Ad Ancona AdMed Fest: Petros Markaris, (il Camilleri greco); Raiz e Almamegretta

Torna ad Ancona l’Adriatico Mediterraneo Festival, 26-29 agostoRaiz e Almamegretta di nuovo insieme per celebrare i loro trent’anni di attività; il Canzoniere Grecanico Salentino nella loro unica data marchigiana, Eugenio Bennato live in chiusura AdMed Fest.

Trenta appuntamenti tra musica, incontri e mostre diffusi in città. Tra gli eventi Slow food il recupero del mosciolo (il mitile selvatico autoctono).

adriaticomediterraneo.stampa@gmail.com  – www.adriaticomediterraneo.eu

La Grecia è il Paese protagonista della XVIII edizione con la presenza dello scrittore Petros Markaris, creatore del commissario Kostas (definito il “Camilleri greco”) il 27 agosto, incontro moderato da Marco Ansando. Oltre a presentare il nuovo libro (uscito il 2 luglio con Nave di Teseo), l’autore presenterà la nuova serie televisiva tratta dai suoi romanzi in onda dal 12 settembre su Raiuno (in quattro puntate in prima serata) “Kostas” il commissario, è interpretato dall’attore Stefano Fresi. Di Petros Markaris Ultime della notte, Difesa a zona e Si è suicidato il Che, la fiction è scritta da Salvatore De Mola, Pier Paolo Piciarelli, Michela Straniero con la collaborazione di Valentina Alferj. Regia di Milena Cocozza.


Melina Cavallaro
Uff. stampa & Promozione FREE TRADE Roma 
Valerio De Luca resp. addetto stampa  
Via Piave 74 – 00198 Roma – www.freetrade.it  Skypecavallaro.melina 

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Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.
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Gorizia: Ungaretti e il Carso – La storia e il poeta interpretati da 12 artisti

Nell’ambito dei progetti per “GO! 2025” (Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura) si staglia un ampio lavoro, ideato e curato da Marco Goldin, di carattere multidisciplinare, dedicato alla figura di Giuseppe Ungaretti e al suo doppio “ruolo” di soldato e poeta sul Carso durante la Prima guerra mondiale. E questo fin dal momento in cui lo vediamo trascorrere le prime settimane in trincea, sotto il monte San Michele, dal dicembre 1915 alla metà di gennaio del 1916.

UNGARETTI POETA E SOLDATO.
IL CARSO E L’ANIMA DEL MONDO.
Poesia pittura storia 

Gorizia, Museo di Santa Chiara
26 ottobre 2024 – 4 maggio 2025

Mostra ideata e curata da Marco Goldin

Il progetto è promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai Comuni di Gorizia e Monfalcone, con la partecipazione di PromoTurismo FVG e l’organizzazione di Linea d’ombra.
L’esposizione, intitolata Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia, si svilupperà tra il Museo di Santa Chiara a Gorizia e la Galleria comunale d’arte contemporanea a Monfalcone ed è stata anticipata da uno spettacolo teatrale che si è svolto in aprile.

La parte goriziana sarà il racconto quanto più possibile completo della storia di Ungaretti sul Carso, il racconto delle battaglie a cui ha partecipato, i momenti di riposo in retrovia, i congedi, il racconto dei luoghi sul Carso, fino al loro così caratteristico aspetto morfologico.

La parte storica è stata affidata a Lucio Fabi, con la partecipazione anche di Nicola Labanca, professore dell’Università di Siena, che introduce i motivi dello scoppio della Prima guerra mondiale, l’ingresso dell’Italia nel conflitto fino al fronte sul Carso.

Ci sarà naturalmente, anzi ne rappresenta il punto di scaturigine, tutto l’aspetto letterario legato alla scrittura delle poesie, e alla pubblicazione a Udine, in 80 soli esemplari nel dicembre 1916, a cura di Ettore Serra, de Il porto sepolto, quel primo libretto ungarettiano che nasce proprio dall’esperienza della guerra.

Due tra i maggiori poeti italiani contemporanei, Paolo Ruffilli e Maurizio Cucchi, si occupano dell’analisi de Il porto sepolto, il primo nella sua versione del 1916 e il secondo affrontando il tema, fondamentale in Ungaretti, delle innumerevoli varianti successive.

Ma come tutto ciò diventerà una mostra? Il percorso non partirà dal piano terra del Museo di Santa Chiara ma da un’ampia sala video da cento posti al terzo e ultimo piano del museo. Sarà quello lo spazio di avvio di uno straordinario viaggio tra letteratura, storia, geologia e pittura.

Curato da Marco Goldin, con la partecipazione anche dei vari esperti a cui sono state affidate le parti letteraria e storica, un vero e proprio documentario di mezz’ora, appositamente realizzato, racconterà la storia di Ungaretti sul Carso.

Un grande schermo di 6×3 metri accoglierà tutte le immagini – da quelle d’epoca a tutte quelle girate con i droni sul Carso nei mesi scorsi – che Alessandro Trettenero animerà e monterà, dopo averlo fatto anche per lo spettacolo teatrale collegato alla mostra.

Un vero e proprio mini-film che servirà al visitatore per conoscere e comprendere il senso della storia che la mostra vuole raccontare. In questa stessa, ampia sala al terzo piano del museo si cominceranno a vedere alcuni dei quadri che dodici pittori italiani hanno realizzato sui luoghi di Ungaretti sul Carso. I loro quadri, una novantina, tutti realizzati appositamente per la mostra, saranno presenti a ognuno dei quattro piani del museo goriziano, costituendo quel filo da non smarrire mai.

Questi i nomi degli artisti: Laura Barbarini, Graziella Da Gioz, Franco Dugo, Giovanni Frangi, Andrea Martinelli, Matteo Massagrande, Francesco Michielin, Cesare Mirabella, Alessandro Papetti, Franco Polizzi, Francesco Stefanini, Alessandro Verdi.

Lasciato l’ultimo piano del museo, il percorso sarà quindi a scendere. Al piano secondo, in una sala a questo riservata, su un grande schermo si potrà assistere alla lettura di alcune poesie de Il porto sepolto da parte dell’attore Gilberto Colla, con gli interventi critici di Paolo Ruffilli in dialogo con Marco Goldin.

Sempre in questo spazio, sulle pareti, una biografia illustrata di Ungaretti consentirà di non perdere mai di vista le vicende del poeta. E la vera preziosità sarà l’esposizione della prima delle 80 copie originali de Il porto sepolto nella sua edizione del 1916, copia appartenente alla Biblioteca di Udine, che la presta per l’occasione dopo il restauro conservativo.

Negli spazi più ampi del secondo piano continuerà il viaggio attraverso la       pittura dei dodici artisti, mentre al centro delle sale saranno esposti alcuni oggetti, in apposite vetrine, per tenere insieme lo spirito della poesia con la drammatica fisicità della guerra.

Al piano primo, in una sala corrispondente a quella del piano superiore, su un altro grande schermo si vedranno e ascolteranno tutti gli approfondimenti di natura storica e militare, a cura di Lucio Fabi.

Le battaglie sul Carso saranno analizzate anche attraverso mappe e carte militari, sempre con riferimento alla partecipazione di Ungaretti e alla vita di trincea.

Negli spazi più ampi del primo piano, e poi del piano terra, proseguirà il viaggio nella pittura dei luoghi sul Carso ma anche con alcune straordinarie pitture che ritraggono Ungaretti, appositamente realizzate. Mentre al centro delle sale altri oggetti e uniformi continueranno a dare il senso della verità della guerra accanto alla poesia, grazie alla collaborazione con il Museo della Grande guerra di Gorizia. Colore della bella pittura, il suo silenzio, con il fragore delle battaglie in una mostra.

