Fab’ Grossi e il musicista Matt Pascale

Nel giugno del 2024, grazie ad un’altra borsa di studio dell’European Blues Union, si unirà ad altri giovani musicisti al Pinetop Perkins Foundation Workshop a Clarksdale, Mississippi.

Attualmente, concerto dopo concerto, Odine S sta scalando la vetta della scena blues internazionale.

Website: www.odins.show 
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Email: info@odins.show


Ufficio Stampa A-Z Press
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Ganzirri (Me) “OIKOS – la dimora delle memorie” a cura di Mariateresa Zagone e Roberta Guarnera

Il 31 Maggio presso la galleria d’arte FORO G gallery in Via Lago Grande di Ganzirri (Me) si è inaugurata la mostra “Oikos – la dimora delle memoria” di Graziella Romeo e Giulia Bartoccelli a cura di Roberta Guarnera e Mariateresa Zagone e con il testo critico di Mariateresa Zagone.
OIKOS è una mostra bipersonale che affronta i temi della memoria e della casa, di quegli oggetti domestici che ne sono i custodi, della fotografia che ci ricorda di un noi quando il nostro noi è ormai lontano da quello che l’immagine cristallizzata nel tempo ci mostra, della reminiscenza e dell’oblio.
La mostra intende sottolineare come il labor memoriæ sia uno dei lavori più faticosi per gli esseri umani e come l’arte, ancora una volta, possa divenire azione catartica individuale a ritroso.

Visitabile fino al 14 Giugno


MOSTRA: OIKOS. La dimora delle Memorie
ARTISTE: Giulia Bartoccelli, Graziella Romeo
CURATELA: Mariateresa Zagone, Roberta Guarnera
TESTO CRITICO: Mariateresa Zagone
GRAFICA: Roberta Guarnera
LUOGO: FORO G Gallery

FORO G gallery
foroggallery.com
Via Lago Grande 43B 98165 Ganzirri (ME)
Instagram: @forog.gallery

Stefano Sanchirico e Andrea Gagliarducci “La carità del Papa. Un peculiare linguaggio pontificio”

La sede della Casa dei Cavalieri di Rodi, sede dell’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Ordine Militare Ordine di Malta, in piazza del Grillo a Roma, ha ospitato ieri la presentazione del libro “La carità del Papa. Un peculiare linguaggio pontifico”, pubblicato da Editoriale Romani e scritto a quattro mani dal Mons. Stefano Sanchirico, sacerdote dal 1992, Ufficiale dell’Archivio Apostolico Vaticano, già Cerimoniere Pontificio e Prelato Chierico della Camera Apostolica e da Andrea Gagliarducci, vaticanista, giornalista di EWTN e ACI Stampa. Il dialogo tra i due Autori, dinanzi ad una platea selezionata e visibilmente coinvolta, veniva moderato dal giornalista Fabio Bolzetta. Una scelta significativa, quella di questo luogo, per presentare un libro che parla di “carità”, dal momento che l’Ordine di Malta è un’istituzione che ha come missione tradizionale da nove secoli proprio l’assistenza, medica, sociale e umanitaria, nel mondo.

Una grammatica di senso inscritta nelle cerimonie della carità papale: nelle librerie l’ultimo libro di Stefano Sanchirico e Andrea Gagliarducci “La carità del Papa. Un peculiare linguaggio pontificio”.

Il volumetto è stato immaginato in continuità con un precedente saggio dei due autori, “Linguaggi pontifici. Storia e protocollo della più antica istituzione del mondo”, che spiegava lo scopo dei cerimoniali e protocolli del Vaticano come una forma di comunicazione sostanziale, il cui obiettivo è quello di dare sostanza ad un incontro. Non “meri orpelli” o “somma di gesti vuoti”, ma espressione di una lingua complessa fatta di gesti, movimenti e ambienti, capaci di rivelare la ragione stessa dell’esistere e dell’operare della Santa Sede e di facilitare le relazioni della diplomazia.

Il nuovo libro, che con il primo condivide il metodo di scrittura agile e privo di note, supportato piuttosto da un’efficace appendice fotografica, di sole 92 pagine, sceglie ad oggetto un particolare linguaggio pontificio, quello della carità papale: un complesso meccanismo di messaggi che da sempre accompagna l’agire caritatevole della Chiesa di Roma e del Romano Pontefice. La carità, virtù cattolica essenziale, rappresenta per gli Autori un importante linguaggio pontificio a sé, che riveste un interesse religioso, culturale e storico.

