JAZZINSIEME SPILIMBERGO la città del mosaico si tinge di musica

Dopo il successo clamoroso dell’edizione PordenoneseJazzinsieme è pronto a conquistare un altro gioiello del Friuli-Venezia Giulia. Dal 28 agosto al 1°settembre, il Festival musicale organizzato dall’Associazione Culturale Blues In Villa APS arriva nella bellissima Spilimbergo, con 5 giorni di musica dal vivo tra jazz, blues e un pizzico di rock, tutti a ingresso libero. I concerti, che si divideranno in Main Stage e Club Live, daranno modo agli spettatori di sperimentare l’accoglienza cittadina nei locali del centro, per poi spostarsi in Piazza Garibaldi per gli eventi della sera.

JAZZINSIEME SPILIMBERGO
Dal 28 agosto al 1°settembre la città del mosaico si tinge di musica con 5 giorni di concerti. 

Piazza Garibaldi sarà la sede del Main Stage di Jazzinsieme Spilimbergo, che ospiterà i 4 concerti principali di questa edizione. Tutti i concerti inizieranno alle 21:15 e sono a ingresso libero. In caso di maltempo gli eventi si terranno presso il Teatro Miotto. 

Si inizia mercoledì 28 agosto, con il progetto Jelly Roll Plays Morton: un quintetto capitanato da Helga Plankensteiner, che omaggia con forte estro creativo il genio di Jelly Roll Morton. Un’originale formazione con tre fiati dal registro basso: sax baritono, clarinetto basso e tuba, oltre a pianoforte e batteria, composta da musicisti di indiscutibile talento: Achille SucciGlauco BenedettiMichael Lösch Marco Soldà.

Giovedì 29 agosto vedrà invece salire sul palco il New Think Jazz Quartet. Nato dalla collaborazione tra il pianista e compositore Bruno Cesselli e il batterista Maurizio Pagnutti, il NTJQ prende il nome da un movimento musicale degli anni sessanta legato agli aspetti improvvisativi della musica jazz. Il quartetto è completato da Nicola Barbon al contrabbasso e da Mirko Cisilino alla tromba e trombone.

Sonorità più forti la sera di venerdì 30 agosto, con Kevin Davy White. Un talentuoso artista che si è lanciato nella corsa verso il successo partendo dalla Francia – il suo Paese natale – verso il Regno Unito, dove la scena rock-blues è più viva e apprezzata. Si è fatto conoscere con grandi doti di cantante e musicista che l’hanno portato nel tempo a fiancheggiare sul palco Lionel Richie e ad esibirsi al Montreux Jazz Festival. 

Infine, appuntamento sabato 31 agosto con una vera star della voce jazz: Gegè Telesforo, con il nuovo progetto “Big Mama Legacy”. Un omaggio alle vibrazioni e atmosfere che si sono respirate all’omonimo music club di Trastevere, attivo dagli anni ’80 e chiuso definitivamente nel corso della pandemia. Sul palco con GeGè ci saranno Matteo Cutello alla tromba, Giovanni Cutello al sax alto, Christian Mascetta alla chitarra, Domenico Sanna all’organo e tastiere e Michele Santoleri alla batteria.


Anche a Spilimbergo Jazzinsieme mantiene la propria natura di festival diffuso, con una serie di eventi che espandono il programma generale arricchendolo e coinvolgendo i locali della città nella programmazione. Il 28, 29, 30 agosto e il 1° settembre si terranno altri 4 concerti: il Marco Ponchiroli Trio presso la Trattoria Tre Corone, la Positiva Rockabilly Gang presso il Caffè Griz, il Massimo Chiarella Quartet all’Enoteca La Torre e il Broadway Standards Trio, di nuovo alla Trattoria Tre Corone

Il programma dettagliato dei Club Live è disponibile sul sito jazzinsieme.com

La storia di Jazzinsieme inizia negli anni ’80, quando il sassofonista Gaspare Pasini fondò il Festival jazz che ha portato il gotha del jazz mondiale a Pordenone in una manciata di edizioni: basti pensare che tra i protagonisti di questa prima fase del festival ci sono stati Woody Shaw, Joe Farrell, Tony Scott, Elvin Jones, Michael Brecker, Phil Woods, Chet Baker e Woody Herman e molti altri. 

Nel 2019 l’Associazione Culturale Blues In Villa APS ha deciso di ri-fondare il Festival, mantenendo il logo e la linfa vitale originali e donando un nuovo jazz festival a Pordenone. Le 6 edizioni già trascorse di Jazzinsieme hanno ospitato nomi del calibro di John Scofield, Billy Cobham, Richard Bona, Avishai Cohen, RYMDEN, Kurt Elling, Charlie Hunter, Fabrizio Bosso, Enrico Merlin, Gegè Telesforo, Gianpaolo Rinaldi Trio, Gianluca Petrella, il trio Calderazzo-Patitucci-Weckl.

Jazzinsieme 2024 è realizzato dall’Associazione Culturale Blues In Villa APS con la collaborazione ed il supporto di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Città di Spilimbergo, Fondazione Friuli, Camera di Commercio Pordenone-Udine e importanti partner privati quali OESSE, Ricci Group, Banca 360 FVG e Salvadori Arte. 

JAZZINSIEME
Sito: www.jazzinsieme.com
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A-Z Press
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Visite e passeggiate nel Parco del Castello di Grazzano Visconti

Quando contenuto e contenitore rappresentano un connubio perfetto. Accade a Grazzano Visconti dove il borgo medievale e il magnifico parco accolgono, meglio fanno un tutt’uno, Verde Grazzano, settima edizione della raffinata mostra mercato, occasione speciale per chi ama e cerca fiori ma anche emozioni. Verde Grazzano 2024 è in programma dal 27 al 29 settembre.

VERDE GRAZZANO 2024
Parco del Castello di Grazzano Visconti (Pc)
27 – 29 settembre 2024

La nuova, attesa, edizione di Verde Grazzano si avvale della collaborazione del FAI, delegazione di Piacenza, del mensile Gardenia (Cairo Editore) e del supporto di Grandi Giardini Italiani. Tra le affascinanti proposte di Verde Grazzano 2024, l’opportunità di scoprire il Parco con la magistrale guida di Carlo Contesso, celebre garden design, che unendo la conoscenza di studioso dell’evoluzione dei giardini e di uomo che i nuovi giardini li crea, riesce a proporre una lettura inedita di ogni percorso verde.

Va ricordato che il parco del castello di Grazzano Visconti viene ideato e realizzato tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 dal Duca Giuseppe Visconti di Modrone (1879-1941) che lo disegna e lo cura in prima persona per farne un luogo di svago dove non è possibile annoiarsi.

Il giardino riflette la personalità poliedrica del Duca: è un luogo eclettico, dove ispirazioni diverse convivono armoniosamente. Le linee razionali del giardino all’italiana e dei viali coesistono con l’atmosfera romantica delle zone a bosco, dei vialetti sinuosi, delle fontane e delle statue in marmo che si lasciano coprire dalla carezza di rampicanti come edera, muschio, splendide ortensie e rose.

Nel parco di oltre 120.000 mq vivono essenze autoctone della zona di Grazzano – come farnie, olmi, pioppi neri, noccioli, aceri campestri, ciliegi, carpini e frassini – insieme a esemplari di origine esotica come cedri, cipressi d’America e diverse distese di bambù. La scelta delle piante da parte del Duca voleva ottenere un effetto architettonico che rendesse il giardino attraente durante tutto l’anno: ecco allora tanti sempreverdi, come cipressi, pini, lecci, tassi e arbusti di mirto e bosso. Tra i fiori dominano le ortensie, dai colori accesi e dal profumo delicato.

Spiccano alcuni esemplari ultrasecolari tra cui: un platano di oltre 150 anni, simbolo di Verde Grazzano, che vanta il primato di essere la pianta più vecchia del parco, un tiglio di oltre 80 anni e uno splendido gruppo di cedri del Libano.

Ma ad essere proposta da Verde Grazzano 2024 non è “solo” l’opportunità di regalarsi una visita guidata da Carlo Contesso. Nelle giornate di sabato e domenica, infatti, gli organizzatori propongono anche delle passeggiate “Oltre la siepe“, alla ricerca di “Misteri e simbologia tra i viali del parco del castello“. Dagli inquietanti scheletri di corvi e cornacchie affissi sul portone di ingresso del castello, la passeggiata per il parco svelerà i simboli del giardino all’ italiana e di quello all’inglese. Cosa rappresentava il giardino nei secoli passati? Protagonisti del percorso saranno l’acqua e le fontane, le statue e la mitologia, il labirinto e le sue sfaccettature. Un percorso che vuole dare voce a leggende, significati nascosti e misteri dei giardini.

Per chi non ama i misteri, l’alternativa è pronta: una passeggiata dove “I fiori e gli alberi si raccontano”. II parco è il linguaggio della natura. Passeggiandovi viene da chiedersi: che storie cela una rosa? Quali segreti custodisce un pioppo? Questo percorso, che ha inizio nel roseto del parco, ti condurrà alla scoperta del significato e dei miti che la natura porta con sé da secoli. Approfondirai il legame con l’alchimia e l’astrologia, due grandi alleati e nemici di fiori e alberi, i quali sveleranno storie e segreti, mettendo in luce verità e menzogne tramandate nel corso della storia.

Programma consultabile a sito: verdegrazzano.it


La visita del parco con Carlo Contesso e le passeggiate vanno prenotate all’indirizzo mail info@verdegrazzano.it
Orari e info su www.verdegrazzano.it 

verdegrazzano.it
info@verdegrazzano.it
IG: verdegrazzano
FB: Verde Grazzano  
 
Main partner: Allianz S.p.A.
In collaborazione con FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano – Delegazione di Piacenza
Con il supporto di Grandi Giardini Italiani
 
Ufficio Stampa:
Studio ESSECI
Sergio Campagnolo +39 049 663499
Ref. Roberta Barbaro – roberta@studioesseci.net

La Galleria Gli Eroici Furori presenta “A SINGLE MOMENT” di Anna Caterina Masotti

Durante la Milano Fashion Week 2024, la Galleria Gli Eroici Furori presenta la fotografa bolognese Anna Caterina Masotti con la mostra “A Single Moment”, in programma dal 18 settembre al 2 ottobre.