Ad accompagnare questo percorso sarà anche un libro, edito da Linea d’ombra e curato da Marco Goldin. Un libro ricchissimo, ancor più che un semplice catalogo, in cui tutti gli studiosi coinvolti nel progetto affrontano nei loro saggi, sempre ampiamente illustrati, gli aspetti della vicenda ungarettiana sul Carso.

Ovviamente è compresa anche la nutrita parte pittorica, con la riproduzione di ogni quadro esposto e una riflessione su Ungaretti da parte di ognuno dei dodici artisti. Ugualmente è inserita nel libro anche tutta la sezione di mostra che si svolgerà a Monfalcone, dunque quella legata all’arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso, gli anni dieci del Novecento.


Informazioni www.lineadombra.it
 
Apertura prenotazioni 9 settembre 2024, call center Linea d’ombra 0422 429999 (biglietto@lineadombra.it)
 
Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Rif. Roberta Barbaro tel. 049.663499
e-mail roberta@studioesseci.net

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MARTYRES, a Tuscania fino all’8 settembre, la mostra dello scultore australiano David Booker

Nell’incantevole cornice di Tuscania, uno dei borghi medievali più belli della Tuscia viterbese, lo scultore australiano David Booker presenta a Palazzo Fani ‘Martyres’. In esposizione, ancora per poche settimane, ben 40 opere, tra sculture e disegni, che esplorano temi universali attraverso un originale approccio agli scarti. L’arte contemporanea ci ha abituato all’uso dei rifiuti e degli oggetti di recupero, ma sempre riutilizzati come materiali in assemblaggi o installazioni. In questo caso è diverso, oggetti abbandonati e rifiuti sono il soggetto principale delle opere realizzate con una tecnica tradizionale come il disegno a matita e appaiono come ‘nature morte’ dell’età postindustriale.

La mostra “Martyres” si articola in tre diverse sezioni: la Sala delle Scatole e dei Cartoni, la Sala dei Pezzi meccanici e la Sala dei Martiri e delle Sculture. In ogni sala, Booker ci invita a riflettere sul senso della vita, della morte e della memoria, sulla solidarietà e sulla forza delle idee da difendere, attraverso opere che mettono al centro del nostro sguardo gli oggetti e i materiali di scarto.

Le Scatole di Cartone e le composizioni di Pezzi Meccanici, diventano protagonisti di veri e propri ritratti, reperti del quotidiano che, come reliquie del mondo contemporaneo, raccontano storie e rivelano il loro significato allo sguardo contemplativo di chi ne riconosce il valore di messaggio.

Una vera e propria ‘poetica degli scarti’ che sorprende per l’inaspettata espressività di questi elementi, scelti e prelevati dai contenitori del riciclo per essere disegnati in grandi composizioni, e sottoposti dall’artista a un processo di trasfigurazione che ne sublima la forma fisica in natura morta metafisica e trasmettono un senso di intima e profonda connessione con i soggetti rappresentati.

Nel grande salone centrale dedicato ai Martiri e alle sculture, l’artista sviluppa il tema della testimonianza delle idee come motore del cambiamento culturale attraverso il ricordo dei martiri dei primi secoli del cristianesimo. Le figure sono rappresentate dall’artista proprio fatti di cartone, eppure vividi nella loro umanità. Accanto alle opere, per facilitare la comprensione del suo metodo di lavoro, David Booker ha esposto anche i modellini che ha sagomato nel cartone di recupero e disegnato dal vero per dar vita ai protagonisti e alle storie dei Santi Martiri, assimilate attraverso lo studio dei testi messi a disposizione proprio dal Gruppo Archeologico di Tuscania.

Nella stessa sala campeggiano due sculture, una alta due metri e mezzo, ricavata da un grande tronco di cedro, e l’altra più piccola in bronzo. Ambedue intensificano il messaggio di umanità e solidarietà delle storie dei Martiri presentando, ciascuna, due figure che si sorreggono a vicenda e si intersecano e fondono in un corpo solo. Le sculture, con eleganza arcaica e monumentalità, rappresentano il tema della forza e della fragilità umana che si manifesta nel legame tra due individui.

La mostra “Martyres” rappresenta un’importante occasione per valorizzare il patrimonio artistico e culturale di Tuscania. Le opere di David Booke entrano in dialogo con la storia e la bellezza del borgo e coinvolgono i visitatori in un percorso contemplativo in cui l’arte innesca connessioni di senso tra le persone e i manufatti antichi, gli spazi architettonici ed il paesaggio, trasformando l’esperienza di visita da emozionale a culturale.

Le opere di Booker, maestose e intense sono cariche di significato e di emozione. La mostra “Martyres” è un’esperienza da non perdere per tutti gli amanti della storia antica e dell’arte contemporanea ed è visitabile gratuitamente fino all’8 settembre, dal venerdì alla domenica, con orario dalle 18.00 alle 20.00.

Un consiglio! Se riuscite ad andarci durante il fine settimana avrete la possibilità di essere accolti e guidati nella visita e nella comprensione delle opere personalmente dall’artista in un’esperienza davvero unica.


Martyres
Palazzo Fani
Tuscania
13 July to 8 September 2024
Ingresso libero

Da Valeria Giovagnoli valeria.giovagnoli@gmail.com

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L’Aquila, Spazio dal basso: REMINDER la mostra di Fabio Di Lizio – Sottosuolo

Il giorno 24 agosto 2024 alle ore 18.00, durante la settimana della Perdonanza Celestiniana, inaugura presso Spazio dal basso, curato da Andrea Panarelli, la mostra Sottosuolo di Fabio Di Lizio, accompagnata da un testo di di Patrizio Di Sciullo

In esposizione una serie di opere calcografiche sperimentali su matrice di alluminio la cui superficie è caratterizzata anche dall’uso del carborundum (carburo di silicio). In mostra anche libri d’arte di grande formato, come Amabili Resti, realizzati integrando risultati di stampa calcografica marginalizzati o sbagliati, che approfondiscono il tema affrontato dall’artista. 

FABIO DI LIZIO
Sottosuolo  
Testo di Patrizio Di Sciullo

Inaugurazione 24 agosto 2024 ore 18.00

Spazio dal basso
Via Adamo Rottweil 2 – L’Aquila
Fino al 14 settembre 2024

Come scrive Patrizio Di Sciullo nel testo di presentazione: «Queste grandi opere incise hanno un respiro forte che arriva ad occupare tutto il foglio di stampa fino ai suoi margini estremi: in modo esplicito ed evidente, visto i titoli, ci raccontano della terra misteriosa e scura che è alle origini del tutto. Nella terra germina la vita per fecondazioni segrete, le radici delle piante crescono e assorbono i minerali e i liquidi essenziali dando inizio al ciclo, nutrendo le piante che sono il cibo di tutte le altre forme di vita. Nella terra sono nascoste miriadi di piccoli e piccolissimi esseri, vermi, insetti e anche le formiche e le termiti con le loro straordinarie società. Celati nel sottosuolo, questi insetti creano organizzatissime misteriose città sotterranee, dedali di stanze e corridoi. I segni scuri ed arcuati, realizzati con il carborundum da Fabio nelle sue incisioni, segnano dei confini, ci raccontano di stanze protette e preziose e allo stesso tempo questi segni scuri e marcati nascono lontano nel tempo, sono segni antichi, ancestrali, direi quasi archetipi, che delimitano il dentro dal fuori e lo proteggono e ci ricordano, per assonanza, quelle stanze nelle città delle formiche e delle termiti.