Il saggio tuttavia non intende restituire la storia della carità a Roma, che pure ha radici antichissime, ma dimostrare come l’esercizio della carità papale nei secoli abbia prodotto un esito di riti, cerimonie e linguaggi che acquistano senso oggi in una direzione precisa: il reiterato e mai superfluo dispiegamento della Verità cristiana e cattolica. Servono tuttavia, all’obiettivo, alcuni passaggi di storia sull’evoluzione dell’esercizio della assistenza del Papa, volta non solo alla soddisfazione di bisogni primari, ma anche alla difesa della dignità e della moralità delle persone. Viene descritta quindi nelle prime pagine del volumetto la sua struttura fin dagli inizi capillare, articolata in diversi organismi preposti, riti e celebrazioni: diaconi regionali, collette, matricole dei poveri, distribuzioni mensili e quotidiane, gratifiche a membri del clero e officiali del palazzo lateranense, anche se non necessarie ma nello spirito di un afflato fraterno, diaconie del VII secolo fino ad arrivare alle attuali diaconie cardinalizie. Fino al surplus di burocratizzazione, forse, nel passaggio dall’Elemosineria apostolica all’odierno Dicastero della Carità per quanto riguarda la carità diretta del Papa.

Quello che al giornalista Andrea Gagliarducci preme soprattutto evidenziare è come il meraviglioso simbolismo sotteso ad  ogni rito – paramenti tipici come il succintorio, cerimonie della Settimana Santa soprattutto e del Giovedì Santo, mense, tavole e ‘doti, fino alla “carezza del Papa” con il Circolo di San Pietro –, in questo caso legato alle elargizioni papali, ma più in generale per quanto riguarda tutti i linguaggi pontifici, sia essenziale per un racconto obiettivo e corretto, quale deve essere quello giornalistico, dell’operato della Chiesa. Una lingua nella lingua da cui non si può prescindere, che consente di accede alla dimensione storica profonda e radicata di una Istituzione millenaria come la Santa Sede e in ultima analisi ne disvela le ragioni più profonde del suo agire.

Mentre a voler rendere semplicemente, che non significa semplificare, il senso del suo libro, Mons. Sanchirico, lo individua nel suo contributo a rendere intellegibile una grammatica, fatta di regole come ogni grammatica, che serve a leggere correttamente una realtà. Una grammatica che permetta di comprendere le dinamiche più profonde dell’agire della Santa Sede. In altre parole, i Papi, tutti i Papi, nei secoli, coadiuvati dai loro maestri di cerimonia, hanno trasmesso e tuttora trasmettono un’idealità, un modello ai cristiani anche per il loro agire nel mondo. Un liturgia-grammatica che infatti rivela due pilastri fondamentali sottesi all’agire caritatevole: la caducità dell’essere umano e la necessità del dono all’altro da parte di chi ha. Così, l’atteggiamento compassionevole si mostra al mondo come liturgia e in questo senso è l’importanza ancora attuale, non superata, del cerimoniale papale, anche nelle sue forme più sfarzose: la centralità di Dio e la caducità dell’Uomo, del Papa stesso anch’egli mortale. E quindi, essere invitati a sedersi a quelle tavole dei pellegrini, a quelle mense per i poveri, beneficiare del servizio d’onore del Papa e della sua accoglienza, significa, in definitiva, essere invitati a condividere non solo il pane materiale, ma il pane di vita eterna.

Stefano Sanchirico, sacerdote dal 1992, è officiale dell’Archivio Apostolico Vaticano e docente di Storia della Curia Romana presso la Scuola di Archivistica, diplomatica e paleografia vaticana. In precedenza, ha servito presso la Congregazione per l’Educazione Cattolica, presso la Prefettura della Casa Pontificia come prelato d’anticamera e presso il Pontificio Consiglio della Cultura. È stato Cerimoniere Pontificio e Prelato Chierico della Camera Apostolica. Sul protocollo e sulle cerimonie papali ha scritto diversi articoli e saggi.

Andrea Gagliarducci, è giornalista. Lavora per il gruppo EWNT, come Vatican Analyst per Catholic News Agency e come vaticanista per ACI Stampa. Collaboratore di diversi quotidiani, è stato tra gli autori del portale online di informazione religiosa korazym.org e gestisce il blog in lingua inglese Monday Vatican e quello in lingua italiana Vatican Reporting.


Diana Daneluz
e-mail: dianadaneluz410@gmail.com
Professionista Relazioni Pubbliche di cui alla Legge 4/2013  n. 2760