In occasione della Milano Fashion Week 2024
Anna Caterina Masotti presenta la mostra fotografica
 
A SINGLE MOMENT
L’Immortalità dell’Attimo nella Natura e nell’Umanità
Il filo che ricama gli Attimi della Vita
A cura di Alessia Locatelli

Opening: 18 settembre 2024 ore 18.00 – 21.00
Dal 19 settembre al 2 ottobre 2024
 
Galleria Gli Eroici Furori
Via Melzo 30, Milano

La fotografa – nipote di Ada Masotti, fondatrice di una nota casa di moda del bolognese – compie un percorso che partendo dalla sua crescita all’interno della casa di alta moda paterna, la conduce verso un progressivo dialogo che lega creatività ed arte inserendo, all’interno delle sue stampe fotografiche, l’artigianalità di ricami fatti a mano che le rendono opere uniche. Infatti, Anna eredita dalla nonna Ada la passione per il ricamo insieme alla capacità innata della cura dei dettagli e dalla mamma Olga l’amore per la fotografia, combinandoli con estro nelle sue opere. Anna Caterina Masotti afferma: “L’immagine è come una stampa, un ricamo, un fiore cresciuto nella stoffa”.

Da qui prende vita “A Single Moment”, un percorso immersivo, a cura di Alessia Locatelli in collaborazione con l’art manager Laura Frasca, che unisce estetica e poetica, legame che si ritrova nell’allestimento all’interno della Galleria dove il visitatore potrà da subito ammirare due grandi immagini stampate su chiffon ed impreziosite con fili di lurex, insieme ad una ventina di opere fotografiche in copia unica stampate su carta naturale e ricamate a mano

Come scrive, la curatrice della mostra Alessia Locatelli: “Lo stesso connubio tra estetica e poetica delle fotografie si rigenera nell’allestimento che ricrea ambienti intimi, uterini, dentro cui danzano la vita della quotidianità i suoi affetti, i suoi spazi ed i paesaggi a lei cari. Stampe di grande formato si alternano ad altre in dimensione minore, intime nell’approccio visivo oltre che nel soggetto rappresentato.  Un percorso sia materico che visivo, che mira ad aprire un dialogo con l’esperienza del fruitore stesso, condividendo – dal buio verso la luce – il momento dello scambio e dell’intimità che racchiude tutta l’umanità di un sentimento collettivo“.

La luce gioca un ruolo centrale nelle fotografie di Anna Caterina filtrando negli interni e creando pattern e contrasti, riflettendosi nell’acqua e delineando delicati ornamenti floreali sui muri da lei immortalati. Le illusioni visive tipiche delle creazioni della fotografa bolognese vengono intensificate dai ricami, i quali aiutano l’osservatore a focalizzare l’attenzione sul punto di luce dello scatto, rendendo il risultato finale ancor più raffinato e attrattivo.

Attraverso un linguaggio trasversale – stampa su chiffon, fineart e le installazioni – Anna Caterina Masotti offre al visitatore la possibilità di prendere parte ad un viaggio affascinante, intimo ed emozionale immergendosi nella poetica della fotografia e l’estetica della moda. Questi elementi che si amalgamano tra loro sottolineano la versatilità della visione artistica della Masotti e la sua capacità di dialogare con gli spazi della galleria in modo dinamico, non perdendo il concetto del la mostra “A Single Moment”, che immortala il qui e ora rendendolo eterno.

Anna Caterina Masotti nasce negli anni ’70 a Bologna, dove attualmente vive. Dall’età di 10 anni inizia ad appassionarsi di fotografia: passione trasmessa dalla madre Olga, stilista innovativa che amava fotografare, nel tempo libero, fiori e paesaggi. Terminati gli studi a 22 anni entra subito nella house agency di famiglia dove si occupa di comunicazione. Nel 2004 ritira assieme al padre Alberto il premio La Kore, Oscar della Moda. Qualche tempo dopo, riceve un importante riconoscimento per il suo ruolo di giovane dirigente di una azienda italiana di eccellenza e viene invitata al Quirinale dal Presidente della Repubblica per parlare ad una platea di studenti. Successivamente viene nominata Direttore della Comunicazione del Gruppo, gestendo personalmente tutti i servizi fotografici e gli eventi nel mondo. Nel 2010, le viene diagnosticato un problema agli occhi per il quale ha dovuto subire diversi interventi chirurgici. Da quel giorno i suoi sensi si modificano e la sua vita ha un inaspettato cambio di percorso. È da questo momento che fotografare diventa una priorità, attraverso una nuova visione che la porta ad esplorare modalità alternative di percezione della luce.


INFORMAZIONI UTILI
 
TITOLO: A Single Moment
DI: Anna Caterina Masotti
A CURA DI: Alessia Locatelli
OPENING: 18 settembre 2024 ore 18,00
DATE: Dal 19 settembre al 2 ottobre 2024
DOVE: Galleria Gli Eroici Furori – Via Melzo 30, Milano
ORARI: Da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19; Sabato e mattina su appuntamento 
INFO: www.furori.itsilvia.agliotti@furori.it
Instagram: gli eroici furori
Facebook: gli eroici furori – Silvia Agliotti
 
IN COLLABORAZIONE CON: Laura Frasca Art Manager di Green Whale Space

Parma: alla Villa dei Capolavori il Surrealismo e l’Italia

Cento anni fa nasceva il Surrealismo; da quel momento la percezione del mondo non sarà più la stessa.
“L’immaginazione non è altro che la rivelazione di ciò che siamo, della nostra propria sostanza, che è sogno, purezza, energia, libertà.” scrive André Breton nel Manifeste du Surréalisme, pubblicato il 15 ottobre 1924, segnando ufficialmente l’avvio del movimento.

È così che nella Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo presso Parma, a pochi passi dalle sale che ospitano opere capitali di Renoir, Monet, Cézanne, Tiziano, Dürer, Van Dyck, Goya, Canova, Morandi, Burri e molti altri, dal 14 settembre al 15 dicembre 2024 viene celebrata, a un secolo dalla sua origine, una delle avanguardie più determinanti e longeve del XX secolo – il Surrealismo – presentandone anche il complesso rapporto con gli artisti e la scena culturale italiana dalla fine degli anni Venti alla fine degli anni Sessanta.

IL SURREALISMO E L’ITALIA
Fondazione Magnani-Rocca
Mamiano di Traversetolo – Parma
14 settembre – 15 dicembre 2024

La grande mostra “Il Surrealismo e l’Italia”, curata da Alice Ensabella, Alessandro Nigro, Stefano Roffi, attraverso oltre 150 opere di Salvador Dalí, René Magritte, Max Ernst, Joan Miró, Marcel Duchamp, Man Ray, Yves Tanguy, Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio, Enrico Baj, Fabrizio Clerici, Leonor Fini e altri protagonisti di questa corrente immaginifica, testimonia la vastità di mezzi e linguaggi del Surrealismo e ne esplora l’impatto e l’evoluzione nel nostro Paese, offrendo una prospettiva inedita e affascinante su un movimento che ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario artistico contemporaneo. 

Il percorso espositivo si sviluppa in due grandi capitoli, suddivisi in sezioni tematiche.

Il primo intende presentare il Surrealismo internazionale e il suo arrivo in Italia; mediato in un primo momento dall’opera di de Chirico e Savinio di ritorno da Parigi negli anni Trenta, poi rappresentato attraverso le opere dei maestri del movimento storico, che evidenziano una profonda eterogeneità estetica e formale (arte astratta e figurativa), così come una moltitudine di media utilizzati (pittura, collageassemblage, fotografia, ready-madeobjets trouvés). Qui vengono presentati importanti lavori di Magritte, Dalí, Man Ray, Ernst, Masson, Miró, Tanguy, Duchamp, Matta, Lam, oltre a de Chirico.

Il secondo capitolo individua i protagonisti della scena surrealista italiana, già a partire dagli anni Trenta, al fine di esaminarne le tangenze col gruppo francese, ma anche – e soprattutto – di metterne in luce l’indipendenza e l’originalità. È possibile constatare in Italia il delinearsi di due tendenze principali: da una parte, la nascita di un gruppo che si ispira a pratiche artistiche nuove e che intrattiene rapporti col gruppo francese, come è possibile vedere nelle opere di Sergio Dangelo o di Enrico Baj. Dall’altra, un filone figurativo fantastico, caratterizzato dalla produzione di opere visionarie, a cui appartengono, tra gli altri, Leonor Fini, Fabrizio Clerici, Stanislao Lepri, per cui l’opera di de Chirico e Savinio fu capitale. Questi ultimi attirano la critica internazionale, come dimostra la loro presenza nel numero monografico della rivista americana View, pubblicato nel 1946, intitolato Italian Surrealists.

Un’attenzione particolare viene infine conferita al contesto della diffusione del Surrealismo in Italia, mettendo in luce gli attori e i luoghi che ne sono stati gli artefici, in particolare galleristi (Schwarz, Tazzoli, Cardazzo, Del Corso, Jolas, Sargentini, Brin, etc.) e collezionisti (Guggenheim, Passaré, etc.).

La Fondazione Magnani-Rocca invita così il pubblico a questo affascinante viaggio, scoprendo come il movimento surrealista abbia liberato l’inconscio e trasformato la percezione della realtà, offrendo nuove chiavi di lettura per comprendere l’arte e la vita. Una celebrazione che non è solo un tributo ma una riflessione viva e attuale su come l’automatismo psichico continui a influenzare il nostro presente e, citando ancora una volta Breton, scoprire che “Il meraviglioso è sempre bello, anzi, solo il meraviglioso è bello.”

Mostra e catalogo a cura di Alice Ensabella dell’Université Grenoble Alpes, Alessandro Nigro dell’Università di Firenze, Stefano Roffi direttore scientifico della Fondazione Magnani-Rocca.

Catalogo (Dario Cimorelli Editore) con saggi dei curatori e di Silvana Annicchiarico, Mauro Carrera, Walter Guadagnini, Davide Lacagnina, Eugenia Maria Rossi, Angela Sanna, Ilaria Schiaffini, Alessandra Vaccari.


La Fondazione Magnani-Rocca è una delle più importanti istituzioni artistiche d’Europa.
La Villa dei Capolavori, sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo, presso Parma, ospita la collezione d’arte di Luigi Magnani, con opere di Monet, Renoir, Cézanne, Goya, Tiziano, Dürer, de Chirico, Rubens, Van Dyck, Filippo Lippi, Carpaccio, Burri, Tiepolo, Canova e la più significativa raccolta di lavori di Giorgio Morandi.

Immersa nella campagna parmense, la Villa conserva ancora oggi un fascino sontuoso e senza tempo con i suoi arredi di epoca neoclassica e impero, circondata da un grande Parco Romantico con piante esotiche, alberi monumentali e gli splendidi pavoni bianchi e colorati.