Tornano poi in queste incisioni, come nelle maniere nere dei primi lavori, quelle partiture, quelle separazioni a scacchiera e divisioni e quei segni ripetuti diagonali e quei segnali che dividono, scandendo lo spazio, a volte con forza, a volte con delicatezza. Queste grandi incisioni ci portano nel sottosuolo, in mondi sotterranei, nel profondo; la materia e i colori di questi fogli sono quelli della terra – terra di siena bruciata, terra d’ombra, ocra gialla – colori amalgamati con sapienza e sensibilità, uniti sfumati, sfogati insieme, fino ai neri più intensi e cupi, sempre caldi come nel ventre della terra, della vita. Questi grandi lavori incisi espressi attraverso la forza della poesia, con grande sensibilità e rispetto, sono un grande omaggio al mistero della vita che sempre ci sfugge e alla terra, soprattutto, che silenziosa e operosa ci nutre sempre, umile dal basso». 

Fabio Di Lizio è nato a Ortona nel 1976. È docente di Grafica d’Arte e Tecniche dell’Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Dal 2004 al 2018 è stato impegnato in attività di formazione e didattica per la cattedra di Grafica e Tecniche dell’Incisione dell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila. Tra le principali esposizioni personali: 2023. Frequenze – MAC, Museo d’Arte Contemporanea del Piccolo Formato, Giarcino; 2021 Frequenze – Museolaboratorio ex Manifatturiera Tabacchi Città Sant’Angelo; 2018 Tabula x Fabula – Museolaboratorio ex Manifatturiera Tabacchi Città Sant’Angelo; artificialia – Galleria MAW Sulmona; 2012 Cattivi Pensieri – Museo Archeologico Iuvanum Montenerodomo; 2011 Contro Vento – Sala Mostre Vincenzo Foresi Civitanova Marche / Marche; 2005 Lettera – Galleria d’Arte Giulio Cerqua L’Aquila. Tra le principali collettive: 2024 Biennale Internazionale per l’Incisione – Acqui Terme; 2022 Sentieri Incisi, “due artisti in cammino”, Angelo Mosca e Fabio Di Lizio – Spazio Studio Castel di Ieri L’Aquila; 2021 Premio Celommi 2020, Seconda Biennale internazionale di incisione e scultura Teramo – secondo premio; 2019 Megalo Print Studio Intaglio online exhibition Australia; 2019.


Fabio Di Lizio
Sottosuolo  
Testo di Patrizio Di Sciullo

Inaugurazione 24 agosto 2024 ore 18.00

Spazio dal basso
Via Adamo Rottweil 2 – L’Aquila

Fino al 14 settembre 2024
Orari
: dal 25 agosto al 1 settembre dalle ore 16.00 alle ore 18.00; dal 2 al 14 settembre su prenotazione alla mail spaziodalbasso@gmail.com

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
roberta.melasecca@gmail.com

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Bologna, MAMbo: Monografia “Alberto Garutti” a cura di Studio Celant

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna è lieto di annunciare la realizzazione del volume Alberto Garutti, la più ampia ricognizione dedicata ad Alberto Garutti (Galbiate, 1948 – Milano, 2023), artista e docente tra le figure più influenti sulla scena artistica italiana ed europea degli ultimi cinquant’anni.
La pubblicazione, a cura di Studio Celant con la collaborazione di Studio Alberto Garutti, sarà disponibile da settembre 2024 in una doppia edizione: in lingua italiana per a+mbookstore (Milano) e in lingua inglese per Hatje Cantz (Berlino).

Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Alberto Garutti
Progetto editoriale a cura di Studio Celant
In collaborazione con Studio Alberto Garutti
a+mbookstore / Hatje Cantz, 2024

Progetto vincitore della dodicesima edizione di Italian Council, 2023

Il progetto editoriale internazionale è realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito di Italian Council (12a edizione, 2023), il programma di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana, per l’ambito di intervento 2 “Promozione internazionale di artisti, curatori e critici italiani”, finalizzato a far conoscere al mondo protagonisti, vicende peculiari e problematiche dell’arte italiana contemporanea.

Da sempre interessato ad esplorare gli spazi e le dinamiche di relazione tra opera, spettatore ed istituzione, Alberto Garutti a partire dai primi anni ’90 trasforma i modi di fare arte pubblica ridefinendone radicalmente i processi di concezione.
Le sue opere nel contesto urbano – commissionate da città, Biennali e musei di tutto il mondo – sono dispositivi aperti pensati per re-immaginare nuove forme di incontro tra i cittadini, gli spettatori dell’arte, e il paesaggio fisico e sociale per il quale queste sono disegnate.
La genesi della pubblicazione risale al primo incontro tra Germano Celant e Alberto Garutti nel 2012. L’idea di collaborare alla realizzazione di una grande monografia sull’opera dell’artista prende forma in maniera concreta nel 2015, dando avvio ad un fitto dialogo di pensieri e riflessioni sul terreno comune dell’arte.

Concepito da Germano Celant e portato a termine dallo Studio Celant, il volume contiene un saggio di Antonella Soldaini, una cronologia storico-critica dal 1948 al 2023 curata da Eva Fabbris (responsabile anche della ricerca scientifica), sette testi tematici inediti di Alberto Garutti pensati specificamente per questa pubblicazione, e una ricca serie di illustrazioni e documenti per raccontare il percorso artistico di un autore che, sin dai suoi esordi negli anni ’70, ha sempre cercato di interrogarsi sul ruolo e sulla responsabilità etica della figura dell’artista per la società contemporanea.

Scopo del volume che, seguendo il metodo celantiano, ha mantenuto un carattere monografico e cronologico, è stato quello di porre in evidenza, attraverso una densa sequenza temporale dei maggiori eventi accaduti durante la carriera di Garutti, il valore sperimentale e innovativo del suo linguaggio, fondato su alcuni concetti chiave divenuti negli anni imprescindibili per chiunque affronti il tema della produzione artistica site-specific, come il rispetto per il luogo in cui l’opera viene collocata, l’attenzione per la realtà sociale circostante e la conoscenza approfondita del contesto.

Aspetti cruciali quali l’idea di anti-monumento, la non-invasività, l’opposizione alla retorica del sistema, la critica affilata al paesaggio istituzionale, il ruolo dello spettatore, il concetto fondante dell’opera come forma di dialogo aperto e conversazione, sono solo alcuni dei passaggi centrali del discorso artistico di Garutti che il volume affronta attraverso tre registri critici diversi, trasversali e paralleli. La lettura storico-critica, la narrazione dei fatti artistico-biografici e il racconto personale dell’autore alla fine di più di cinquant’anni di vita nell’arte.

La pubblicazione costituisce l’esito di un esaustivo lavoro di ricerca scientifica, verifica e ordinamento delle fonti. Le opere e le mostre principali dell’artista sono oggetto di schede ampiamente illustrate con fotografie e riproduzioni di documenti originali e la loro descrizione si avvale di una dettagliata ricognizione delle fonti critiche d’epoca. Le schede si innestano su una narrazione biografica corredata da immagini che documentano le fasi salienti della vita di Garutti e i contesti in cui il suo lavoro si è realizzato e consolidato.

Il volume Alberto Garutti è un progetto promosso da Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna in partnership culturale con Centre Pompidou-Metz (Metz), Fondazione Donna Regina per le arti contemporanee – museo Madre (Napoli), Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo (Roma), Kunstmuseum Liechtenstein (Vaduz), mudac – Museum of Contemporary Design and Applied Arts (Losanna) e si avvale del supporto alla promozione di Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea.