IL SURREALISMO E L’ITALIA
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).

Dal 14 settembre al 15 dicembre 2024. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche 1° novembre e 8 dicembre. Lunedì chiuso.

Ingresso: € 15 valido anche per le Raccolte permanenti, la mostra focus su Renoir e il Parco romantico – € 13 per gruppi di almeno quindici persone – € 5 per le scuole e sotto i quattordici anni. Il biglietto comprende anche la visita libera agli Armadi segreti della Villa. Per meno di quindici persone non occorre prenotare, i biglietti si acquistano all’arrivo alla Fondazione.

Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148   info@magnanirocca.it   www.magnanirocca.it   

Il sabato ore 16 e la domenica e festivi ore 11.30, 15.30, 16.30, visita alla mostra ‘Il Surrealismo e l’Italia’ e al focus su Renoir con guida specializzata; è possibile prenotare a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 20 (ingresso e guida).

Ristorante tel. 0521 1627509   whatsapp 393 7685543   e-mail marco@bstro.it

Ufficio Stampa: Studio ESSECI  Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi  simone@studioesseci.net  tel. 049 663499.
Cartella stampa e immagini: www.studioesseci.net
 
La mostra è realizzata grazie al contributo di:
FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA
Media partner: Gazzetta di Parma, Kreativehouse.
Con la collaborazione di: Angeli Cornici, Bstrò, Cavazzoni Associati, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.

ROSSO Cielo e Terra – Mostra personale di GIANNI MANTOVANI

SABATO 14 settembre 2024 alle ore 17,30 presso  la Galleria Comunale di Faenza (RA) il Voltone della Molinella in Piazza del Popolo, si inaugura “ROSSO Cielo e Terra”, una personale di Gianni Mantovani che rimarrà allestita fino al 29 settembre e sarà aperta al pubblico dal giovedì alla domenica nelle ore 10:00-12:00 e 17:00 -19:00.

La mostra è patrocinata dal Comune di Faenza, e dalle Associazioni LEGAMBIENTE Lamone, FAI,  WWF, Associazione Artistica Francesco Francia (Bologna), Guardie Ecologiche Volontarie di Faenza e Romagna Faentina.

All’inaugurazione interverranno il Sindaco Massimo Isola ed i Presidenti delle Associazioni.

Chiudere gli occhi e amare la luce, cm 70×50

La mostra di Gianni Mantovani, con note critiche di  Pietro Lenzini  “Incandescenze“, vede esposte opere pittoriche ispirate ai temi ambientali a testimonianza della sensibilità verso la Natura dell’artista modenese. Paesaggi, fiori e natura vengono rappresentati attraverso forme primarie ed essenziali che si nutrono di memorie e di una visione sognante.

Il motivo caratterizzante delle opere in mostra è il paesaggio dal colore rosso, che testimonia la sensibilità dell’artista verso il surriscaldamento globale del pianeta ed i preoccupanti e sempre più accelerati cambiamenti climatici.

I titoli scelti da Gianni Mantovani per alcune delle opere in mostra (Anche le stelle si amanoIl credere ci fa vivere meglioSiamo luce dell’albaMeravigliato dalla bellezza del creatoGiocare fra le nuvoleOrizzonti sospesiGuardo il creato e vedo il sorriso di DioLa grande bellezza della naturaIl sole ci parla in silenzio) riguardano i sentimenti della vita, i sogni e una visione fiduciosa e speranzosa del creato.

Gianni Mantovani nasce a Concordia (Mo), dove tuttora risiede.
Studia all’Istituto d’Arte di Modena e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Bologna. A diciassette anni vince il concorso indetto tra gli studenti delle Accademie d’Arte Italiane tenuto presso il Palazzo dei Musei di Modena e successivamente partecipa, in rappresentanza dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, alla “Terza Mostra di Incisione” presso il Gabinetto Nazionale delle Stampe a Roma.
Nel 1974 inizia a insegnare Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Bologna.
Verso la metà degli anni ’80 la sua ricerca artistica si orienta sul versante astratto in sintonia con il critico Giorgio Cortenova che teorizza l’”Astrazione arcaica”, presentandolo alla Pinacoteca di Macerata e alla Galleria Civica di Vicenza.
In quel periodo espone le sue opere improntate ad un’ astrazione che diventa sempre più lirica, a Modena, Firenze, Verona, Roma, Pavia, Sofia (Bulgaria).
Nel 1991 è vincitore del concorso nazionale per l’insegnamento di “Pittura” nelle Accademie d’Arte italiane in cui i titoli artistici sono fondamentali per l’assegnazione del punteggio.
Dal 1994 è docente di ruolo di “Pittura” e in seguito di “Disegno” presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e per vari anni è segretario dell’Istituto di Pittura.
L’Università di Bologna gli offre contratti per tenere lezioni ai corsi di specializzazione SISS dei futuri insegnanti di Educazione Artistica e Discipline Pittoriche.
Gli anni ’90 vedono Mantovani appassionarsi all’Arte Tribale, ed in modo particolare a quella africana. Opere di Arte Africana della sua collezione sono state esposte a Parigi, Genova e Milano, e pubblicate su libri e riviste in Francia, Inghilterra, Belgio e Usa.
Questo interesse contribuisce in modo significativo ad accelerare una svolta creativa che era già nell’aria in cui le nuove opere pittoriche si caricano di immagini semplici e fantastiche. Paesaggi, fiori e natura vengono rappresentati attraverso forme primarie ed essenziali nutrendosi di memorie e di una visione sognante.
Vengono realizzate mostre in spazi pubblici e privati: Galleria Romberg di Latina, Fiera d’arte di Roma “Riparte”, Galleria Mazzocchi di Parma, Istituto di Cultura “Casa Cini” di Ferrara, Istituto di Cultura Italiano di Berlino, Galleria Comunale di Angoulême (Francia), Galleria dell’Università di Parenzo (Croazia), Castello dei Pico di Mirandola, Museo Civico di Castelfranco Emilia, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Galleria Unimediamodern di Genova. Mantovani sempre di più affronta le tematiche ambientali e sente l’urgenza di affrontare tutti assieme i problemi legati ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento del pianeta.

Tra gli altri hanno dedicato scritti e note critiche:
Renato Barilli, Mario Bertoni, Luigina Bortolatto, Maria Campitelli, Toti Carpentieri, Renata Casarin, Giorgio Celli, Claudio Cerritelli, Vittoria Coen, Diego Collovini, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Roberto Daolio, Gianfranco Ferlisi, Michele Fuoco, Armando Ginesi, Antonio E. M. Giordano, Walter Guadagnini, Massimo Mussini, Filiberto Menna, Nicola Micieli, Luigi Meneghelli, Marco Meneguzzo, Sandro Parmiggiani, Marilena Pasquali, Concetto Pozzati, Giuliano Serafini, Sandro Ricaldone, Matteo Vanzan.


All’insegna del rosso, intenso, assoluto, i dipinti di Gianni Mantovani ricreano paesaggi mentali di una natura artificiosa, ripensata sul dettaglio lineare, ondeggiante tra i profili collinari punteggiati da alberi ritagliati sullo spazio omogeneo del fondo.

Le essenziali notazioni ambientali, ridotte come l’arabesco di un tessuto, non descrivono che una cifra, il ricordo di una cosa veduta, come nella mente incontaminata di un fanciullo, ma quella apparente ingenuità è il frutto di una lunga elaborazione, il risultato della semplificazione di ogni descrittiva memoria del paesaggio.

Ci sono, indubbiamente dei rimandi a certi stilemi della transavanguardia, sopratutto nella felicità cromatica o nel segno dai contorni, delicatamente molli, tondeggianti delle colline e delle nuvole.

È la coscienza di una natura perduta e incandescente, anche al riferimento del mutarsi climatico e al surriscaldamento del pianeta e alle sue conseguenze, espresse dal colore rosso vivo.

Ma vi ravviso, nel lavoro di Mantovani, una nota poetica densa di spiritualità come simboleggiata dal colore rosso fuoco dello spazio che è espressione forte dello spirito.


Da Gianni Mantovani gianni_mantovani@alice.it 

Fossombrone (Pesaro e Urbino): Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo

Il 7 settembre 2024 alle ore 15.30 prende il via la XV edizione della Land Art al Furlo, all’interno degli eventi di “Pesaro 24” Capitale della Cultura, che si articolerà in un serie di iniziative fino al 15 settembre 2024, mentre il Parco di Sculture rimarrà aperto tutto l’anno a ingresso libero. 

XV EDIZIONE LAND ART AL FURLO
Si chiude Il CAMMINO DI SANT’ANNA con le 100 opere

Con Pesaro 24 e l’ultimo anno del Concorso della Land Art
il Parco Sculture si rinnova


Inaugurazione 7 settembre 2024 ore 15.30

Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo
Via Sant’Anna del Furlo – Fossombrone (PU)
7-15 settembre 2024

Quest’anno si chiude l’anello nel bosco del Cammino di Sant’Anna: un’opera collettiva durata cinque anni costituita da 100 lavori artistici – mosaici, pitture, foto, graffiti, ceramiche – creati su pedane lunghe 2 metri posate a terra, su un antico tratturo. Una sorprendente Street Art che si snoda nel bosco, alle pendici del Monte Paganuccio: è il Cammino più corto ed emozionante del mondo, 200 metri, un omaggio alla natura e allo stupore, anche botanico, perché si svolge in un paesaggio di rilevante biodiversità ricco di piante autoctone, dalla quercia al leccio dall’acero al frassino, tra ginestre, ellebori, orchidee selvatiche. La Natura e la Cultura camminano insieme.

Questa quindicesima edizione della Land Art al Furlo è anche l’ultima del Concorso annuale di Land Art: dal 2025 saranno chiamati, su scelta del curatore Andrea Baffoni, gli artisti che proporranno solo opere scultoree.

Gli artisti che chiuderanno questa opera collettiva sonoL’Associazione culturale Scultura di Riccione, Margherita Burcini, Bernardo Bandinelli, Angelamaria Calderoni – ScuolaMosaico San Lorenzo Roma, Alessandra Chicarella, Alberta Hilde Corsucci, Ornella Cosenza, Gabriele Diversi, Chiara Di Salvo – Antonella Gerbi, Leonarda Faggi, Grazia Focanti – Carlo Iacomucci, Lucia Ghionna, Luiz Macedo, Roberto Malini -Dario Picciau, Doriana Napoli – Maria Valerio, Donatella Nicolardi, Mauro Paolini, Sisto Righi, Carla Sello, Andrea Starinieri, Walter Zuccarini.

Le InstallazioniPippo Cosenza, Maria Stefania Fuso, Veronica Zonzini. È sempre visibile l’installazione-poema di Sisto Righi.

PROGRAMMA

INAUGURAZIONE 7 settembre 2024 ore 15.30
Il curatore Andrea Baffoni guiderà il pubblico in una visita a tutte le opere del Cammino: sarà anche l’occasione per delineare un breve bilancio dei 15 anni di attività della Casa degli Artisti.
Inaugurazione del murale mosaicato, a intera parete, da Michele Picone e Katia Grasso, a ricordo dei 15 anni di attività artistica. 
Mostra della Collezione della Casa degli Artisti, nella Galleria Elettra.
Conversazione con Elvio Moretti e Andreina De Tomassi per la presentazione del Grande Catalogo dei 15 anni della Land Art e tutti i cinque cataloghi del “Cammino”. Interverranno Andrea Baffoni e Antonio Sorace.
Ore 19.00
Concerto in anteprima esclusiva del terzo album del gruppo Arbitri Elegantiae dal titolo Per tutte le altre destinazioni. La band senigalliese (Lorenzo Franceschini, Silvia Falcinelli, Marco Giulianelli, Federico Messersì Giovanni Frulla, Gabriele Ciceroni, Enrico Segoni) presenta un travolgente viaggio musicale, contaminato da influenze che spaziano dal cantautorato al blues, dal folk al rock, fino ad abbracciare alcune sonorità della musica etnica.
Gran Buffet:  menù onnivori, vegetariani, vegani…
FINISSAGE 15 settembre ore 16.30 
Per conoscere Gianni Toti. È l’iniziativa sposata dalla Casa degli Artisti per onorare il centenario dalla nascita di Gianni Toti: Multiverso Toti 1924 – 2024. Uomo di tutte le scritture, inventore della “Poetronica”, partigiano, poeta, giornalista, scrittore: oggi la Biblioteca Totiana di Alatri (FR), diretta da Tarcisio Tarquini, conserva tutto il patrimonio di Toti scrittore e autore audiovisivo (www.bibliotecatotiana.it).
Conversazione. Intervengono: Pia Abelli Toti, Sandra Lischi, Silvia Moretti e il poeta performer Giovanni Fontana.
Proiezioni. Acà Nada: video di 27′. Sempre dalla parte degli sfruttati, Toti racconta l’indignazione dei “selvaggi” alla vista dei conquistatori spagnoli e lo scorno dei “ladri di materie prime” che non trovarono l’oro e dissero sprezzantemente: “Qui niente”.
Planetoti –notes: stralci dal video di Sandra Lischi per raccontare e ascoltare Gianni Toti.
Gran Buffet: vari menù.

INFO
Casa degli Artisti
Sant’Anna del Furlo, 30
61034 Fossombrone (PU)
www.landartalfurlo.it
Presidente  Antonio Sorace:  antonio.sorace@libero.it
Curatore    Andrea Baffoni: andrea.ba76@gmail.com
Cataloghi   Elvio Moretti:  elvio.moretti@uniurb.it
Ricerche   Andreina De Tomassi: andreadetomassi@gmail.com – 342 3738 966

Ufficio Stampa
Roberta Melasecca
Melasecca PressOffice – Interno 14 next – blowart
tel 349 494 5612 – roberta.melasecca@gmail.com
Cartella stampa su www.melaseccapressoffice.it

La Dichiarazione di Roma sulla Responsabilità della Comunicazione Green nelle Relazioni Pubbliche

Il World Innovation and Change Management Institute (WICMI) ha avviato la stesura de La Dichiarazione di Roma sulla Responsabilità della Comunicazione Green nelle Relazioni Pubbliche.

La Dichiarazione sarà ufficialmente presentata e firmata a Roma il 20 febbraio 2025, durante la conferenza PR ROMAN FORUM “Green Communications, Green Responsibility, ESG, Sustainable Heritage”. L’iniziativa ha ottenuto il sostegno della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana (FERPI), dell’Associazione Internazionale per le Relazioni Pubbliche (IPRA) e dell’International Communications Consultancy Organisation (ICCO). 

L’adozione degli standard ESG (Environmental, Social, Governance) a livello globale rappresenta sia un’opportunità che una sfida per il settore delle relazioni pubbliche. Le linee guida e le raccomandazioni della Dichiarazione, riconoscendo il ruolo chiave delle relazioni pubbliche nella comunicazione delle sfide del cambiamento climatico e della transizione verso un’economia green, sottolineeranno anche la responsabilità nella comunicazione ambientale. 

Il Comitato Consultivo responsabile della redazione della Dichiarazione è presieduto da Richard Linning, presidente del WICMI (Regno Unito). I membri del comitato includono: – Ajit Pathak, presidente nazionale della Public Relations Society of India (India) – Sergio Vazzoler, coordinatore della Commissione per la “comunicazione responsabile” presso la FERPI (Italia) – Jacqueline Purcell, membro dell’IPRA (Regno Unito) – Daniel Silberhorn, membro del Consiglio Direttivo dell’IPRA (Germania) – Aslihan Güven, direttore marketing e comunicazioni presso l’aeroporto internazionale di Istanbul Sabiha Gokcen (Turchia) – Mary Beth West, strategy per le relazioni pubbliche (Stati Uniti) – Massimo Castellano, responsabile delle relazioni istituzionali presso Blue Planet Economy (Italia) – Andras Sztaniszlav, CEO dell’ICCO (Ungheria) – Dana Oancea, presidente del Forum per le Comunicazioni Internazionali (Romania) – Sukhjit Grewal, direttore della formazione professionale e delle iscrizioni presso il Chartered Institute of Public Relations (CIPR) (Regno Unito)

Condividiamo il dovere di prenderci cura del pianeta Terra, ma come professionisti delle relazioni pubbliche abbiamo una responsabilità particolare nella comunicazione che ci unisce nelle nostre azioni comuni per preservare il pianeta. Adottando la Dichiarazione confermeremo l’accettazione di questa responsabilità,” ha dichiarato Richard Linning al termine della prima riunione del comitato. Le attività operative sono condotte dall’agenzia Apriori World che, con il patrocinio della FERPI, organizza la conferenza PR ROMAN FORUM “Green Communications, Green Responsibility, ESG, Sustainable Heritage”. 

Tra i partecipanti confermati vi sono: John Shield, direttore delle comunicazioni della BBC (Regno Unito) – Carlos Chaguaceda Alvarez, capo delle comunicazioni del Museo del Prado (Spagna) – Dan Phelan, direttore delle comunicazioni del Museo di Storia Naturale (Regno Unito) – Kadri Afacan, direttore del PR digitale e della pubblicità presso la Turkish Radio and Television Corporation (TRT) (Turchia) – Edhem Fočo, direttore generale della rete Al Jazeera (Bosnia ed Erzegovina).

Si prevede che la Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) presenti il progetto “Agriculture Heritage” alla conferenza, che sarà articolata in tre sessioni tematiche: “Comunicazione verde, responsabilità verde,” “Patrimonio sostenibile” e “Responsabilità dei media nella comunicazione verde.”

Tutte le strade portano a Roma,” ha sottolineato Danijel Koletić, presidente del comitato organizzatore. “Sono orgoglioso di avere l’opportunità di parlare a Roma della responsabilità della comunicazione ambientale, così come delle possibilità di prospettive comuni all’interno di questo contesto sfidante.” 

Per la FERPI il PR ROMAN FORUM rappresenta una straordinaria occasione per declinare il tema trasversale della comunicazione responsabile in chiave green: “Con la diffusione delle pratiche ESG – ha dichiarato Sergio Vazzoler, coordinatore della commissione comunicazione responsabile (18° Goal Agenda 2030) di FERPI – il ruolo della comunicazione responsabile assume un valore strategico per coinvolgere attivamente gli stakeholder delle organizzazioni nell’affrontare la sfida climatica e i suoi impatti ambientali e sociali su economia e persone. Una sfida su cui FERPI è da tempo impegnata con diverse iniziative, con partner strategici come Global Alliance, RAI per la Sostenibilità – ESG, ASViS ed ECOMONDO”.


FERPI

Dal 1970 è l’associazione che rappresenta in Italia i professionisti delle Relazioni Pubbliche e della Comunicazione. I soci FERPI operano come liberi professionisti, dirigenti, funzionari, dipendenti e collaboratori di aziende, enti pubblici, Enti del Terzo Settore, docenti universitari. Partecipano alla vita di FERPI anche studenti e neolaureati.


Media Relations FERPI
Diana Daneluz
Mail: mediarelationferpi@gmail.com

Bologna: le sedi e le mostre aperte giovedì 15 agosto 2024

In occasione di Ferragostoper la prima volta i Musei Civici di Bologna saranno aperti per l’intera giornata con orario uniforme e continuato dalle 10.00 alle 19.00.
Un’occasione speciale per accogliere durante la festività che segna il culmine della stagione estiva sia chi rimarrà in città per viverne appieno l’offerta culturale sia i turisti di prossimità e quelli internazionali che visiteranno Bologna per scoprirne il ricco patrimonio storico-artistico.
Le sedi museali visitabili giovedì 15 agosto 2024 saranno: Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo internazionale biblioteca della musica.
Aperto dalle ore 8.00 alle 18.00 anche il Cimitero Monumentale della Certosa, il più grande museo a cielo aperto della città, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO nell’ambito del progetto “Portici di Bologna”.
Rimarranno chiusi, per la consueta pausa estiva, il Museo del Patrimonio Industriale e il Museo civico del Risorgimento.

Dichiara Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna: “Siamo molto felici che i nostri Musei Civici di Bologna siano per la prima volta aperti per l’intera giornata di Ferragosto con orario uniforme e continuato: per noi è molto importante poter contribuire all’offerta culturale e di accoglienza della città per la cittadinanza e i turisti”.

Orari di apertura giovedì 15 agosto 2024
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00-19.00
Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4) ore 10.00-19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00-19.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00-19.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00-19.00
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00-19.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00-19.00

Per maggiori informazioni si invita a consultare il sito web www.museibologna.it.

Le mostre temporanee
Accanto alle collezioni permanenti che raccontano l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea, ricca e variegata è la proposta delle mostre temporanee in corso nel periodo estivo, in grado di attirare l’interesse di pubblici eterogenei.
Le iniziative espositive fanno parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena. 