Un fitto calendario di presentazioni in musei italiani ed esteri accompagnerà l’uscita del libro nel corso dei prossimi mesi:

Giovedì 29 agosto 2024 ore 19.00
Museion – Museo di arte moderna e contemporanea, Bolzano

Partecipano: Partecipano: Lorenzo Balbi, Francesco Garutti, Antonella Soldaini
Introduce: Bart Van Der Heide
Modera: Frida Carazzato
www.museion.it

Lunedì 23 settembre 2024 ore 18.00
Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli

Partecipano: Eva Fabbris, Francesco Garutti, Antonella Soldaini
www.madrenapoli.it

Martedì 24 settembre 2024 ore 18.00
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma

Partecipano: Eva Fabbris, Francesco Garutti, Antonella Soldaini
Introduce: Francesco Stocchi
www.maxxi.art

Mercoledì 25 settembre ore 18.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Partecipano: Lorenzo Balbi, Francesco Garutti, Antonella Soldaini
www.museibologna.it/mambo

Martedì 22 ottobre 2024
Accademia di Brera, Milano
Giornata di studi

A cura di: Laura Cherubini, Giacinto di Pietrantonio, Cloe Piccoli
Introduce: Giovanni Iovane
Partecipano: Stefano Boeri, Francesco Bonami, Maurizio Bortolotti, Barbara Casavecchia, Roberto Cuoghi, Anna Detheridge, Eva Fabbris, Beppe Finessi, Francesco Garutti, Hou Hanru, Yuko Hasegawa, Francesco Manacorda, Hans Ulrich Obrist, Mario Pieroni, Antonella Soldaini, Dora Stiefelmeier, Angela Vettese, Andrea Viliani e altri in corso di definizione
www.accademiadibrera.milano.it

Sono inoltre previste le seguenti presentazioni:

Mercoledì 23 ottobre 2024
Triennale di Milano

triennale.org


Giovedì 24 ottobre 2024
Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz (online)

kunstmuseum.li

Sabato 26 ottobre 2024
mudac – Museum of Contemporary Design and Applied Arts, Losanna

mudac.ch


Mercoledì 30 ottobre 2024
Centre Pompidou-Metz, Metz

www.centrepompidou-metz.fr


Scheda progetto editoriale

Titolo
Alberto Garutti

Concepito da
Germano Celant

General editor
Studio Celant
Antonella Soldaini

In collaborazione con

Studio Alberto Garutti
Francesco Garutti

Ricerca scientifica
Eva Fabbris, con Chiara Lupi e Giovanna Manzotti
Barbara Ciardiello
Giacomo Nigro
Roberto Casti

Coordinamento
Barbara Ciardiello

Project Manager
Marcella Ferrari

Testi di
Alberto Garutti
Eva Fabbris
Antonella Soldaini

Design
Massimiliano Pace
Matteo Gualandris

Supervisione editoriale
Malerba Editorial & Partners, Milano: Francesca Malerba con Flavia Scotti, Raffaella Esposito e Laura Magda Barazza

Pubblicato da
a+mbookstore, Milano (edizione italiana)
Hatje Cantz, Berlino (edizione inglese)

Promosso da
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Sostenuto da
Italian Council, Direzione Generale Creatività Contemporanea, Ministero della Cultura

Pagine
620

Formato
240 x 305 mm

Prezzo

€ 94

Informazioni
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.museibologna.it/mambo
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
X: @MAMboBologna
YouTube: MAMbo channel

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it

Facebook: Musei Civici Bologna
Instagram: @bolognamusei
X: @bolognamusei

Ufficio stampa
Settore Musei Civici Bologna
e-mail 
UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it
Elisabetta Severino – Tel. +39 051 6496658 e-mail 
elisabetta.severino@comune.bologna.it
Silvia Tonelli – Tel +39 051 2193469 e-mail 
silvia.tonelli@comune.bologna.it

Progetto editoriale Alberto Garutti
Alessandra Santerini
alessandrasanterini@gmail.com

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Cittadella Jazz 2024 l’immancabile maratona concertistica

Un festival che cresce, un passo alla volta: Cittadella Jazz giunge alla quarta edizione, allargando la tipologia dei suoi contenuti artistici. Dal 30 agosto all’1 settembre si svolgerà l’immancabile maratona concertistica, con 5 concerti e 6 parate musicali nell’arco di tre giornate.

Comune di Cittadella
Associazione Culturale Miles
 
4° Edizione
30 agosto – 1° settembre 2024
Cittadella (PD)

Il cast artistico è 100% made in Italy, ma molti degli artisti che arriveranno nella cittadina in provincia di Padova godono di fama internazionale. Jazzisti pluripremiati come Mauro Ottolini, Gianluca Petrella, Rosario Giuliani si alterneranno o anche si esibiranno assieme a grandi nomi del cantautorato nazionale (Francesco Baccini) e del crossover tra i generi (Dirotta su Cuba). La maggior parte degli appuntamenti sarà a ingresso gratuito.

Dall’1 agosto all’1 settembre il Palazzo Pretorio di Cittadella ospiterà una mostra fotografica di Roberto Cifarelli: la ricchezza dei suoi contenuti visivi preparerà l’atmosfera jazzistica in attesa del weekend concertistico di fine agosto.

Questa edizione si segnala inoltre per il nuovo gemellaggio organizzativo con la struttura del Padova Jazz Festival: una sinergia tra i principali operatori in ambito jazzistico del territorio per continuare a crescere insieme.

Cittadella Jazz, con la direzione artistica di Valerio Galla e Andrea Bertollo, è organizzato dall’Associazione Culturale Miles, con il contributo del comune di Cittadella e la collaborazione di Pro Cittadella.

Il concerto inaugurale di Cittadella Jazz 2024 basta da solo a conferire un tono distintivo al festival: venerdì 30 agosto alla Jazz Arena Campo della Marta il celebre cantautore genovese Francesco Baccini e l’Orchestra Ottovolante guidata da Mauro Ottolini si uniranno per rivisitare i successi di Baccini e altri classici della scuola cantautorale genovese e del pop italiano che più ha flirtato con il jazz (Buscaglione, Carosone, Modugno, Gorni Kramer, Trio Lescano…). Queste celeberrime canzoni assumeranno una nuova veste orchestrale, con tinte latineggianti e jazzate, in uno spettacolo che fin’ora ha avuto solo una precedente realizzazione.

Sabato 31 agosto, sempre alla Jazz Arena Campo della Marta, i riflettori saranno puntati sul batterista Maxx Furian, il cui trio assieme al tastierista Leo Dalla Cort e al bassista Federico Malaman sarà per l’occasione rinforzato dalla presenza di Rosario Giuliani, uno dei sassofonisti più rappresentativi del jazz italiano. Il progetto “Back Home” è un appagante ritorno al passato come solo un artista dalla lunga esperienza può concedersi. Del resto Maxx Furian in quasi quarant’anni di carriera ha vissuto e interpretato ai massimi livelli molti generi musicali. E ora si concede il piacere di ripescare composizioni che lo riportano alla sua giovinezza.

Durante la giornata la MagicaBoola Brass Band animerà l’intero centro di Cittadella con tre distinti concerti itineranti, tutti eseguiti con tanto di coreografie. MagicaBoola è una moderna street band composta da fiati e ritmica le cui esibizioni in parata aggiornano l’eredità stilistica delle antiche marching band di New Orleans, con un repertorio sensibile al rinnovamento dei linguaggi musicali (jazz, blues, etnica, hip hop, funk, canzone popolare).

Domenica 1 settembre le storiche mura di Cittadella saranno un contenitore straripante di musica per tutta la giornata. Momento culminante sarà il concerto conclusivo del festival alla Jazz Arena Campo della Marta con i Dirotta su Cuba. Massima espressione del musica funky made in Italy, la band celebra con un nuovo tour il trentennale del suo primo singolo, “Gelosia”: pubblicato nel 1994 riscosse un successo clamoroso e inaspettato, che consacrò la cantante Simona Bencini e soci nel panorama dell’acid jazz, un genere capace di attirare le platee popolari e di stuzzicare i più esigenti amanti del jazz.