Museo Civico Archeologico | Via dell’Archiginnasio 2

Atrio
Il Medagliere si rivela. Le due torri nelle medaglie e nelle monete del Museo Civico Archeologico di Bologna
A cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini
Periodo di apertura: fino al 26 agosto 2024
Orari di apertura: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica 10.00-19.00; chiuso martedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: +39 051 2757211
Sito web: www.museibologna/archeologico

Giuseppe Romagnoli (Bologna, 1872 – Roma, 1966)
Medaglia in bronzo della Cassa di Risparmio di Bologna, 1927
Bologna, Museo Civico Archeologico, inv. 880Il Museo Civico Archeologico dedica una piccola esposizione di medaglie e di monete legate alla raffigurazione iconografica dei due monumenti simbolo della città felsinea, la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda, nell’ambito del progetto Il Medagliere si rivela volto a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica del museo.
L’approccio tematico si propone di valorizzare non solo il patrimonio del museo ma desidera anche proporre un focus sulla storia locale attraverso la fortuna che l’immagine delle due torri ha conosciuto nella produzione numismatica attraverso 25 esemplari tra monete, conii e medaglie, che coprono un arco temporale compreso tra XV e XXI secolo.
Asinelli e Garisenda sono le torri più celebri di Bologna, da molti secoli simbolo identificativo della città per i suoi abitanti e per i viaggiatori, e oggi per i numerosi turisti che la visitano. Inizialmente tuttavia, quelle che oggi sono gli edifici iconici dello skyline bolognese, si trovavano in un tessuto urbano caratterizzato dalla presenza di oltre 100 torri, oggi in amplissima parte scomparse o celate, tra i palazzi del centro storico.
Nonostante la loro fama, poco si conosce delle ragioni e del contesto che portarono alla costruzione della Asinelli e della Garisenda, avvenuta tra la fine dell’XI e il XII secolo. La loro rappresentazione fa la prima comparsa nella monetazione locale agli inizi del XV secolo, in relazione con una delle fasi più significative dell’affermazione del Comune e dello spirito civico. A caratterizzarne l’immagine è la forte inclinazione della Garisenda rispetto alla torre degli Asinelli, pendenza che le arti figurative non hanno mancato di esasperare per rendere univoca l’identificazione, arrivando a trasformare l’immagine della diade in una vera e propria icona.

Sala Mostre
I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer
A cura di Alessandro d’Onofrio, Alexander Höbel, Gregorio Sorgonà, Carlo De Maria
Periodo di apertura: fino al 25 agosto 2024
Orari di apertura: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica 10.00-19.00; chiuso martedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: +39 051 2757211
Sito web: mostra.enricoberlinguer.org

Museo Civico Medievale | Via Alessandro Manzoni 4
Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Civico Medievale di Bologna
A cura di Anna Contadini
Periodo di apertura: fino al 15 settembre 2024
Orari di apertura: martedì, giovedì 10.00-14.00; mercoledì, venerdì 14.00-19.00; sabato, domenica, festivi 10.00-19.00; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale giovani 19-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: +39 051 2193916 / 2193930
Sito web: www.museibologna.it/medievale

L’esposizione Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Civico Medievale di Bologna, nata da un progetto di ricerca scientifica tra Musei Civici d’Arte Antica di Bologna e SOAS University of London, intende valorizzare la collezione di materiali islamici, rari e di
altissima qualità, appartenenti al patrimonio del Museo Civico Medievale di Bologna e promuovere la riscoperta di vicende e percorsi che, da secoli, costituiscono una parte significativa della storia culturale della città e non solo, per superare pregiudizi e stereotipi.
Attraverso la lente della decolonizzazione, la mostra intende contribuire a trasformare gli approcci ereditati sulla ricezione della creatività artistica musulmana e favorirne una più corretta comprensione, rivelando l’importantissima influenza che le culture materiali di produzione islamica hanno svolto sull’arte e sul pensiero occidentali. In Italia l’incontro tra Oriente e Occidente è stato caratterizzato dallo scambio, dall’adozione e dall’adeguamento – nelle tecniche, nei motivi e nei modelli – dei principali linguaggi con cui si è espressa nei secoli la cultura artistica islamica: dalla scrittura, iconografia principale e distintiva, ai filoni decorativi dell’ornato geometrico e dell’arabesco.
Realizzati in materiali diversi, i 38 manufatti esposti – tra metalli, ceramiche, maioliche, vetri e manoscritti – provengono da un’ampia fascia geografica del mondo islamico che si estende dall’Iraq fino a Turchia, Siria, Egitto e Spagna, e coprono un ampio arco cronologico, dall’inizio del XIII al XVIII secolo, rappresentando la produzione artistica delle dinastie Abbaside, Zangide, Ayyubide, Mamelucca e Ottomana.
La mostra è realizzata in collaborazione con Museo di Palazzo Poggi – Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e Dipartimento di Storia Culture e Civiltà | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6
Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella collezione Michelangelo Poletti

A cura di Angelo Mazza
Periodo di apertura: fino al 22 settembre 2024
Orari di apertura: martedì, giovedì 14.00-19.00; mercoledì, venerdì 10.00-19.00; sabato, domenica, festivi 10.00-18.30; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale giovani 19-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: +39 051 2193998
Sito web: www.museibologna.it/collezionicomunali

Nucleo centrale del progetto espositivo Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella collezione Michelangelo Poletti, allestito nella Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte, sono due affreschi raffiguranti Alessandro Magno e Taide incendiano Persepoli, di Ludovico Carracci (Bologna, 1555 – 1619), e Morte di Didone, di Annibale Carracci (Bologna, 1560 – Roma, 1609), che furono eseguiti intorno al 1592 per due camini di Palazzo Lucchini, in Piazza Calderini a Bologna, poi passato alle famiglie Angelelli, Zambeccari e infine Francia Comi.
L’affresco di Annibale Carracci non è mai stato esposto in pubblico, mentre quello di Ludovico Carracci ha fatto apparizione un’unica volta, nel 1993, nella mostra monografica sull’artista curata da Andrea Emiliani e allestita tra il Museo Civico Archeologico e la Pinacoteca nazionale di Bologna.
Dichiarati opere di eccezionale valore storico e artistico, gli affreschi sono stati aggiudicati in asta nel 2022 dall’imprenditore Michelangelo Poletti, la cui collezione specializzata nella pittura bolognese ed emiliana tra Cinque e Settecento arreda il castello di San Martino in Soverzano nel Comune di Minerbio.
Grazie alla generosità dell’attuale proprietario, queste straordinarie testimonianze della civiltà artistica bolognese vengono presentate al pubblico dopo il lungo intervento conservativo eseguito tra il 2023 e il 2024 da Giovanni Giannelli del Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale che le ha restituite a condizioni ottimali di leggibilità.
Accanto agli affreschi sono esposte due incisioni ad acquaforte di Carlo Antonio Pisarri (Bologna, 1706 – 1790) tratte da essi, concesse in prestito dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, e alcuni dipinti dei celeberrimi cugini e delle loro botteghe, realizzati per contesti diversi e su vari supporti, conservati alle Collezioni Comunali d’Arte.

Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44
Mrs Thomas Gainsborough in visita a Bologna dalla collezione Rau per l’UNICEF

A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti
Periodo di apertura: fino al 6 ottobre 2024
Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì 10.00-15.00; venerdì 14.00-18.00; sabato, domenica, festivi 10.00-18.30; chiuso lunedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: +39 051 236708
Sito web: www.museibologna.it/daviabargellini

I Musei Civici d’Arte Antica di Bologna presentano un nuovo focus monografico incentrato su un’unica opera di un altro dei massimi protagonisti della pittura europea del Settecento con il dipinto Portrait of Mrs Gainsborough (Ritratto della signora Gainsborough) eseguito da Thomas Gainsborough (Sudbury, 1727 – Londra, 1788).
L’opera proviene dall’Arp Museum Bahnhof Rolandseck di Remagen, in Germania, dove è conservata in prestito a lungo termine come parte della collezione di Gustav Rau, medico e filantropo che nell’arco di 40 anni ha raccolto una delle più belle e importanti collezioni d’arte private, nota a livello mondiale
L’eccezionale opportunità espositiva si inserisce nell’ambito della rassegna Ospiti promossa fin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna come attività di valorizzazione del patrimonio e sviluppo delle relazioni scientifiche con istituzioni museali italiane e internazionali, attraverso lo scambio di opere attivato in occasione di prestiti per esposizioni temporanee.
L’iniziativa offre l’occasione per ammirare lo straordinario virtuosismo di Thomas Gainsborough, celebre per i raffinati paesaggi naturalistici e i numerosi ritratti ufficiali di esponenti dell’alta borghesia e aristocrazia britanniche, attraverso una raffigurazione della moglie Margaret Burr (Sudbury, 1728 ca. – Londra, 1798). Eseguito intorno al 1777, il dipinto esemplifica la capacità dell’artista di restituire con fare improvvisatorio e sorprendente immediatezza la fisionomia dei suoi ‘modelli’, rendendoli quanto mai naturali e spontanei.
Un affine spirito di naturalezza si coglie nel ritratto di Johann Christian Bach realizzato dallo stesso Gainsborough intorno al 1775-1776 e conservato a Bologna, presso il Museo internazionale e biblioteca della musica, di cui una seconda versione si trova alla National Portrait Gallery di Londra.

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Via Don Giovanni Minzoni 14
Orari di apertura: martedì, mercoledì 14.00-19.00; giovedì 14.00-20.00; venerdì, sabato, domenica, festivi 10.00-19.00; chiuso lunedì non festivi
Telefono: +39 051 6496611
Sito web: www.museibologna.it/mambo

Sala delle Ciminiere
Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A

A cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
Periodo di apertura: fino al 29 settembre 2024
Ingresso: intero € 6 | ridotto € 4

Promossa dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna in occasione del 44°anniversario della strage di Ustica, la mostra Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A fa eco al tragico evento del 27 giugno 1980 affidando al linguaggio del contemporaneo una riflessione sulla memoria collettiva in un particolare momento di ripiegamento della storia su se stessa.
Sul filo di questa evocazione, l’artista polacco esplora la complessità del ricordo e dell’oblio attraverso grandi installazioni, ideate per la Sala delle Ciminiere del MAMbo, in cui si combinano elementi visivi, sonori e sensoriali. La serie di ambienti, di diversa natura e per la maggior parte inediti, dialogano tra loro creando un ponte tra passato e presente che genera nello spazio museale un’atmosfera sospesa ed enigmatica.
Le installazioni sono state costruite manualmente dall’artista utilizzando elementi e arredi in parte provenienti dal suo archivio e in parte scelti presso Freak Andò Antiquariato Modernariato Design, partner tecnico della mostra. Un lungo lavoro di ricerca ha preceduto la selezione degli oggetti, trasformati in simboli carichi di significato.
L’arte di Robert Kuśmirowski si distingue per la sua singolarità nell’esplorare il potenziale non completamente liberato o espresso degli oggetti che abitano le nostre vite, restituendo loro la possibilità di rilasciare quell’eccedenza di senso che l’assuefazione, l’incuria e la denutrizione intellettuale delle persone non ha del tutto sottratto loro.
La mostra è realizzata con il contributo di Istituto Polacco di Roma, Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica Polacca e Adam Mickiewicz Institute, con il supporto di Foksal Gallery Foundation.

Project Room
UNA RICERCA POLIVALENTE. ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA

A cura di Chiara Vorrasi e Uliana Zanetti
Periodo di apertura: fino al 13 ottobre 2024
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale € 2 giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura

Il progetto, realizzato attraverso una collaborazione tra il museo bolognese e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curato da Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile delle Gallerie ferraresi, e Uliana Zanetti, responsabile del patrimonio del MAMbo, intende celebrare le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape.
Ideato da Lola Bonora nel 1973, e da lei stessa guidato per l’intero corso della sua durata, il Centro Video Arte diviene sin dal suo esordio parte integrante della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara diretta da Franco Farina. Avvalendosi del supporto tecnico di Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi, il Centro esplora ogni possibilità di applicazione del video in ambito artistico, spaziando dalla video-documentazione alla produzione di video-opere, dall’impiego del video-tape in chiave didattica alla sua sperimentazione in interventi di carattere sociale.
In relazione alle profonde trasformazioni in corso all’epoca, tanto sul piano politico-amministrativo quanto su quello artistico, il Centro declina le potenzialità produttive e comunicative dei nuovi mezzi tecnologici non solo agendo sul versante dell’informazione e della divulgazione, ma anche incentivando lo sviluppo di nuove forme d’arte e di pratiche inedite di coinvolgimento e partecipazione.
L’esposizione offre alcuni importanti saggi di due particolari percorsi operativi che hanno maggiormente caratterizzato il Centro Video Arte di Ferrara: la video-registrazione di performance da un lato e la video-scultura dall’altro.

Reception, foyer, mezzanino e primo piano
FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024
A cura di Fabiola Naldi
Periodo di apertura: fino al 1 settembre 2024
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale € 2 giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura

FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024 nasce dalla lunga ricerca condotta dalla curatrice Fabiola Naldi intorno al percorso intellettuale di Francesca Alinovi (Parma, 1948 – Bologna, 1983), ricercatrice, critica militante e attenta studiosa dei fenomeni creativi più sperimentali emersi negli anni Settanta e Ottanta, la cui breve e originale parabola ha lasciato un segno incancellabile nella critica d’arte della seconda metà del Novecento.
L’intento è, in particolare, ricordare il quarantesimo anniversario di Arte di frontiera. New York Graffiti, mostra ideata da un progetto di Francesca Alinovi la quale fu in grado di riconoscere nell’originaria forza spontanea dei writers, osteggiata dai promotori del decoro d’ordinanza delle città occidentali, una carica vitalistica mai riscontrata in altri movimenti.
FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024 si interroga sull’eredità storica e critica che quella iniziativa, seminale nel contaminare sistema dell’arte ufficiale e realtà urbana del Writing, ha avuto fino ai nostri giorni, riprendendo gli appunti, le suggestioni e la documentazione dei viaggi americani di Francesca Alinovi.
La mostra al MAMbo si focalizza sul lavoro di 181 tra le migliori rappresentanze italiane dello Style Writing che, partendo dall’arte di frontiera, quella che secondo Alinovi si poneva “entro uno spazio intermedio tra cultura e natura, massa ed élite, bianco e nero, aggressività e ironia, immondizie e raffinatezze squisite”, si spingono verso nuove possibilità di espressione che contemplino la pittura ambientale come un nuovo orizzonte, suggestione peraltro elaborata dalla stessa Alinovi.
Le opere esposte sono perlopiù realizzate su carta, nelle sue infinite variabili, ma anche su tessuti e supporti di altro genere sui quali si è intervenuti con grafite, pennarelli, marker, colori acrilici e talvolta attraverso l’utilizzo di tecniche miste proto o pseudo collage che hanno dato origine a nuovi vocabolari stilistici.
I lavori sono inseriti in 11 teche, dislocate in diversi spazi del MAMbo (reception, foyer, mezzanino e primo piano), che forniscono al pubblico una nuova e inedita chiave di lettura di un movimento a cui la critica d’arte non ha rivolto la giusta attenzione.
Un flyer esplicativo e una mappa esemplificativa, utili, partendo dal 1984 e dalla mostra Arte di frontiera. New York Graffiti, ad approfondire il progetto e necessari per lo storytelling del fenomeno dei writers nella sua evoluzione, sono consultabili sul sito web interamente dedicato al progetto frontiera40.com, nel quale è inoltre possibile trovare dei testi di Francesca Alinovi e di Fabiola Naldi.

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi | Via Don Giovanni Minzoni 14
TRAMANDO. Francesco Arcangeli tra la Pinacoteca nazionale e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna
A cura di Lorenza Selleri e Uliana Zanetti
Periodo di apertura: fino al 6 gennaio 2025
Orari di apertura: martedì, mercoledì 14.00-19.00; giovedì 14.00-20.00; venerdì, sabato, domenica, festivi 10.00-19.00; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale € 2 giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: +39 051 6496611
Siti web: www.museibologna.it/mambo | www.museibologna/morandi

Nell’ambito del progetto Tramando. Francesco Arcangeli tra la Pinacoteca nazionale e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, con il quale la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Museo Morandi e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna rendono omaggio a Francesco Arcangeli (Bologna, 1915 – 1974) nel cinquantesimo anniversario della morte, le tre sedi museali presentano un progetto espositivo condiviso che, declinato in tre itinerari, propone una lettura di parte del loro patrimonio attraverso le parole del grande storico e critico d’arte.
Si tratta di un viaggio nelle tre collezioni che interessa opere e artisti amati e studiati dal critico e che riflette la sua idea di continuità tra l’arte del passato e quella del presente. Ad accompagnare i visitatori sono speciali didascalie con brani tratti da suoi testi accostati alle opere selezionate.
Il termine Tramando, che dà il nome all’intero progetto e alla mostra diffusa fra i tre musei, è una parola chiave della visione critica di Arcangeli. Tramando è per lui un filo nascosto di pensiero, di una inconscia affinità di visione del mondo, che lega artisti diversi nel tempo e nello spazio e permette di ritrovare denominatori comuni. È la tradizione nella quale si è nati e si cammina e che lasceremo alle generazioni che seguiranno.
Questo è il filo conduttore dei tre itinerari nelle sedi museali bolognesi con le quali Arcangeli ebbe modo di lavorare. Egli fu infatti al fianco di Cesare Gnudi e Andrea Emiliani negli anni della loro direzione della Pinacoteca e fu direttore della Galleria Comunale d’Arte Moderna – oggi MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – dal 1958 al 1968.
Al Museo Morandi sei dipinti e quattordici acqueforti della collezione sono accompagnati da commenti e interpretazioni tratti dalla monografia dedicata all’artista bolognese, Giorgio Morandi (1964), e dal testo Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana
(1970). La selezione dei testi intende avvicinare il pubblico all’altissima qualità letteraria della prosa di Francesco Arcangeli, magistrale interprete dell’opera morandiana.
All’interno delle collezioni del MAMbo, invece, i visitatori possono leggere, accanto a tre opere, scelte tra le tante acquisite da Francesco Arcangeli per la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna negli anni della sua direzione, alcuni suoi brani tratti da presentazioni e saggi.

Museo internazionale e biblioteca della musica | Strada Maggiore 34
Wandrè La chitarra del futuro
A cura di Marco Ballestri
Con la collaborazione di Oderso Rubini e I Partigiani di Wandré (Paolo Battaglia, Gianfranco Borghi, Luca e Loris Buffagni, Riccardo Cogliati, Mirco Ghirardini, Giorgio Menozzi, Johnny Sacco, Adelmo Sassi)
Periodo di apertura: fino all’8 settembre 2024
Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì 11.00-13.30 / 14.30-18.30; venerdì 10.00-13.30 / 14.30 – 19.00; sabato, domenica, festivi 10.00-19.00; chiuso lunedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: +39 051 2757711
Sito web: www.museibologna.it/musica

Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna dedica una mostra alla figura leggendaria di Antonio “Wandrè” Pioli (Cavriago, 1926 – 2004), fondatore negli anni Cinquanta della prima fabbrica di chitarre elettriche in Italia e inventore di alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali nella storia mondiale di questo strumento, vere e proprie opere d’arte pop intrise di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo, ancora oggi tra le più ricercate dai collezionisti di ogni paese.
Wandrè è un marchio italiano noto per la sua eccentricità e sperimentalità, all’avanguardia negli anni ’60, grazie al genio di Antonio Vandrè Pioli, conosciuto come Wandrè: artista, imprenditore, partigiano, artigiano e soprattutto uno dei liutai più innovativi del secolo scorso. Le chitarre Wandrè, definite “sculture sonore”, viaggiano per il mondo come creature uniche, distanti dai modelli convenzionali dell’epoca, portando con sé una visione unica.
Il progetto espositivo Wandrè La chitarra del futuro presenta oltre 50 pezzi tra chitarre, bassi e contrabbassi, ognuna con la sua storia e con la sua personalità unica: pezzi iconici e irripetibili per forma, colore, tecnica e materiali utilizzati. Il percorso, contestualizzato con altre opere dell’artista realizzate dal 1970 alla fine degli anni ’90, esprime molto bene il carattere di Wandrè: pop e al contempo psichedelico, dieci anni prima della psichedelia.
Il percorso di visita si completa con il documentario Wandrè. Utopia elettrica (2024/23’30”), un progetto di Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio realizzato da 3D Produzioni.
La mostra è realizzata in collaborazione con Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio, con la sponsorship tecnica di Assimusica Cremona, e si inserisce nelle iniziative organizzate per celebrare il ventesimo anniversario del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.


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Cittadella Jazz giunge alla IV edizione e cresce passo dopo passo

Un festival che cresce, un passo alla volta: Cittadella Jazz giunge alla quarta edizione, allargando la tipologia dei suoi contenuti artistici. Dal 30 agosto all’1 settembre si svolgerà l’immancabile maratona concertistica, con 5 concerti e 6 parate musicali nell’arco di tre giornate.