A rinforzare la programmazione, e il lustro jazzistico del festival, nel pomeriggio arriva (in Piazza Pierobon) anche la Cosmic Renaissance del trombonista Gianluca Petrella: un quintetto che si riallaccia alla musica ‘interstellare’ di Sun Ra per dare vita a forme sonore visionarie e in perenne mutazione, nelle quali convivono jazz spirituale, ispirazione afro-futurista e sperimentazione elettronica.

Ma la musica si accende sin dalla mattina, con il trio del cantante vicentino Alan Bedin che al Teatro Sociale rivisita in chiave jazzistica le canzoni di Luigi Tenco, intervallate da brani di altri campioni della canzone sia genovese che nazionale.

La giornata domenicale sarà inoltre scandita da altri tre concerti in parata itinerante nel centro cittadino della MagicaBoola Brass Band.

Novità di questa edizione di Cittadella Jazz è l’apertura verso altre espressioni artistiche che si confrontano con la musica jazz. Ed ecco servita la mostra fotografica “4/4 in Jazz”: esposizione di 300 scatti opera di Roberto Cifarelli, uno dei più noti fotografi di jazz italiani, capace con la forza ed eloquenza delle sue immagini di imporsi anche a livello internazionale. La mostra, allestita al Palazzo Pretorio e visitabile dall’1 agosto all’1 settembre, offrirà un assaggio in anteprima delle emozioni del festival.

Cifarelli, classe 1964, ha compiuto tutto il percorso che separa gli scatti del dilettante di gusto da quelli del professionista senza che venissero mai meno la passione per la musica e il rispetto per i musicisti. Lo stretto rapporto di amicizia che lo lega agli artisti è anche il segreto dell’immediatezza delle sue foto, che al di fuori di ogni ricerca formalistica cercano soprattutto di far emergere non tanto il fotografo quanto il musicista e la sua peculiare gestualità. Collabora da anni sia in Italia che all’estero con le principali riviste di settore (Musica Jazz, Amadeus, Jazzit, DowBeat…) e le più importanti etichette discografiche (Blue Note, ECM, CAM, Abeat…), con ormai ben più di 300 copertine pubblicate tra riviste, dischi, libri. Oltre 100 sono le mostre che gli sono state dedicate in tutta Europa.

Cifarelli coltiva diversi progetti visivi, dei quali ben quattro saranno rappresentati nella mostra di Cittadella. “The Black Square” comprende ritratti di musicisti che escono dal profondo nero, senza strumento, senza luogo; solo il loro sguardo, dal quale ognuno può leggere una storia, quella che vuole. “Double Improvisation” è una ricerca sulle doppie e triple esposizioni; fotografie mosse eseguite rigorosamente in macchina senza post produzione: un modo per interpretare l’improvvisazione della musica con il movimento e la sovrapposizione di colori. “The Street of Jazz” coglie alcuni dei più grandi musicisti della scena jazz internazionale quando, a fine concerto, riposti gli strumenti e lontano dai riflettori e dallo sguardo degli spettatori, spariscono nella notte. Sguardi adrenalinici o assonnati, valige e custodie di strumenti; il palco è ora la città, con i suoi marciapiedi deserti. Le immagini della serie “High Key on Jazz” sono realizzate con la tecnica dell’high-key, con la luce che invade le superfici e i contrasti ridotti al minimo. I soggetti di Roberto Cifarelli sono avvolti da una luminosità innaturale che trasmette sensazioni di pace e di misticismo.

PROGRAMMA
 
Venerdì 30 agosto
Jazz Arena Campo della Marta, ore 21:30
FRANCESCO BACCINI & MAURO OTTOLINI
ORCHESTRA OTTOVOLANTE
Francesco Baccini (pianoforte, voce), Mauro Ottolini (trombone),
Andrea Lagi (tromba), Paolo Malacarne (tromba),
Matteo Del Miglio (trombone basso), Emiliano Vernizzi (sax alto),
Stefano Menato (sax tenore), Corrado Terzi (sax baritono),
Oscar Marchioni (tastiere), Marco Bianchi (chitarra), Giulio Corini (contrabbasso), Luca Colussi (batteria), Valerio Galla (percussioni)
in caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Sociale
 
Sabato 31 agosto
Jazz Arena Campo della Marta, ore 21:30
Furian, Dalla Cort, Malaman Trio featuring Rosario Giuliani
“Back Home”
Maxx Furian (batteria), Rosario Giuliani (sax alto),
Leo Dalla Cort (pianoforte, tastiere), Federico Malaman (basso elettrico)
in caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Sociale
 
itinerante per il centro di Cittadella (3 spettacoli giornalieri)
MAGICABOOLA BRASS BAND
Alessandro Riccucci, Renzo Telloli (sax alto),
Sigi Beare, Francesco Felici, Elena Zappolini (sax tenore),
Filippo Ghezzi, Pietro Petri, Michele Santinelli (sax baritono),
Andrea Lagi, Giulio Mari, Luca Carducci, Matilde Gori (tromba),
Leonardo Ricci, Manuel Signorini (sousafono),
Francesco Dell’Omo, Riccardo Focacci, Francesco Giomi, Olivier Mannari (percussioni)
 
Domenica 1 settembre
Teatro Sociale, ore 11
Alan Bedin
“T&nCó – Pensando a Tenco e ai suoi contemporanei”
Alan Bedin (voce), Marco Ponchiroli (pianoforte), Gigi Sella (sax, flauti)
 
Piazza Pierobon, ore 18
GIANLUCA PETRELLA COSMIC RENAISSANCE
Gianluca Petrella (trombone, effetti), Mirco Rubegni (tromba, effetti),
Riccardo Di Vinci (basso elettrico), Federico Scettri (batteria),
Simone Padovani (percussioni)
in caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Sociale (ore 16)
 
Jazz Arena Campo della Marta, ore 21:30
DIROTTA SU CUBA
“Gelosia 30th Bday – Let’s Celebrate Tour”
Simona Bencini (voce), Luca Iaboni (tromba), Donato Sensini (sax, flauto),
Stefano Profazi (chitarra), Emiliano Pari (tastiere),
Patrizio Sacco (basso), Vincenzo Protano (batteria)
in caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Sociale
 
itinerante per il centro di Cittadella (3 spettacoli giornalieri)
MAGICABOOLA BRASS BAND
Alessandro Riccucci, Renzo Telloli (sax alto),
Sigi Beare, Francesco Felici, Elena Zappolini (sax tenore),
Filippo Ghezzi, Pietro Petri, Michele Santinelli (sax baritono),
Andrea Lagi, Giulio Mari, Luca Carducci, Matilde Gori (tromba),
Leonardo Ricci, Manuel Signorini (sousafono),
Francesco Dell’Omo, Riccardo Focacci, Francesco Giomi, Olivier Mannari (percussioni)
 
ALTRI EVENTI
da giovedì 1 agosto a domenica 1 settembre
Palazzo Pretorio
4/4 IN JAZZ
chiaro, scuro, mosso, in strada
Mostra fotografica di Roberto Cifarelli

Informazioni:
Cittadella Jazz: email: cittadellajazz@gmail.com
www.facebook.com/cittadellajazzfestival
 
Biglietti:
tutti i concerti sono gratuiti tranne quelli di:
Francesco Baccini & Mauro Ottolini (30 agosto): posto unico 15 euro + d.p.
Dirotta su Cuba (1 settembre): posto unico 15 euro + d.p.
 
Mostra Roberto Cifarelli:
Ingresso gratuito nelle giornate di sabato e domenica (dalle ore 11 alle 13) e nei giorni dal 26 agosto all’1 settembre (dalle ore 18 alle 20).
Nelle altre giornate è possibile prenotare presso lo IAT la visita guidata a pagamento ai monumenti di Cittadella, comprensiva di palazzo Pretorio e della mostra.
 
Prevendite:
www.ticketmaster.it
 
Direzione artistica: Valerio Galla e Andrea Bertollo
 
Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
cell. 348 2350217
e-mail: dancecchini@hotmail.com

A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.

Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.
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Etruschi in mostra Bolzano, al Centro Trevi-Trevilab

Il Centro Trevi-Trevilab offre l’opportunità, realmente straordinaria, di avvicinarsi all’affascinante, e per certi versi ancora misteriosa, cultura etrusca. Lo fa con la mostra “Etruschi. Artisti e artigiani” promossa dalla Provincia autonoma di Bolzano, Cultura italiana, grazie alla collaborazione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, museo che conserva la più importante raccolta di reperti etruschi al mondo. La mostra, curata da Maria Paola Guidobaldi e da Valentina Belfiore, che del Museo romano sono responsabili scientifiche e curatrici, rientra nella seconda tappa della rassegna “Storie dell’arte con i grandi musei”, un percorso pluriennale volto alla scoperta delle grandi civiltà antiche e moderne, “un’altra tappa fondamentale verso la conoscenza del nostro passato con l’obiettivo di mantenere sempre vivo l’interesse verso la cultura e il ricco patrimonio artistico conservato nei grandi musei italiani,” ha sottolineato Marco Galateo, vicepresidente della Provincia e assessore alla Cultura italiana.

ETRUSCHI. Artisti e artigiani
Bolzano, Centro Trevi-Trevilab
24 ottobre 2024 – 2 febbraio 2025

Mostra promossa dalla Provincia Autonoma di Bolzano in collaborazione e a cura del Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia in Roma.

Il titolo “Etruschi. Artisti e Artigiani” già introduce al taglio peculiare dell’esposizione bolzanina: non è l’ennesima mostra generica sugli Etruschi, ma la proposta di un’indagine specifica della loro grande civiltà, quella della produzione artistica e artigianale che caratterizza queste antiche popolazioni.
Le manifestazioni dell'”artigianato artistico – afferma la curatrice – rappresentano un medium privilegiato per accostarsi alla conoscenza e allo studio degli Etruschi”.

“Nella necessaria selezione di oggetti significativi per l’argomento trattato, la mostra intende offrire un excursus tanto sintetico quanto evocativo dei capolavori e delle più caratteristiche produzioni dell’artigianato, del pantheon etrusco e delle forme di devozione diffuse a vari livelli della società. Al tempo stesso, l’occasione si configura come una straordinaria possibilità di conoscere alcuni documenti solitamente conservati nei depositi, che non sono da meno rispetto a quelli abitualmente esposti”.  

Otto le sezioni della mostra. Il percorso inizia dai reperti legati al rito funerario, per offrire poi un excursus sulle produzioni artigianali più tipiche, e tra queste, in particolare, i buccheri. Un focus viene riservato alle ceramiche istoriate e tra esse le anfore a figure nere di fattura greca, firmate da Nikosthenes, realizzate dal celebre maestro greco appositamente per la migliore clientela etrusca. La successiva sezione è interamente dedicata alle creazioni di artisti e artigiani etruschi che, come i loro “colleghi” greci, firmano le loro creazioni. Ceramisti, bronzisti, coroplasti che creano, e personalizzano, opere per una clientela di élite.  Accanto ai capolavori di celebrati maestri, riservati a pochi, in mostra anche esempi della produzione accessibile a tutti: vasellame da mensa e tutto ciò che serve al banchetto o alla toeletta.  La lavorazione del bronzo, in cui gli Etruschi seppero primeggiare, era applicata anche alla forgiatura e cesellatura delle armature. In mostra esemplari altissimi di elmi etrusco-italici: non solo dunque la quotidianità, i banchetti, le feste, le guerre, ma anche il sacro e il culto dei morti. 

Collegandosi alla prima, riservata alle produzioni legate al rituale funerario, anche l’ottava e ultima sezione della mostra è focalizzata sulla sfera del sacro. Vi si ammirano testimonianze di dediche, bronzetti votivi, offerte e strumenti per il culto e per l’esercizio di pratiche divinatorie. Il culto, quando da domestico diventava collettivo, trovava riferimento in templi, sul modello greco e romano. Gli Etruschi crearono una loro specifica architettura templare, descritta da Vitruvio. A documentarla in mostra è un’antefissa di un tempio dove, in un rutilare di colori, a essere raffigurata è una testa di sileno.

I reperti selezionati per questa originale esposizione sono accompagnati da ampi apparati illustrativi e da una linea del tempo che consentono di inserire i singoli reperti nel più ampio contesto al quale erano in originale destinati e, al medesimo momento di seguire l’evoluzione di una civiltà che ha segnato la storia della penisola e dell’Europa e che come poche affascina e colpisce, duemila anni dopo, il pubblico.


Ufficio Stampa
 
Per MondoMostre
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Referente Simone Raddi: simone@studioesseci.net
Tel +39 049 663499
 
Per Provincia Autonoma di Bolzano
Ilaria Vinante
Tel. +39 338 5969685
vinante.ila@gmail.com

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Castello di Rivoli: Mutual Aid. Arte in collaborazione con la natura

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta la mostra Mutual Aid  Arte in collaborazione con la natura, un grande progetto espositivo dedicato alla sostenibilità a cura di Francesco Manacorda e Marianna Vecellio, che aprirà al pubblico da giovedì 31 ottobre 2024 a domenica 23 marzo 2025.

La mostra esplora la collaborazione creativa tra esseri umani e mondo non umano coinvolgendo una selezione di artisti che hanno affrontato la questione dell’interdipendenza tra uomo e natura dagli anni Sessanta a oggi.

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
presenta

Mutual Aid
Arte in collaborazione con la natura
A cura di Francesco Manacorda e Marianna Vecellio

31 ottobre 2024 – 23 marzo 2025
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

L’esposizione traccia un percorso che attraversa le diverse fasi della riflessione artistica sull’ecologia, culminando nella crisi climatica attuale e negli sviluppi teorici in cui la centralità dell’uomo nel sistema naturale viene messa in questione. L’elemento centrale del progetto espositivo è la vera e propria condivisione del processo creativo tra artisti ed elementi naturali (animali, vegetali e inorganici), interpretato per l’occasione dai lavori di artisti come Maria Thereza AlvesMichel BlazyBianca Bondi & Guillaume BouissetCaretto/SpagnaAgnes DenesHubert DupratHenrik HåkanssonTamara HendersonAki InomataRenato LeottaNicholas ManganYannis ManiatakosNour MobarakPrecious Okoyomon, Giuseppe PenoneTomás SaracenoRobert SmithsonVivian Suter e Natsuko Uchino.
 
Il titolo della mostra si ispira al concetto di mutuo appoggio proposto dal filosofo e zoologo russo Piotr Kropotkin (1842–1921) nel suo libro Il mutuo appoggio – Un fattore dell’evoluzione, pubblicato all’inizio del secolo scorso. Kropotkin ipotizza che la sopravvivenza delle specie non tragga vantaggio soltanto dalla competizione, come sostenuto da Charles Darwin. Quando un sistema ha poche risorse ed è instabile, secondo il filosofo russo, la sopravvivenza è più probabile se gli elementi in gioco collaborano e condividono un piano comune, facendo del “mutuo appoggio” un fattore chiave dell’evoluzione, particolarmente in momenti di crisi. Questa modalità operativa è messa in luce in maniera iconica nella mostra da una selezione di opere d’arte completate o co-realizzate grazie al contributo di elementi e agenti non umani.
 