Comune di Cittadella
Associazione Culturale Miles
 
4° Edizione
30 agosto – 1° settembre 2024
Cittadella (PD)

Il cast artistico è 100% made in Italy, ma molti degli artisti che arriveranno nella cittadina in provincia di Padova godono di fama internazionale. Jazzisti pluripremiati come Mauro Ottolini, Gianluca Petrella, Rosario Giuliani si alterneranno o anche si esibiranno assieme a grandi nomi del cantautorato nazionale (Francesco Baccini) e del crossover tra i generi (Dirotta su Cuba). La maggior parte degli appuntamenti sarà a ingresso gratuito.

Dall’1 agosto all’1 settembre il Palazzo Pretorio di Cittadella ospiterà una mostra fotografica di Roberto Cifarelli: la ricchezza dei suoi contenuti visivi preparerà l’atmosfera jazzistica in attesa del weekend concertistico di fine agosto.

Questa edizione si segnala inoltre per il nuovo gemellaggio organizzativo con la struttura del Padova Jazz Festival: una sinergia tra i principali operatori in ambito jazzistico del territorio per continuare a crescere insieme.

Cittadella Jazz, con la direzione artistica di Valerio Galla e Andrea Bertollo, è organizzato dall’Associazione Culturale Miles, con il contributo del comune di Cittadella e la collaborazione di Pro Cittadella.

Il concerto inaugurale di Cittadella Jazz 2024 basta da solo a conferire un tono distintivo al festival: venerdì 30 agosto alla Jazz Arena Campo della Marta il celebre cantautore genovese Francesco Baccini e l’Orchestra Ottovolante guidata da Mauro Ottolini si uniranno per rivisitare i successi di Baccini e altri classici della scuola cantautorale genovese e del pop italiano che più ha flirtato con il jazz (Buscaglione, Carosone, Modugno, Gorni Kramer, Trio Lescano…). Queste celeberrime canzoni assumeranno una nuova veste orchestrale, con tinte latineggianti e jazzate, in uno spettacolo che fin’ora ha avuto solo una precedente realizzazione.

Sabato 31 agosto, sempre alla Jazz Arena Campo della Marta, i riflettori saranno puntati sul batterista Maxx Furian, il cui trio assieme al tastierista Leo Dalla Cort e al bassista Federico Malaman sarà per l’occasione rinforzato dalla presenza di Rosario Giuliani, uno dei sassofonisti più rappresentativi del jazz italiano. Il progetto “Back Home” è un appagante ritorno al passato come solo un artista dalla lunga esperienza può concedersi. Del resto Maxx Furian in quasi quarant’anni di carriera ha vissuto e interpretato ai massimi livelli molti generi musicali. E ora si concede il piacere di ripescare composizioni che lo riportano alla sua giovinezza.

Durante la giornata la MagicaBoola Brass Band animerà l’intero centro di Cittadella con tre distinti concerti itineranti, tutti eseguiti con tanto di coreografie. MagicaBoola è una moderna street band composta da fiati e ritmica le cui esibizioni in parata aggiornano l’eredità stilistica delle antiche marching band di New Orleans, con un repertorio sensibile al rinnovamento dei linguaggi musicali (jazz, blues, etnica, hip hop, funk, canzone popolare).

Domenica 1 settembre le storiche mura di Cittadella saranno un contenitore straripante di musica per tutta la giornata. Momento culminante sarà il concerto conclusivo del festival alla Jazz Arena Campo della Marta con i Dirotta su Cuba. Massima espressione del musica funky made in Italy, la band celebra con un nuovo tour il trentennale del suo primo singolo, “Gelosia”: pubblicato nel 1994 riscosse un successo clamoroso e inaspettato, che consacrò la cantante Simona Bencini e soci nel panorama dell’acid jazz, un genere capace di attirare le platee popolari e di stuzzicare i più esigenti amanti del jazz.

A rinforzare la programmazione, e il lustro jazzistico del festival, nel pomeriggio arriva (in Piazza Pierobon) anche la Cosmic Renaissance del trombonista Gianluca Petrella: un quintetto che si riallaccia alla musica ‘interstellare’ di Sun Ra per dare vita a forme sonore visionarie e in perenne mutazione, nelle quali convivono jazz spirituale, ispirazione afro-futurista e sperimentazione elettronica.

Ma la musica si accende sin dalla mattina, con il trio del cantante vicentino Alan Bedin che al Teatro Sociale rivisita in chiave jazzistica le canzoni di Luigi Tenco, intervallate da brani di altri campioni della canzone sia genovese che nazionale.

La giornata domenicale sarà inoltre scandita da altri tre concerti in parata itinerante nel centro cittadino della MagicaBoola Brass Band.

Novità di questa edizione di Cittadella Jazz è l’apertura verso altre espressioni artistiche che si confrontano con la musica jazz. Ed ecco servita la mostra fotografica “4/4 in Jazz”: esposizione di 300 scatti opera di Roberto Cifarelli, uno dei più noti fotografi di jazz italiani, capace con la forza ed eloquenza delle sue immagini di imporsi anche a livello internazionale. La mostra, allestita al Palazzo Pretorio e visitabile dall’1 agosto all’1 settembre, offrirà un assaggio in anteprima delle emozioni del festival.

Cifarelli, classe 1964, ha compiuto tutto il percorso che separa gli scatti del dilettante di gusto da quelli del professionista senza che venissero mai meno la passione per la musica e il rispetto per i musicisti. Lo stretto rapporto di amicizia che lo lega agli artisti è anche il segreto dell’immediatezza delle sue foto, che al di fuori di ogni ricerca formalistica cercano soprattutto di far emergere non tanto il fotografo quanto il musicista e la sua peculiare gestualità. Collabora da anni sia in Italia che all’estero con le principali riviste di settore (Musica Jazz, Amadeus, Jazzit, DowBeat…) e le più importanti etichette discografiche (Blue Note, ECM, CAM, Abeat…), con ormai ben più di 300 copertine pubblicate tra riviste, dischi, libri. Oltre 100 sono le mostre che gli sono state dedicate in tutta Europa.

Cifarelli coltiva diversi progetti visivi, dei quali ben quattro saranno rappresentati nella mostra di Cittadella. “The Black Square” comprende ritratti di musicisti che escono dal profondo nero, senza strumento, senza luogo; solo il loro sguardo, dal quale ognuno può leggere una storia, quella che vuole. “Double Improvisation” è una ricerca sulle doppie e triple esposizioni; fotografie mosse eseguite rigorosamente in macchina senza post produzione: un modo per interpretare l’improvvisazione della musica con il movimento e la sovrapposizione di colori. “The Street of Jazz” coglie alcuni dei più grandi musicisti della scena jazz internazionale quando, a fine concerto, riposti gli strumenti e lontano dai riflettori e dallo sguardo degli spettatori, spariscono nella notte. Sguardi adrenalinici o assonnati, valige e custodie di strumenti; il palco è ora la città, con i suoi marciapiedi deserti. Le immagini della serie “High Key on Jazz” sono realizzate con la tecnica dell’high-key, con la luce che invade le superfici e i contrasti ridotti al minimo. I soggetti di Roberto Cifarelli sono avvolti da una luminosità innaturale che trasmette sensazioni di pace e di misticismo.

PROGRAMMA
 
Venerdì 30 agosto
Jazz Arena Campo della Marta, ore 21:30
FRANCESCO BACCINI & MAURO OTTOLINI
ORCHESTRA OTTOVOLANTE
Francesco Baccini (pianoforte, voce), Mauro Ottolini (trombone),
Andrea Lagi (tromba), Paolo Malacarne (tromba),
Matteo Del Miglio (trombone basso), Emiliano Vernizzi (sax alto),
Stefano Menato (sax tenore), Corrado Terzi (sax baritono),
Oscar Marchioni (tastiere), Marco Bianchi (chitarra), Giulio Corini (contrabbasso), Luca Colussi (batteria), Valerio Galla (percussioni)
in caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Sociale
 
Sabato 31 agosto
Jazz Arena Campo della Marta, ore 21:30
Furian, Dalla Cort, Malaman Trio featuring Rosario Giuliani
“Back Home”
Maxx Furian (batteria), Rosario Giuliani (sax alto),
Leo Dalla Cort (pianoforte, tastiere), Federico Malaman (basso elettrico)
in caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Sociale
 
itinerante per il centro di Cittadella (3 spettacoli giornalieri)
MAGICABOOLA BRASS BAND
Alessandro Riccucci, Renzo Telloli (sax alto),
Sigi Beare, Francesco Felici, Elena Zappolini (sax tenore),
Filippo Ghezzi, Pietro Petri, Michele Santinelli (sax baritono),
Andrea Lagi, Giulio Mari, Luca Carducci, Matilde Gori (tromba),
Leonardo Ricci, Manuel Signorini (sousafono),
Francesco Dell’Omo, Riccardo Focacci, Francesco Giomi, Olivier Mannari (percussioni)
 
Domenica 1 settembre
Teatro Sociale, ore 11
Alan Bedin
“T&nCó – Pensando a Tenco e ai suoi contemporanei”
Alan Bedin (voce), Marco Ponchiroli (pianoforte), Gigi Sella (sax, flauti)
 
Piazza Pierobon, ore 18
GIANLUCA PETRELLA COSMIC RENAISSANCE
Gianluca Petrella (trombone, effetti), Mirco Rubegni (tromba, effetti),
Riccardo Di Vinci (basso elettrico), Federico Scettri (batteria),
Simone Padovani (percussioni)
in caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Sociale (ore 16)
 
Jazz Arena Campo della Marta, ore 21:30
DIROTTA SU CUBA
“Gelosia 30th Bday – Let’s Celebrate Tour”
Simona Bencini (voce), Luca Iaboni (tromba), Donato Sensini (sax, flauto),
Stefano Profazi (chitarra), Emiliano Pari (tastiere),
Patrizio Sacco (basso), Vincenzo Protano (batteria)
in caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Sociale
 
itinerante per il centro di Cittadella (3 spettacoli giornalieri)
MAGICABOOLA BRASS BAND
Alessandro Riccucci, Renzo Telloli (sax alto),
Sigi Beare, Francesco Felici, Elena Zappolini (sax tenore),
Filippo Ghezzi, Pietro Petri, Michele Santinelli (sax baritono),
Andrea Lagi, Giulio Mari, Luca Carducci, Matilde Gori (tromba),
Leonardo Ricci, Manuel Signorini (sousafono),
Francesco Dell’Omo, Riccardo Focacci, Francesco Giomi, Olivier Mannari (percussioni)
 
ALTRI EVENTI
da giovedì 1 agosto a domenica 1 settembre
Palazzo Pretorio
4/4 IN JAZZ
chiaro, scuro, mosso, in strada
Mostra fotografica di Roberto Cifarelli

Informazioni:
Cittadella Jazz: email: cittadellajazz@gmail.com
www.facebook.com/cittadellajazzfestival
 
Biglietti:
tutti i concerti sono gratuiti tranne quelli di:
Francesco Baccini & Mauro Ottolini (30 agosto): posto unico 15 euro + d.p.
Dirotta su Cuba (1 settembre): posto unico 15 euro + d.p.
 