Mutual Aid  Arte in collaborazione con la natura invita a riconsiderare la fondatezza della separazione tra natura e cultura, rileggendole invece come elementi collaboranti, chiamate a supportarsi e nutrirsi a vicenda. Il progetto espositivo propone al pubblico una visione ecosistemica e un approccio ai grandi temi ambientali innovativo e urgente, fondato sulla coesistenza, la condivisione e sul valore della creatività e della progettualità collettive multi-specie.


Ufficio Stampa Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Manuela Vasco | press@castellodirivoli.org | T. +39 0119565209 | mob. +39 393 0649067
 
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Via Farini, 71 | 20159 Milano | www.paolamanfredi.com  
Francesca Ceriani | francesca@paolamanfredi.com | T. +39 340 9182004
Federica Farci | federica@paolamanfredi.com | T. +39 342 051 5787

INFORMAZIONI AL PUBBLICO
 
Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura
A cura di Francesco Manacorda e Marianna Vecellio
31 ottobre 2024 – 23 marzo 2025
 
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia – 10098 Rivoli (Torino)
www.castellodirivoli.org | T. +39 0119565222 | info@castellodirivoli.org
 
Orari di apertura
Dal mercoledì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 17.00
Sabato, domenica e festivi, dalle ore 11.00 alle ore 18.00
Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Info: +39 0119565222
come arrivare

Le attività del Castello di Rivoli sono realizzate primariamente grazie al contributo della Regione Piemonte.
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Consulenza Stampa
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Robecchetto con Induno (MI): ELENA MONZO. Ritual Denim

Lo spazio post-industriale SAC – Spazio Arte Contemporanea di Robecchetto con Induno (MI) ospita per la prima volta, dal 19 ottobre al 14 dicembre 2024, una mostra dedicata a Elena Monzo (1981), dal titolo Ritual Denimcurata da Nicoletta Candiani, che attraverso 30 opere eseguite dal 2014 ad oggi restituisce un’ampia visione sulla varietà espressiva e sulla ricerca condotta dall’artista negli ultimi anni. Al centro dell’esposizione una serie di figure a metà tra il mito e il contemporaneo, evocate attraverso medium diversi: dalla carta alla calcografia, dalla ceramica ai tessuti, tra cui il denim, materiale con cui l’artista ha realizzato le quattro opere inedite.

SAC – SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA
ROBECCHETTO CON INDUNO (MI)
 
ELENA MONZO
Ritual Denim

 
A cura di Nicoletta Candiani
19 ottobre – 14 dicembre 2024
Inaugurazione: sabato 19 ottobre ore 17.30

30 opere ripercorrono gli ultimi dieci anni di carriera di Elena Monzo (1981), contraddistinti da un’ampia sperimentazione in termini di materiali e supporti.

Dopo la carta, la tela e la ceramica, gli ultimi lavori sono realizzati in denim, tessuto da abbigliamento integrato dall’artista nella sua pratica.

Ritualità, stratificazione, mito e contemporaneità gli elementi principali di una ricerca ricca di chiavi di lettura e interpretazioni.

Attraverso la stratificazione e la sovrapposizione di materiali, Monzo dà vita a soggetti ibridi, a metà tra l’umano e l’animale/vegetale, che fluttuando in una dimensione a cavallo tra realtà, immaginario e narrazione antica alimentano le ricerche dell’autrice nel campo della ritualità.

“Nel Rito della Preparazione, le sue figure nascono dalla ricerca e dalla raccolta di immagini, evocate nude sul supporto, al loro stadio primordiale”, scrive Pietro Salvatore nel testo critico. “Segue il processo di metamorfosi attraverso l’indumento: l’artista veste le sue figure, le arricchisce e dona loro un’identità tramite la sovrapposizione di carte e accessori preziosi, lasciando respirare il soggetto originale e fermandosi prima della soglia obnubilante del kitsch”.

Un approccio seguito anche nell’ultima serie realizzata dall’artista utilizzando il denim, tessuto nato per il lavoro manuale, entrato a far parte del vestiario casual nel corso del XX secolo e ora integrato da Monzo nel suo processo creativo, donandogli così un’ulteriore funzione estetica e proponendo un punto di contatto tra l’arte e la moda. Nel nucleo di opere compare, per esempio, Ritual Denim, che dà il titolo all’esposizione, un’enorme tela in denim ricca dei personaggi di Monzo, creata a partire dalla collezione di capi realizzati con le stesse opere incise a laser grazie alla collaborazione con il Development Center della Candiani Denim, azienda leader nel settore, con il cui tessuto sono stati realizzati gli stessi capi della capsule collection per SAC. Lo stesso tessuto è stato utilizzato dal sarto Vasco Inzoli, che ha realizzato tre capi da lavoro impreziositi poi dai gioielli di Luiss.

Tra le quattro tele inedite c’è anche Coraline, opera in cui dal corpo della figura sembra nascere un corallo, elemento prezioso che in questo lavoro viene dipinto e non aggiunto sulla superficie. È una delle tante donne archetipiche immortalate da Elena Monzo, colte nel mezzo di una metamorfosi che fa eco alla tradizione classica, mentre gli indumenti moderni che indossano impongono loro un’energia attuale.

L’esposizione è poi arricchita dall’ampia produzione su carta, esplorata dall’artista negli ultimi dieci anni in moltissime varianti di texture, colori e stampe, che applicata per mezzo di stratificazioni sulle opere va a vestire le figure rappresentate. Ne risulta che anche nel caso di calcografie, serigrafie e stampe, ogni lavoro mantiene la sua originalità. Come nel caso di Moonzoo, una sacerdotessa con un copricapo a testa di lupo che si rivolge verso l’osservatore, ostentando la sua unicità e opponendosi alla pudicizia, proponendosi come ponte tra l’arte sciamanica e il pop contemporaneo.

All’unicità delle produzioni di Monzo concorrono poi gli accessori assemblati sulle opere, concepiti dall’abilità artigianale di Luiss Perlanera e assunti a talismani carichi di un’energia magica che le sacerdotesse evocate dall’artista controllano. Fiori, stelle e ragni preziosi, ad esempio, sono i talismani di Frida (Frida Kahlo), che la adornano portando la sua rappresentazione fuori dall’opera, avvicinandola alla realtà e allo stesso tempo consacrandola al mito.

Elena Monzo nasce a Orzinuovi (BS) nel 1981. Laureata in Pittura all’Accademia di Brera nel 2005, si specializza in tecniche grafiche come Mastro Incisore. Già nel 2002 partecipa alla mostra collettiva del Museo della Permanente di Milano: Salon I per poi iniziare nel 2006 la sua carriera all’estero con la mostra Obra Sobre Papel alla Galleria Mito di Barcellona.

Tra le collettive più importanti a cui ha partecipato: in Germania nel 2008, Junge Italienische Kunst alla Galerie Blinz&Kramer di Colonia, Fall Forward, nella sede di New York di Sara Tecchia nel 2009 e molte altre a seguire tra cui alcune Biennali, quella di Postumia nel 2010 e quella di Soncino del 2019, sino alle più recenti quali Super S.H.E da Giovanni Bonelli a Milano nel 2028, HUMAN NATURE, alla Galerie Marek Kralewski di Friburgo e le due mostre tenutesi al SAC Profili Venus in Furs del 2023 e 2024.

Dal 2010 al 2024 le opere di Elena sono state esposte in fiere importanti come la Scope di Basilea, New York e Miami, Beirut ArtFairArt Verona e ArteFieraBologna. L’artista ha avuto spazio non solo in contesti collettivi, ma anche in mostre personali quali Inside, alla Bonelli Contemporary di Los Angeles nel 2007, La Dolce Vita Dark Venice alla TZR Gallery di Dusseldorf nel 2010 e 2014, Moon Zoo Stranger Things alla Gilda Contemporary di Milano nel 2017 e 2024 e Silk, La via della Seta all’Ex Filanda Meroni di Soncino nel 2018.

Molto importanti le sue esperienze nelle residenze d’artista, in cui Elena ha raccolto nuovi elementi, concettuali e materici, per la realizzazione delle sue opere: Kurashiki in Giappone nel 2013, Beirut, Libano nel 2014 e Shangai con The Swatch Art Peace Hotel nel 2015. Infine i premi, tra cui il Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana tenutosi al Superstudio-più di Milano nel 2004, la partecipazione al Premio Cairo nel 2010 e il più recente Premio Combat del 2020.


SAC è uno Spazio dedicato all’Arte Contemporanea, nato nel 2019 allo scopo di promuovere artisti contemporanei e divenuto luogo di aggregazione sociale e divulgazione culturale. Uno spazio rivolto ai creativi ma anche a un pubblico partecipe e interessato alle tematiche attuali che trovano espressione nell’arte contemporanea. Con un programma composto da mostre, laboratori, workshop, concorsi e serate culturali, lo scopo di SAC è guidare il pubblico a un accrescimento culturale anche a livello territoriale.

Situato nel cuore del paese, è inserito all’interno di una struttura appartenuta al bisnonno di Nicoletta Candiani, fondatrice e curatrice di SAC, trasformata da realtà industriale prima tessile e poi conciaria in un punto di incontro, per restituire al territorio ciò che da esso è stato donato per quattro generazioni alla famiglia Candiani.

Con una superficie di 1.400 metri quadrati e ambienti dedicati a mostre e laboratori, SAC espone artisti contemporanei di talento, permettendo loro di realizzare progetti personali, ma vuole anche coinvolgere un pubblico ampio e variegato durante le iniziative intraprese, avvicinandolo alle molteplici sfaccettature dell’arte dei nostri giorni.


ELENA MONZO. Ritual Denim          
Robecchetto con Induno (MI), SAC – Spazio Arte Contemporanea
Via Umberto I 108, ingresso da via Carducci 2
Dal 19 ottobre al 14 dicembre 2024
Inaugurazione: sabato 19 ottobre ore 17.30
Orari: Mercoledì-domenica, ore 14.30 – 19.30          

CONTATTI
SAC -Spazio  Arte Contemporanea
Via Giosuè Carducci 2 – 20020 Robecchetto con Induno  (MI)  
info@spazioartecontemporanea.com   
spazioartecontemporanea.com
T + 39 0331 1227674  
 
Ufficio stampa           
Anna Defrancesco comunicazione   
Via Madre Cabrini 10 – 20122 Milano             
press@annadefrancesco.com
annadefrancesco.com

A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.

Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore) e – qualora non fosse di per sé chiaro – specifichiamo che sono state fornite a Experiences S.r.l. dagli Organizzatori o dagli Uffici Stampa degli eventi, esclusivamente per accompagnarne segnalazioni o articoli inerenti.
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Milano, Galleria Bottegantica: DIVISIONISMI. Un’altra modernità

Dopo le mostre Angelo Morbelli. Luce e colore (2019), Gaetano Previati. Previati in Love (2020) e Il giovane Boccioni (2021), dedicate ad artisti che, in modi diversi, hanno preso parte alla multiforme esperienza del divisionismo italiano, la galleria Bottegantica ha scelto di indagare in modo più esteso la parabola ed il perdurare del fenomeno.

Divisionismi. Un’altra modernità, che si terrà dal 18 ottobre al 30 novembre 2024, intende offrire una nuova prospettiva sul movimento divisionista, esplorandone le evoluzioni e le implicazioni artistiche dagli anni Novanta del XIX secolo sino agli anni Venti del Novecento.

DIVISIONISMI.
Un’altra modernità
Milano, Galleria Bottegantica
18 ottobre – 30 novembre 2024

Accanto alle opere dei maestri e principali teorici della tecnica divisionista –da Gaetano Previati ad Angelo Morbelli ed Emilio Longoni, da Vittore Grubicy de Dragon a Giovanni Segantini e Pellizza da Volpedo – dei quali sono presenti alcuni capolavori come Le Caravelle (1908 circa), Fiumelatte (1897) e L’Ultima fatica del giorno (1892) e Tramonto sulle colline di Volpedo (1903-1904), la mostra presenta lavori di artisti legati ad ulteriori sviluppi della ricerca divisionista, nella sua complessità estetica e concettuale, all’aprirsi del nuovo secolo.

Sono infatti presenti anche i primi firmatari del Manifesto futurista, che proprio sul divisionismo nell’accezione del complementarismo congenito si basava, come Umberto BoccioniGiacomo Balla, Luigi Russolo e Carlo Carrà con lavori di primaria importanza come Mia madre (1907) e Ritratto di Bice Morselli (1910), accanto a diversi altri artisti divisionisti di primo livello – entro una prospettiva nazionale di ampio respiro – come Carlo FornaraBenvenuto BenvenutiCesare MaggiEmilio LongoniPlinio Nomellini e Sexto Canegallo.

Il divisionismo, nato sullo scorcio degli anni Ottanta del XIX secolo, affrontò inizialmente la resistenza critica di quanti ne decretavano la fine già all’inizio del nuovo secolo: nonostante le critiche di figure come Diego Angeli e Ugo Ojetti, che vedevano nel divisionismo un eccesso di dogmatismo scientifico e tecnico, molti artisti riuscirono a trasformarne la tecnica in un mezzo per esplorare le potenzialità espressive della pittura.

La mostra mira ad indagare il variegato orizzonte del divisionismo nei primi due decenni del secolo per superarne una concezione, frequente negli studi e nelle occasioni espositive, che ne ha spesso relegato i migliori esiti agli anni dei suoi esordi.

All’approssimarsi del nuovo secolo tanto i maestri, quanto le nuove generazioni di artisti, non si trovarono più a confrontarsi assiduamente con i problemi teorici e pratici relativi alla divisione del colore: la tecnica divisa era finalmente un dato acquisito, da poter vivere con un rinnovato senso di indisciplinatezzafondamentale per l’evoluzione del divisionismo.

Già dagli anni Novanta i singoli artisti, impegnati intorno alla ricerca sul colore diviso, avevano elaborato delle maniere individuali, aprendo la strada ad un’interpretazione dell’assunto teorico e scientifico di partenza che andasse ben oltre la tecnica, per sondare le possibilità pittoriche in termini di espressione e forza evocatoria.

È proprio l’affermarsi di un’inedita sperimentazione attorno al valore del segno pittorico a divenire protagonista in questa stagione: stesure puntinate e pulviscolari, lineari, a tacche, ora affidate a un ductus più disteso, ora risolventesi in una grafia spezzata e nervosa. Le variazioni sugli impasti, con evidenziazioni materiche o stesure levigate, costituirono la base essenzialmente modernista di una riflessione sul linguaggio pittorico stesso, fondamentale per le premesse concettuali che portarono all’affermazione dell’avanguardia e alla rilettura in chiave moderna di una delle più importanti sperimentazioni pittoriche dell’Ottocento italiano.

Il catalogo della mostra, curato da Niccolò D’Agati e pubblicato da Bottegantica Edizioni, sarà disponibile per approfondire ulteriormente le tematiche e le opere esposte.


Divisionismi. Un’altra modernità
Milano, Galleria Bottegantica
Via Manzoni 45
Orari: dal martedì al sabato, 10-13; 15-19
Ingresso libero
Info: (+39) 0262695489 – (+39) 0235953308
milano@bottegantica.com – info@bottegantica.com
www.bottegantica.com
 
Ufficio Stampa
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