Mostra Roberto Cifarelli:
Ingresso gratuito nelle giornate di sabato e domenica (dalle ore 11 alle 13) e nei giorni dal 26 agosto all’1 settembre (dalle ore 18 alle 20).
Nelle altre giornate è possibile prenotare presso lo IAT la visita guidata a pagamento ai monumenti di Cittadella, comprensiva di palazzo Pretorio e della mostra.
 
Prevendite:
www.ticketmaster.it
 
Direzione artistica: Valerio Galla e Andrea Bertollo
 
Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
cell. 348 2350217
e-mail: dancecchini@hotmail.com

Venezia: Fugu Project presenta “Stato d’imprevisto”

Giovedì 29 agosto 2024 inaugura alle ore 18:00 la mostra STATO D’IMPREVISTO con le opere di Valerio D’Angelo, Antonio Della Guardia, Daniele Di Girolamo, Greta Maria Gerosa, Mozzarella Light e Wang Yuxiang nei tre piani della Scoletta di San Giovanni Battista in Bragora nel Campo Bandiera e Moro a Venezia.
Durante l’inaugurazione si terrà la performance Lime di Di Girolamo alle ore 19:30.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 11:00 alle 19:00 fino al 13 settembre 2024.
Nel mese di agosto gli artisti si alternano nell’allestimento andando a comporre progressivamente l’esposizione. Chiunque passa per il Campo e trova la porta aperta è invitato a entrare nel Palazzo per assistere alla fase di work in progress, interamente aperta al pubblico.
Il progetto è ideato e realizzato da Flaminia Ciuferri e Niccolò Giacomazzi, in collaborazione con Culturit Venezia, VBRA venezia e Fondazione Pepe.

FUGU PROJECT PRESENTA
STATO D’IMPREVISTO

L’inaugurazione della mostra STATO D’IMPREVISTO si terrà giovedì 29 agosto 2024 presso la Scoletta di San Giovanni Battista in Bragora a Venezia.

In STATO D’IMPREVISTO sono esposte le opere di sei artisti under 35 che, partendo da più regioni italiane, stanno emergendo nel panorama nazionale e internazionale. Le loro ricerche sono connesse da una prima fase di analisi della realtà e attenta individuazione dei pilastri che la costituiscono. È da questo punto di partenza comune che ognuno di loro declina gli sconfinamenti che sovvertono l’incedere predeterminato di tematiche come esistenza, vissuto, relazione, gesto e identità. Per questa ragione, la mostra indaga il concetto d’imprevisto con l’intento di offrire uno sguardo su atteggiamenti artistici di reazione rispetto alla rottura di ordini prestabiliti, lasciando spazio a tutte le possibilità inattese che ne derivano. La chiave di lettura delle opere è legata all’immaginare inediti percorsi di conoscenza articolati all’interno di dinamiche relazionali e di costruzione dell’identità.

La mostra si apre con le installazioni di Antonio Della Guardia e Greta Maria Gerosa in cui l’immaginazione è in grado sia di sovvertire i simboli di potere che innescare una deviazione di significato, attuando un ribaltamento di ciò che di consuetudine ci si aspetterebbe dal mondo reale. Al primo piano del Palazzo, l’imprevedibilità dell’incontro e dell’entrare in contatto con l’inesplorato caratterizzano le opere di Daniele Di Girolamo e Wang Yuxiang. Concludono al secondo e terzo livello le installazioni di Valerio D’Angelo e Mozzarella Light che, analizzando la storia e la struttura del luogo che li ospita, lavorano sul ripensamento dell’identità e sul rendere manifesta un’imprevedibilità latente e potenziale di un elemento reale.

Gli organizzatori Flaminia Ciuferri e Niccolò Giacomazzi, co-fondatori di FUGU PROJECT, hanno invitato gli artisti sopra menzionati a ragionare sull’imprevisto e ad esplorarne le varie declinazioni, poiché oggi più che mai è necessario accogliere l’inaspettato come strumento per riflettere criticamente sul nostro tempo.

All’opening verrà realizzata la performance Lime di Di Girolamo che consiste in un viaggio sonoro ininterrotto tra musica ambient e sperimentale. I campionamenti, modificati e raccolti durante i viaggi dell’artista, includono registrazioni sul campo di alcune proteste, collaborazioni con artisti durante una residenza a Parigi, suoni dell’energia idroelettrica canadese e molti altri. Durante il periodo di esposizione, VBRA venezia organizzerà un evento musicale abbracciando il concept stesso della mostra. A conclusione verrà presentato il catalogo disegnato da DITO Studio con approfondimenti sul tema a partire dalle opere presentate e dall’esperienza vissuta nell’isola di Venezia.

Valerio D’Angelo (Roma, 1993) si è formato nel campo del restauro, specializzandosi in tecniche decorative barocche come la doratura in foglia d’oro e la laccatura, presso il laboratorio Nazzareno Fontana Restauri di Roma. Inizia la sua pratica artistica nel 2021, esprimendosi principalmente attraverso la scultura, l’installazione site-specific e la sperimentazione materica. Elemento fondamentale della sua ultima ricerca diventa la luce, le proiezioni che ne derivano e il suo aggettivo materico. L’artista si concentra in particolare sulla dimensione dello spazio, inteso sia in forma architettonica che scientifica. Il lessico delle installazioni si allinea all’immaginario fantascientifico, ispirandosi alla narrativa distopica post-apocalittica, dove la percezione di ogni cosa è capovolta e la linearità della nostra esistenza è spezzata.

La ricerca di Antonio Della Guardia (Salerno,1990) si focalizza da anni sui condizionamenti imposti dal lavoro contemporaneo sul corpo, sui processi cognitivi e sulle sfere più intime della vita privata. Una ricerca mirata a rilevare i segni ed elaborare allo stesso tempo forme e processi immaginativi di contrasto. Il suo lavoro è stato presentato in diverse istituzioni sia italiane che estere, tra cui: MEC (Córdoba Argentina), MAXXI (Roma), MUNTREF (Buenos Aires), Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma), MACRO (Roma), Triennale (Milano), Centrul De Interés (Cluj-Napoca), Fondazione Pastificio Cerere (Roma), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Fondazione Izolyatsia (Kiev), Fondazione Morra Greco (Napoli), Fondazione Antonio Ratti (Como), La Caja (Caracas), Ambasciata d’Italia (Berna), Istituto Italiano di Cultura (Cracovia e Varsavia).

Greta Maria Gerosa (Lecco, 1997) vive e lavora a Venezia, dove è parte dell’artist-run space zolforosso. Nel 2022 si è laureata in Arti Visive e Studi Curatoriali presso la NABA di Milano, dopo aver conseguito il Diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. È stata finalista della Collettiva Giovani Artisti in Fondazione Bevilacqua La Masa (2020 e 2023) e ha presentato la mostra personale Estetiche del Controllo presso Terzospazio (2023). Ha presentato il video IS IT A BIRD, WATCHING? nella mostra Ballad of species a The Others Fair (2023) e presso PACTA dei Teatri Salone, Abbiategrasso, in occasione della rassegna Abbiatissima a cura di Alessia Baranello con Massimo Bartolini, Riccardo Benassi e Luca Trevisani (2022). È residente a Dolomiti Contemporanee e partecipa a TROMAMOTEL, Openstudio di Progettoborca, a cura di Gianluca D’Incà Levis (2023).

Mozzarella Light è il duo artistico composto da Giulia Ciappi (Poggibonsi, 1997) e Marco Frassinelli (Roma, 1992). Si formano nelle Accademie di Belle Arti di Firenze e di Roma, dove conseguono il diploma di Scultura, e presso la Universidad del País Vasco di Bilbao in Spagna, facendo workshop e residenze negli USA, in Grecia ed in Israele. Il nome scelto per designare il sodalizio artistico punta sullo spaesamento e su un’apparente anti-artisticità. La luce è l’elemento essenziale del loro linguaggio espressivo. Tra le esposizioni più recenti si menzionano: Onironautico, Contemporary Cluster, Roma (2024); Puramente immaginabile, Supernova, Roma (2023); Cassandra, Spazio Volta, Bergamo (2023); SUB, progetto squatting, Ciao, Roma (2023); Margine dentato, Spazio Artiglieria, Firenze (2022); Domovoi, Casa Vuota, Roma (2022).

La ricerca di Wang Yuxiang (Anhui CN, 1997) si concentra sulla fusione della cultura mediterranea con quella orientale d’origine: tempo, storia, memoria sono i leitmotiv concettuali che guidano il suo lavoro. L’artista prende le distanze dal luogo in cui interviene per analizzarne le particolarità, restituendole attraverso un’architettura visiva site-specific. Influenzato dal decostruzionismo, avvia una ricerca e uno studio preliminare sul contesto per intervenire su di esso in un secondo momento. La sua formazione, iniziata nella sua città natale e implementata durante i suoi soggiorni e lunghi viaggi, gli permette di coniugare la sua ricerca con una considerazione della diversità culturale e del centrismo occidentale nel contesto della globalizzazione. Nel 2023 ha vinto il Premio Insulare in occasione di The Others Fair e il premio miglior artista emergente in occasione della fiera Arte in Nuvola di Roma.


STATO D’IMPREVISTO
Artisti 
Valerio D’Angelo, Antonio Della Guardia, Daniele Di Girolamo, 
Greta Maria Gerosa, Mozzarella Light, Wang Yuxiang
Progetto di
Flaminia Ciuferri e Niccolò Giacomazzi
Inaugurazione e Date
Giovedì 29.08.2024 H18 – 21 + performance Lime di Di Girolamo H19:30
30.08 – 13.09.2024 / tutti i giorni H11 – 19
Ingresso libero
Luogo e Indirizzo 
Scoletta di San Giovanni Battista in Bragora 
Campo Bandiera e Moro 3811 B, Venezia
Progetto grafico
DITO Studio
In collaborazione con
Culturit Venezia, VBRA venezia, Fondazione Pepe
Contatti 
associazionefugu@gmail.com / @fugu_project